I* I gattici
Sbocciavano a primavera,
i gattici,
alle prime avvisaglie del nuovo sole,
che risvegliava, adagio, la natura.
Si andava a raccogliere quei rametti,
carichi di gemme di cotone ovattate,
come la peluria che cambia le ere della vita.
Una nuova primavera nasceva nell’ anima,
e brillava negli occhi fanciulli con nuova luce,
che proiettava sul muro un gioco di cuori.
Erano i giorni che non sai,
ma vedi che è diversa…
è gentile, come mai prima d’ ora,
mi vuole assieme a raccogliere i gattici,
perché anche a scuola sia primavera.
Che strano…
mi è passata la fame,
ma ho le farfalle dentro.
E’ la stagione barbara e breve,
di infinite domande che t’ assillan la mente,
e lenta poi scioglie tutti i tuoi dubbi,
come tra i sassi si scioglie la neve,
e un vento che alza, gonne e dolcezza,
che danza insolente alla tua porta,
ribelle non chiede se è lecito entrare,
è una brezza leggera : la tua giovinezza.
Come i morbidi gattici sulla scrivania,
la giovinezza dura un lampo di specchio,
come i bruffoli che porti in viso
un alba ti lavi e l’acqua se li porta via…
Bruno Agosti