A MIO PADRE

C’era un posto nella vigna
bruciata dal sole di agosto
ombreggiato dalle grandi acacie
dove crescevano, selvagge, le fragole…
e con le tue mani incallite
mi sollevavi adagio
e mi lasciavi cadere
con dolcezza
tra le perle rosse…

Poi nei campi di grano dorato
quante volte mi hai portato in spalla,
giochi e sogni da te ho ascoltato
da una vita, un’avventura vissuta
con orgoglio dolcezza ed amore
che a noi tutti hai saputo insegnare.

C’ erano nocciole nel bosco
mirtilli, funghi e lamponi,
mi hai raccontato qualità e differenze
e da esperto mi hai insegnato quei nomi
mentre stringevi il fucile
tra le mani.

E lo sguardo frugava
nel fitto del bosco
rapito da un mare di sabbia
rumore di carri, di tuoni lontani
sono le voci del deserto…
erano labbra arse dal sole
che sognavano sorgenti
fresche di montagna,
erano occhi fanciulli
appoggiati al cannone
attento lo sguardo!
per vivere ancora…

… poi nella piana di Gela
sconvolta dal fuoco americano,
ti videro a difesa della terra Sicula,
sacro suolo italiano

Al campo degli yankee
non si stava poi male
ma il cortile di casa
aveva un altro odore
che hai cercato
una notte senza luna
era il profumo della libertà…

Tu, contadino del Regno,
soldato per dovere
opponesti il tuo rifiuto
agli ultimi sussulti
della guerra del Duce...

Da disertore allora t’ hanno trattato
e con una croce ti han ripagato
questi ladri ed ipocriti nati
cresciuti all’ombra dei boschi
dalle italiche mani bucate
veloci a cambiare i saluti…

Mi rimane di te, un intenso ricordo
la breve vita di un uomo onesto
l’umiltà di un’esistenza grama
la ricchezza limpida del tuo esempio
di uomo saggio e giusto
tra i tanti mercanti
nella piazza del tempio…
e un’agendina scritta a matita
che profuma di storia vissuta
il tuo piccolo diario di bordo
per rammentarmi in ogni momento
che eterno è soltanto l’amore e il ricordo,
e la vita è soltanto una folata di vento…

© Bruno Agosti