Benvenuti
nel mio sito web dove troverete i miei racconti e le mie poesie che potrete leggere , comodamente, a casa Vostra davanti al Vkstro pc.
Buona lettura !
" La poesia custodisce
tutti i tuoi sogni
e ti permette di
continuare a sognare. “
Bruno Agosti
Tutte le opere sono protette dai diritti d' autore ©
La mia biografia
Il mio nome è Bruno Agosti sono nato a Livo -Tn - il 17. 08. 1951 e risiedo in questo paese dalla nascita, in fraz. Scanna n° 17.
Coltivo, fin da ragazzino, la passione per la scrittura, compongo poesie e racconti veri e di fantasia, con uno stile che ricorda molto e rispecchia a tratti la mia vita tormentata da tanti problemi, primo fra tutti il mio handicapp al braccio destro ed il mio grave deficit visivo.
La poesia mi ha consentito, nonostante tutto, di sognare:
Sognare una vita normale, fatta di luce di gioia di affetti, di avventure, di viaggi in paesi lontani, di una donna che ti stringe le mani.
Sogni, che la poesia è riuscita ad interpretare e realizzare, dandomi l’ illusione di una realtà diversa, in un attimo fuggente.
Dalla tristezza dei miei scritti, a volte sbocciano anche degli sprazzi di cielo sereno ed in questi brevi tratti azzurri riesco a cogliere e raccontare la gioia di vivere e le bellezze della natura che mi circonda e che amo profondamente.
Grazie alla mia amica Widad, sono riuscito ad avere un sito tutto mio, era divenuta ormai un esigenza improrogabile, ora assieme alla mia pagina facebook POESIA TRA LE STELLE, ho anche questo nuovo modo per poter diffondere le mie poesie ed i miei racconti.
SASSDELESTRIE la cui traduzione letterale dal mio dialetto è SASSO DELLE STREGHE,
Il sasso delle streghe
Il sasso delle streghe è un grande sasso nel vicino bosco di Somargen dove vi sono impressi dei calchi simili a numerose scarpette con tacchi, la fervida fantasia della nostra popolazione nell' epoca del medio evo attribuiva queste impronte alla danza notturna delle streghe.
E’ un luogo incantato che amo molto, immerso nel fitto bosco di abeti e larici, con il vicino torrente che scroscia , è un luogo che frequento da quando ero ragazzino, dove regnano pace e tranquillità, dove la fantasia è libera di volare, di catturare emozioni che solo in questi luoghi riesco a trovare per poi narrarle nei miei versi e nei miei racconti.
Sono arrivato alla convinzione di aver ereditato questa mia sensibilità d’ animo e questa mia dolcezza da mio padre che era una persona molto colta e sensibile e da mia zia Ada che mi ha cresciuto come una mamma e mi leggeva le favole ed i racconti davanti al fuoco la sera, quando ero bambino.
Grazie papà, grazie zia.
Ho pubblicato nel 2010 il mio primo libro dal titolo “A CHI”, è una raccolta di poesie che spazia nel tempo, dalla mia infanzia fino ai giorni nostri.
E’ uscito in questi giorni in un libro dal titolo AMICI PER SEMPRE Storie vere di animali, coordinato dalla scrittrice e giornalista Lara Zavatteri una raccolta di racconti veri di animali, scritto con la collaborazione di 16 Autori italiani, ci sono anche due mie storie.
I proventi della vendita andranno devoluti all’ Associazione Canile di Naturno Onlus (Bz)
Ho aderito con una mia poesia alla solidarietà dei poeti verso il Popolo sardo pubblicata nel libro TUTTI SIAMO L’ ISOLA il canto dei poeti per la Sardegna.
Grazie e buona lettura a tutti.
info
AGOSTI Bruno
v. Scanna, 17
38020 LIVO -TN - ITALY
333 607 2322
e.mail: dux2000@live.it
Tutti i testi sono soggetti al Diritto d' autore.
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La chiesetta di Scanna
La chiesetta di Scanna è posta al centro del paesino e contrariamente alle Leggi religiose che vogliono l’ altare rivolto verso est, questo luogo sacro ha invece l’ altare ribolto a sud. Sono dettagli che appaiono solo ad occhi attenti ai dettami ed alle tradizioni religiose, ma che per nulla incidono sulla qualità della Fede. Vi si accede da una doppia gradinata disposta parallela alla facciata principale, manufatto con gradini in pietra e cubettato nella pavimentazione dell’ ingresso. Nella piazzetta antistante la facciata principale è situata un antica fontana in pietra, originariamente con il “ brenz “che poi è stato tolto negli anni ‘ 90, è sicuramente tra le più antiche fontane del paese di Livo, quelle gemelle esistenti furono demolite nei secoli scorsi, e quella di Scanna venne salvata dall’ intervento notturno provvidenziale di alcuni residenti che ne impedirono la demolizione. L’ acqua sgorga da una canna all’ interno di una colonnina in pietra con all’ apice una sfera , che originariamente forniva acqua al “ brenz “ da dove le mucche potevano abbeverarsi con acqua pulita e limpida essendo quelladella fontana inquinata dal sapone che le lavandaie usavano per lavare i panni aii tre labelli in legno di larice, per compensare il notevole dislivello della piazzetta, il lato sud della fontana è fornito di gradini con i “ binderi “ in porfido e di una passerella cubettata con la stessa pietra. La chiesa viene così descritta nei libri “ FATTI STORICI DI LIVO “ di don Luigi Conter e nel volume storico edito dal Comune “ LIVO storia, vita e arte “CHIESETTA SCANNA
La Chiesa della mmacolata Concezione di Maria si trova a Scanna, frazione a sud del Comune di Livo, orientata in facciata a sud ovest, ha origine antichissime, risalenti al XII secolo, come conferma la piccola pianta basilicale ad abside semicircolare rientrante. Nel XVI e XVII secolo la Chiesa fu rialzata ed adattata alla forma attuale nel 1736, ricoprendo le pareti dell'abside con nuovi affreschi raffiguranti le storie di Maria. La facciata a capanna è oggi rialzata dal primitivo assetto, infatti causa smottamenti del terreno il piano di calpestio fu rialzato e quando la piazzetta antistante fu sistemata si provvide a fornire di scalinata l'accesso al portale, che è in pietra rossa alla maniera dello stile Rococò o Barocchetto, sormontato da una cimasa con architrave spezzato e pinnacoli. Le pareti laterali si aprono con finestre quadrate, con stipiti in pietra e serrate da grate in ferro battuto. La facciata come molte della Val di Non, essendo esposta favorevolmente al sole, ospitava una meridiana, di cui oggi rimane solo lo gnomone in ferro, così come rimangono sotto lo scialbo gli affreschi che raffiguravano S. Pietro e S. Paolo. Nella parte superiore rimane una finestra a mezzaluna ed una cornice semplice divide il fronte culminante una piccola finestra a croce. Al culmine delle due falde del tetto si erge una piccola edicola lignea che ha funzione di campaniletto a vela, che fino al 1916 conteneva una campana fusa nel 1672 e dedicata a S. Massenza. L'interno della chiesa è costituito da un'unica aula absidata, che fino agli anni sessanta presentava affreschi, come quelli all'esterno imbiancati per la maggior parte, rimangono scoperti solo alcuni episodi, come nel catino dell'abside, dove è raffigurata l'Annunciazione di Maria. L'aula è coperta da una volta a botte, illuminata da quattro finestre, sulla destra entrando sta la pila dell'acqua santa, su colonnina tutta in calcare rosso, il corridoio divide dodici banchi in larice su un pavimento ottocentesco fatto di piastrelle ottagonali di cemento alternate nei colori rosso e grigio-bianco. La Via Crucis è raffigurata in semplici quadretti a stampa oleografica dei primi anni del novecento; al presbiterio si accede passando una balaustra in legno retta da sedici colonnine e due cariatidi a putti sui pilastrini. Ai lati dell’altare sul muro absidale erano dipinti ad affresco un S Antonio a sinistra e a destra il Sacrificio di Isacco, ora sotto lo scialbo; il catino ha una spicchiatura singolare, conserva infatti due finestre sopra una cornice di stile neoclassico, ai cui lati in vela sono dipinti due angeli, gli altri spazi sono riservati alle figure di Maria e dell'Arcangelo Gabriele annunciante, altri due angioletti sono nelle vele ed una grande colomba simbolo della SS. Trinità è raggiata al centro. L'altare è in legno dipinto ad imitazione marmorea, restaurato da Carlo Verra nel 1939, esso poggia su tre gradini in pietra rossa ed ha un semplice paliotto decorato da una croce dorata; sulla mensa sta un tabernacolo in legno dorato di forma classica con due colonnine ai lati ed un rilievo dell'Ostensorio sulla portina. L’ancona è retta da quattro colonne su piedistallo con capitelo corinzio dorate in cornice, portanti in architrave arcuato e con timpani spezzati ai lati, sormontati da due angeli dorati; al centro un cartiglio di stile rococò con la scritta Ave, la cimasa è sormontata da una corona che ha al centro una colomba raggiata a tuttotondo in legno dorato. La nicchia contiene una statua della Madonna Immacolata, donata nel 1888 da Teresa Filippi, è opera della scuola gardenese, come anche la parte alta dell’altare. La pala dipinta ad olio è un’opera tardo settecentesca raffigurante la Madonna Immacolata circondata da angeli e cherubini ed ed in basso ai lati S. Giuseppe e S. Romedio. Sulla destra dell'abside si apre la porta della sacrestia, che all'interno presenta pochi semplici arredi ed una statuetta lignea di Gesù Bambino, opera gardenese degli anni cinquanta. Non so per quale delitto la chiesetta di Scanna nell’anno 1815 sia stata profanata, ma fu tosto ridonata al culto cattolico.
Parlare della chiesetta di Scanna non è solo descrivere un tempio storico antichissimo, ma per me è soprattutto una fonte inesauribile di storia e di ricordi: i ricordi di un ragazzino che assieme ai suoi coetanei giocava attorno alla fontana e spesse volte ci si bagnava i piedini o ci si immergeva dentro nei giorni torridi d’ estate. Poi le sere di maggio con il rosario recitato nella chiesetta stracolma di fedeli che all’ uscita si fermaano sovente a chiacchierare della giornata trascorsa nei campi, del duro lavoro del contadino di un tempo, della comune povertà che affliggeva le famiglie che da un lato era sofferenza e disagio ma che aveva nel rovescio della medaglia, dato vita ad un sistema sociale fondato sulla vera solidarietà cheè quella dei poveri che sanno aiutarsi in silenzio, quello stesso silenzio che copriva come un velo pietoso tutte le miserie umane del paese ma che sapeva concretizzarsi nell’ aiuto, spesso anonimo, al vicino che ne aveva bisogno. Parlare della chiesetta vul dire ricordare con affetto e stima tante persone di questa piccola e laboriosa frazione di Livo che non ci sono più, perché la vita è una ruota che gira inesorabile per tutti a dall’ acqua ci porta al cielo per poi riportarci da dove siamo venuti … ed è un dovere oltre che un sollievo morale per me ricordare in questo scritto tante facce famigliari a me molto care e descriverne alcune. La prima persona che mi viene incontro sorridendo sulla porta della chiesetta è la Rina ( di orsi ), che ha appena finito di tirare nella cordicella che fa tintinnare la piccola campana posta sul piccolo campanile in legno posto all’ apice del tetto della chiesetta. Sta uscendo dal portone la carissima Pia che porta con se in silenzio tutte le miserie umane della sua vita tormentata e con lo scialle nero si copre il vistoso gozzo, subito la Rina scende la scaletta e le va incontro, la saluta e l’ accompagna verso la chiesa facendola accomodare nei primi banchi.
Salgono poi lentamente dalla parte bassa del mio piccolo Borgo la Beppina di Floriani assieme alla Rosy ed alla Teresa di Boromei al Basilio ed al Tone e la Beppina dei Masadori. Pure Davide e Beppina, Dolfo e Maria, Romilda e Camillo, sono in viaggio. Arrivano in coppia l' Bepi e la Beppina di Ciatti e il Genio di Turi e molti altri. Da nord arriva puntuale la Sabina e si ferma ad aspettare Arcangelo dei Trapeni che và a messa assieme ai figli ed alla moglie Emilia, arrivano anche Sandro e Ilda ed i fratelli Lino, Nicolina, Livio e Gianni di Tripoi, mia nonna Teodora assieme a mio padre Arturo ed alla figlia Lina, mia madre Elena attende invece la sorella Adelfina con il marito Daniele e la suocera Anna di Paoli e si recano prima alla casa della sorella Anna ad accompagnarla perchè malata di artrosi reumatica. Dal bivio di Varollo si scorgono Laura e Vigilio che accompagnano Angelica e poi si incontravano con Luigi di Mori e la moglie Elisa. Arrivano anche i più vicini alla chiesetta i fratelli di Tripoi Giuseppe, Tullio, Ottavio e Giovanni assieme ai cugini Pio ed Ernesto. Arrivano anche Ottorino, Lino, ed Anna, poi anche la sposa del Cile la signora Anna assieme al Lelli con la moglie Lidia e Romano con Bruna e Diomira. In questo mio narrare ne ho nominati solo una parte dei tanti che ho avuto l' onore e la fortuna di aver conosciuto, ma ce ne sono molti altri che tengo stretti nel cuore dei miei più vivi e dolci ricordi, sono persone che hanno fatto la storia della nostra frazione, costruendo con tanto impegno ed enormi sacrifici in anni di grande povertà, le basi solide dello sviluppo socio economico della laboriosa ed onesta popolazione della frazione di Scanna.
algono poi lentamente dalla parte bassa del mio piccolo B
La chiesa dell'Immacolata di Scanna, nel comune di Livo, acquista, dopo vari interventi architettonici registrati tra XVI e XVII secolo, la forma odierna dalla prima metà del XVIII secolo; alcuni storici datano l'erezione del luogo di culto al secolo XII. La facciata a spioventi presenta un ingresso principale dotato di portale lapideo con architrave sormontato da fastigio spezzato coronato a sfere e croce in posizione elevata, servito da due rampe di otto scalini originate presso gli estremi della facciata. Ai lati del portale è presente una finestra; al di sopra di questo è posta una finestra lunettata. Quattro lesene, due presso le estremità e due ai lati del portale, tripartiscono la facciata; queste sono congiunte a una fascia che delimita il frontone, la cui porzione sommitale è decorata dalla silhouette di una croce. Le fiancate presentano uno sviluppo semplice e lineare, con una finestra rettangolare presso l'aula ed una che si apre sul corpo del presbiterio, leggermente arretrato. Il piccolo campanile a vela è posto sulla linea di incontro delle falde di copertura, prossimo alla facciata; presenta una struttura metallica, e una copertura a quattro falde convergenti in scandole, con cuspide metallica e croce apicale. L'interno presenta una navata scandita in tre campate da pilastri semi addossati alle pareti laterali, che sostengono le arcate da cui si originano le unghie che tagliano la volta a botte. A livello della linea di imposta dei pilastri si sviluppa una serie di cornici modanate che corre lungo le pareti interne. L'arco santo a sesto ribassato introduce all'ambiente del presbiterio, elevato da un gradino. È presente un accesso con cornice lapidea e architrave alla sacrestia sulla parete laterale destra; l'ambiente del presbiterio è scandito da pilastri sdoppiati semi addossati alle pareti, al sommo dei quali si dipartono le vele della volta, aperte da ampie nicchie quadrangolari che si estendono da un pilastro a quello successivo. Sono presenti decorazioni ad affresco di carattere ornamentale e figurativo sulla volta dell'abside.
Pianta
L'edificio è a pianta rettangolare ad asse maggiore longitudinale.
Facciata
La facciata a spioventi presenta un ingresso principale dotato di portale lapideo con architrave sormontato da fastigio spezzato coronato a sfere e croce. L'inclinazione degli spioventi si addolcisce verso gli estremi della facciata. L'ingresso, in posizione elevata, è servito da due rampe di otto scalini originate presso gli estremi della facciata. Ai lati del portale è presente una finestra rettangolare sdraiata inferriata con cornice lapidea; al di sopra dell'ingresso è posta una finestra lunettata. Quattro lesene, due presso le estremità e due ai lati del portale, tripartiscono la facciata; queste sono congiunte a una fascia che delimita il frontone, la cui porzione sommitale è decorata dalla silhouette di una croce. Un alto zoccolo a intonaco rustico corre lungo la facciata; le finiture sono ad intonaco tinteggiato.
Prospetti
Le fiancate presentano, tra loro, il medesimo sviluppo, con una finestra rettangolare presso l'aula ed una che si apre sul corpo del presbiterio, leggermente arretrato. Le finiture sono ad intonaco rustico tinteggiato.
Campanile
Il piccolo campanile a vela è posto sulla linea di incontro delle falde di copertura, prossimo alla facciata; presenta una struttura metallica, e una copertura a quattro falde convergenti in scandole, con cuspide metallica e croce apicale.
Struttura
Struttura portante verticale: muratura in pietrame intonacata; strutture di orizzontamento: volta a botte ribassata in malta paglia presso l'aula, volta a vele presso il presbiterio.
Coperture
Copertura a due falde presso l'aula, a più falde presso il presbiterio; struttura portante in legno, manto di copertura in scandole di larice.
Interni
L'interno presenta una navata scandita in tre campate da pilastri semi addossati alle pareti laterali, che sostengono le arcate da cui si originano le unghie che tagliano la volta a botte. A livello della linea di imposta dei pilastri si sviluppa una serie di cornici modanate che corre lungo le pareti interne. L'arco santo a sesto ribassato introduce all'ambiente del presbiterio, elevato da un gradino e delimitato verso l'aula da balaustre lignee. È presente un accesso con cornice lapidea e architrave alla sacrestia sulla parete laterale destra. L'ambiente del presbiterio è scandito da pilastri sdoppiati semi addossati alle pareti, al sommo dei quali si dipartono le vele della volta, aperte da ampie nicchie quadrangolari che si estendono da un pilastro a quello successivo. Le finiture sono ad intonaco tinteggiato.
Pavimenti e pavimentazioni
L'aula presenta una pavimentazione a mattonelle esagonali bianche e rosse in materiale lapideo disposte a corsi verticali; il presbiterio è pavimentato tramite mattonelle esagonali di materiale lapideo nere e rosse disposte a corsi orizzontali, intervallate da mattonelle lapidee a losanga.
Elementi decorativi
Sono presenti decorazioni ad affresco di carattere ornamentale e figurativo sulla volta dell'abside.
XII (?) ‐ XII (?) (costruzione intero bene)
Lancetti (1997) riporta che il primo edificio sacro costruito in loco sarebbe da attribuire, per via della semplice pianta, allo stile romanico, collocandone l'erezione al XII secolo (incerta).
XVI ‐ XVII (ampliamento intero bene)
Il primitivo edificio di culto subisce vari interventi volti ad espanderlo.
1672 ‐ 1672 (fusione campana carattere generale)
All'anno 1672 risale la fusione della campana posta nel campaniletto a vela, dedicata a Santa Massenza.
1736 ‐ 1736 (ampliamento intero bene)
Nella prima metà del XVIII secolo la chiesa subisce un'opera di ampliamento, acquisendo la forma attuale.
1815 ‐ 1815 (consacrazione carattere generale)
La chiesa, in seguito ad una non meglio precisata profanazione, viene ridonata al culto a inizio secolo XIX.
1960 ‐ 1969 (tinteggiatura intero bene)
La chiesa viene tinteggiata all'esterno ed internamente, coprendo così un ciclo di affreschi, dei quali ci sono pervenuti soltanto quelli del catino absidale.
1980 ‐ 1980 (restauro intero bene)
Parzialmente finanziato dalla Provincia Autonoma di Trento, viene compiuto un restauro conservativo dell'edificio.
2012 ‐ 2014 (restauro porta maggiore)
Su progetto della restauratrice Ileana Ianes, è in corso un restauro del portone ligneo dell'ingresso maggiore.