* Fiori d' inverno

 

E ricordo fiori

d’ inverno,

dipinti sulle finestre,

fantasie, astratte

del gelo della notte.

 

Il caldo del sasso,

come un grande uovo,

spinto in fondo al letto,

dai freddi piedini,

per far posto al culetto…

 

E una birba di gatto

che ti si infilava sotto,

a rubarti il tepore,

col suo falso rosario

che tutto era, tranne amore…

 

Il vaso sotto il letto,

per far pipì,

che era meglio tenere

fino al mattino,

per non veder gelare

perfino il … pisellino.

 

Erano tempi di “ magra “

ma erano tempi belli,

latte e patate, al mattino,

poi, piano, piano, mia madre,

mi pettinava i capelli…

 

A scuola alle otto, la mattina,

pane e gianduia dall’ Anetti,

tutti in fila, ai dieci minuti,

un sorso d’acqua della vecchia fontana,

tanto studio e tanta disciplina.

 

A mezzodi’, si tornava casa, a frotte,

tutti assieme, “popi e pope”,

si riprendeva poi all’ una e trenta,

ma lo stomaco e il pensiero,

avevano un comune desiderio :

la polenta…

 

 

©ba