Storie di alpini

 

 

 

In occasione del 50° di fondazione del Gruppo alpini in congedo di Livo, mi piace ricordare alcuni alpini che ho conosciuto personalmente, e dei quali ho avuto modo di apprezzare le loro storie personali.

Gli alpini, in quel di Livo, sono sempre stati una presenza storica nella vita della Comunità, una presenza discreta, quasi silenziosa, che , di tanto in tanto, sente il bisogno di far sentire la propria presenza, con manifestazioni che ricordano le date salienti dell’ Associazione.

Ricordo il mio maestro delle elementari, il tenente Ernesto Fauri, che aveva combattuto sul fronte Greco, e poi spedito sul fronte russo, e ci raccontava che durante la famosa battaglia di Nikolajewka, era molto vicino al generale Reverberi, ed al cannone semovente tedesco, ritratti nella celebre fotografia.

E mi piace così fare un salto a ritroso nella storia : Ed allora ecco che mi viene incontro mio zio Attilio Zanotelli, classe 1914, con il suo casco coloniale, reduce vittorioso della conquista dell’ impero in Africa orientale, che cantava “ Faccetta nera “, un ragazzo buono, caduto poi sul Fronte Greco – Albanese il 14 marzo 1941. Venne portato in Italia, dall’ Albania, il 04 dicembre 1960.

Ed a fianco a lui, nel loculo del cimitero di Livo, riposa l’ alpino Mario Rodegher, un ragazzo della classe 1922, morto a 20 anni, per assideramento, il 07 febbraio 1943, dopo essere sopravissuto alla drammatica ritirata di Russia dell’ inverno, ed alla battaglia di Nikolajewka. I suoi resti vennero riesumati dal cimitero militare tedesco, sezione italiana, di Charkow in Ucraina, e  portati in Italia il 26 aprile 1998, ed anche lui, come mio zio Attilio Zanotelli, venne sepolto con solenni onoranze funebri.

E ricordo l’ Alpino Depetris Romano, dai piedi parzialmente congelati nella campagna di Russia, che gli era stata negata la pensione di invalido di guerra per un errore di trascrizione del cognome.

E lo zio Pacifico, classe 1915, di Preghena, ferito sul fronte Greco e poi, dopo l’ 8 settembre, internato in un Lager tedesco, che aveva inciso con un chiodo sul gavettino il suo dolore di prigioniero.

E ricordo l’ alpino Zanotelli Pio, classe 1913, che mi raccontava delle operazioni belliche in Africa orientale contro le truppe del Negus, e l’ uso sistematico da parte dell’ aviazione italiana di sostanze chimiche gassose che paralizzavano il nemico, rendendo più facile la conquista dell impero del Duce.

Poi ancora l’ alpino Alessandri Adriano, classe 1914, che prestò servizio militare per ben 11 anni, una vita in armi, sui vari fronti di guerra, dall’ Africa orientale, al fronte greco – albanese, al fronte Russo.

Ora, questi ragazzi in grigio – verde, alpini e fanti, aviatori e marinai, come in ogni parte d’ Italia, così anche a Livo e Preghena, sono ricordati a tutti noi come fulgido esempio di valore, nei monumenti ai caduti che la società civile ha dedicato al loro ricordo.

Adesso , gli alpini, sono dei soldati volontari che vediamo impegnati in varie parti del mondo con il compito di favorire la pace in nazioni tormentate come l’ Afganistan, sono sempre gli stessi ragazzoni buoni e generosi con le popolazioni civili, specie con i bambini, ora la leva militare è stata sostituita dal volontariato, e mi piace, alla fine, ricordare l’ ultimo alpino che ha fatto la “ naja “ nel Comune di Livo, l’ amico Thaler Valerio di Preghena, classe 1983 che è stato l’ ultimo alpino di leva della nostra comunità, che  ha prestato servizio nel battaglione Edolo, dal 22 maggio 2002  al 19 marzo 2003 , ed è stato congedato con il grado di caporale.

 

Bruno Agosti