IL PUPAZZO DI NEVE

 

A tenerlo in piedi non basterà una ramazza,

estremo tentativo di tenerlo ancora in vita,

la primavera incombe, stagione assai pazza,

che gioca carte strane per vincer la partita…

 

E’ come il destino, un ghiacciolo gelato,

senza anima, non guarda in faccia nessuno,

quando passa e raccoglie i fiori del prato,

quelli secchi, e quelli che ancora fanno profumo…

 

e’ come la nebbia che ti oscura lo sguardo,

e ti obbliga il passo in un girotondo,

e tu continui a camminare testardo,

ignorando quanto di bello c’ è ancora al mondo.

 

E’ il politico pigro, di poltrone non pago,

e per una poltrona è divenuto un pupazzo,

schiavo d’ altrui silente, appeso a uno spago,

di tirare a campare ha scelto l’ andazzo…

 

sono sogni e i rimpianti perduti nel vento,

che per pigrizia non abbiamo sognato,

sono gocce di vita, di lacrime un pianto

sono fiori non colti quando era verde il prato.