LA SCUOLA ELEMENTARE DI VAROLLO E LA SUA STORIA

 

 

La storia degli edifici scolastici del Comune di Livo, la si può qualificare, senza ombre di retorica, una vera e propria odissea, per le storie contorte ed anacronistiche che descrivono la loro realizzazione ed il loro mutamento nei tempi.

Ma iniziamo per epoche .

Quando andavo a scuola io alle elementari, nel 1956, gli edifici scolastici nel Comune di Livo, erano tre , uno a Preghena, uno a Livo, ed un terzo plesso a Varollo, io che sono di Scanna, ho frequentato la scuola a Varollo, che copriva il fabbisogno delle frazioni di Scanna e di Varollo.

Gli altri due edifici servivano le utenze di Livo e di Preghena. Il plesso di Livo era ubicato nel vecchio caseificio, dove ora c’è la scuola materna, quello di Preghena era dapprima situato nella canonica, poi, venne costruito un nuovo edificio a valle del paese, proprio all’ ingresso, ma queste sono storie di cui mi occuperò in un secondo tempo, ora voglio descrivere la scuola di Varollo che ho frequentato fino alla quarta elementare, poi ho continuato gli studi nel collegio dei frati francescani di Campolomaso.

La scuola elementare di Varollo, era ubicata nella casa della “ fredaglia “ che era una confraternita umanitaria che si occupava della sanità della gente locale, in particolar modo dei minatori che operavano nelle varie miniere di argento della zona e quella casa era adibita ad ospedale, eituato proprio all’ inizio dell’ abitato, vicino alla chiesa parrocchiale della natività di Maria, di Varollo.

Questo edificio era anche servito nei secoli scorsi, come ospedale, ora appartiene all’ ITEA che ha ricavato cinque appartamenti ed una sala riunioni a piano terra.

Questo edificio ha visto transitare all’ suo interno, generazioni di alunni, fino alla fine degli anni ‘50, quando l’ amministrazione comunale , allora era Sindaco il dott. Lorenzo de Stanchina, preso atto dei tanti limiti che avevano gli edifici scolastici di Livo e Varollo che erano obsoleti, piccoli e non si prestavano più alle nuove e più moderne esigenze didattiche, ed il mantenimento di tre strutture in un Comune era un peso finanziario non più sostenibile, decise di costruirne uno nuovo, più ampio e moderno, che potesse contenere anche gli scolari di Livo. primo fra tutti a constatare lì inadeguatezza strutturale degli edifici che ospitavano la scuola di Livo e di Varollo, fu il Sindaco di quel tempo sottor Lorenzo de Stanchina che nella sua lungimiranza di uomo di cultura e sapiente amministratore, propose di abbandonare i vecchi plessi di Livo e Varollo e costruirne uno nuovo nella frazione di Livo ubicato più o meno dove è stato eddificato l' attuale nuovo edificio scolastico, che potesse ospitare la scuola elementare e la media. Il terreno in oggetto era di proprietà de Stanchina che erano disponibili alla cessione ritenendo l' opera di primaria importanza per la cultura del paese.

Ma le solite menti conservatrici si opposero adducendo la motivazione che le medie erano di troppo, così si ripiegò sulla soluzione di Varollo.

Si procedette, allora, alla scelta del luogo dove costruire l’ edificio, non fu una scelta ne facile ne priva di polemiche, come è sempre stato questo paese, dove tutti tendono a conservare il loro orticello, con i privilegi che ne derivano, e non si riesce a guardare più avanti della punta del proprio naso, ripiegando in tal modo su scelte derivanti da meschini compromessi e che sono sempre risultate poi nel tempo, strutturalmente carenti, riduttive e di basso profilo pratico e sociale. Ci si scontrava, ancora, con la mentalità conservatrice ed ottusa di alcuni personaggi di Livo, che ancora una volta mettevano al primo posto della scala dei valori, il loro egoismo e l’ incapacità di essere “ comunità “ che guarda al vero interesse dei propri figli, ad una crescita collettiva nei valori sociali ed umani.

Questa piccola minoranza tentò di opporsi al nuovo plesso scolastico al quale era stata finalmente trovata una equa soluzione, in un prato a metà strada tra Livo e Varollo, ma per questo gruppetto di ribelli, che non volevano mandare i loro figli in quella scuola, il posto scelto era ancora troppo lontano dalla loro abitazione e dalle loro intenzioni medioevali e retrograde.

Queste persone, proposero perfino un referendum popolare che avrebbe deciso la sorte del nuovo plesso, ed in caso di un risultato favorevole ai promotori, si sarebbe vanificato il lavoro di anni di trattative e perso definitivamente il posto in graduatoria per il finanziamento dell’ opera da parte della Provincia di Trento.

Dall’ alto della sua cultura e del suo buon senso, il cav. De Stanchina Lorenzo, sindaco di Livo, ritenne giusto e democratico coinvolgere la popolazione, informandola con una lettera del 24 giugno 1961, che fece recapitare a tutte le famiglie delle frazioni di Livo, Varollo e Scanna, dove spiegava le ragioni di quella scelta, i costi economici e gli incalcolabili benefici , sociali ed umani, che questa scelta avrebbe portato nel futuro delle generazioni di alunni che l’ avrebbero frequentata.

Si costruì l’ edificio a Varollo, in località “ Gaggià “ su un terreno che era di proprietà di un mio zio che si chiamava Zanotelli Ernesto, ed il tempo diede ampiamente ragione alla scelta saggia del buon sindaco dott. Lorenzo de Stanchina.

I lavori di costruzione durarono due anni, per un costo complessivo di 30 milioni di lire, così ripartito

Contributo delle Stato italiano Lire 22.267.350-

Contributo del BIM, (Bacini Imbriferi Montani), L.6.000.000-.Per un totale di Lire 28.267.350- quindi il contributo del Comune si limitava a Lire 1.732.650-

Le nuove scuole furono inaugurate nel 1963, quando io ero già in collegio a Campolomaso, con l’ avvento poi del nuovo parroco, don Michele Rosani, in un ala del plesso venne ricavata la scuola materna, che negli anni 90 trovò poi sistemazione , come già detto, nell’ ex caseificio di Livo.

Per circa una trentina di anni la scuola , così come era, bastò alla popolazione scolastica di Livo, Varollo e Scanna, fino a quando il Comune decise di chiudere la scuola di Preghena, anche in questo caso, con tante inutili polemiche che rispecchiavano , nel merito, quelle di Livo degli anni 60, con la chiusura imposta dalla Provincia, delle scuole di Bresimo e di Cis, e con l’ arrivo in paese di numerose famiglie di immigrati e dei loro tanti figli, nonostante l’ intervento dell’ amministrazione Filippi, che nel 1985 ristrutturò la scuola di Varollo, predisponendola anche per il rialzo di un secondo piano, il problema dello spazio si ripresentò puntuale.

L’ amministrazione Filippi, era propensa a risolvere il problema alzando di un piano l’ edificio, che avrebbe di fatto raddoppiato le aule essendo il piano terra adibito a mensa e palestra, e , secondo me, sarebbe stata la soluzione migliore e meno costosa.

Poi Filippi nel 2000 perse le elezioni e la nuova amministrazione guidata sa Franco Carotta, optò per un polo scolastico molto più grande e costose ( 6 milioni di euro ) a Livo, a nord del campo di calcio, al bivio della strada provinciale che porta a Cis.

Di tale opera se ne sente parlare per la prima volta, ufficialmente, nella propaganda elettorale della lista Carotta Franco, già nel 2000, ma allora l’ ubicazione prevista era un'altra, lo volevano fare nell’ area dell’ ex SCAF, appena demolita ed in cerca di una nuova destinazione, ma non se ne fece nulla. Poi, molti anni più tardi, se ne riparlò, sul bollettino comunale “ MezAlon “ nel numero di settembre 2007, con una breve descrizione a firma del Sindaco ed un progetto di massima, iniziale, finanziamento pubblico di 3.501.894,38- euro, pari al 90% della spesa complessiva e 280.000,00- euro per l’ acquisizione dei terreni, pari al 80% della spesa complessiva. I lavori in oggetto, dovevano essere terminati entro il 2010

Poi una serie di anni di ritardo, con il terreno che doveva ospitare il polo ancora tutto un meleto che veniva potato quando era in corso la fioritura, all’ ultimo momento quando il proprietario capiva che anche per quell’ anno non gli sarebbe stato espropriato.

Alla scadenza elettorale del 2010, puntualmente , viene riproposto , a mezzo stampa ( l’adige di domenica7 febbraio 2010) ed in tutta la propaganda elettorale di questa amministrazione, il nuovo progetto di un polo scolastico con annesso parco tematico, per un costo totale di 6 milioni di euro .

L’ opera ha finalmente inizio nel 2010 e viene ampiamente messa in rilievo in un articolo, a firma di Gianantonio Agosti, sul numero di dicembre del bollettino comunale MezAlon del 2010.

Ora la Ditta che aveva vinto l’ appalto d’ asta, sembra abbia dato fallimento, i lavori sono fermi da tempo ed il Sindaco si è affrettato a comunicare che anche il prossimo autunno gli studenti di Livo, Bresimo e Cis, andranno ancora nella scuola di Varollo e speriamo almeno loro abbiano imparato la lezione che i loro padri, ora amministratori, pur essendo stati alunni in quella scuola per 50 anni ed aver potuto constatare di persona tutti i suoi limiti, non hanno ancora imparato:

che a chiacchiere ed a promesse elettorali, non si fanno lavori !

Voglio anche evidenziare un fatto che la dice lunga sulla democrazia diretta e partecipativa tanto sbandierata a parole da questa Amministrazione comunale, che fin dall’ inizio si era presentata con al primo punto del suo programma, la democrazia diretta, il coinvolgimento della popolazione nelle scelte amministrative importanti, tante belle parole rimaste lettere morte.

A differenza di adesso, 50 anni fa, un Sindaco più democratico e più progressista, davanti a delle forme di dissenso di una piccola minoranza e di alcuni amministratori, si è sentito in dovere, pur non essendo obbligato a farlo per legge, di informare la popolazione dei pro e dei contro che quell’ opera pubblica avrebbe portato, tutto questo in tempi dove anche il costo di una lettera era soppesato, per non incidere sul bilancio del comune, ora, nell’ epoca di internet, dei social network, della stampe facili, non si è pensato di farne un uso corretto, si sono pubblicate da parte di un Associazione comunale, la Pro loco, piuttosto delle pesanti volgarità offensive del pudore, delle donne e delle religioni, questo è un atteggiamento arrogante ed ottuso che fin da subito ha identificato questa Maggioranza ed i suoi supporter, che ha dimostrato e dimostra una scarsa sensibilità verso la democrazia e la condivisione delle scelte.

Altra importante osservazione che mi piace fare, è il fatto che si sia perso così insegnanti, per una migliore qualità delle attività scolastiche e ricreative. Forse si tende erroneamente ad attribuire una scarsa importanza al ruolo educativo e sociale della scuola, che, assieme alla famiglia, ha un ruolo fondamentale nella crescita culturale e civica dei bambini e non deve essere una formalità dovuta, o una perdita di tempo, ma deve trovare un ruolo centrale e primario per una società che si proclama civile.

 

Non si è sentito neppure la necessità ed il dovere morale nei confronti dei propri figli, la partecipazione diretta ed attiva dei genitori alla realizzazione di un opera così importante per l’ educazione dei bambini.

Si poteva infatti costituire un Comitato di genitori con l’ incarico di seguire i lavori di progettazione dando il loro consiglio ed il loro parere al Progettista, certo è un bell’ impegno, ma vorrei ricordare che è in questo modo che una Comunità esprime il proprio interessa e la propria partecipazione alla vita politica e sociale della Comunità ed alle scelte sia ideologiche che strutturali che l’ Amministrazione propone.

Il ruolo di una Comunità attiva, non deve limitarsi a scegliere i propri amministratori con una x sulla scheda elettorale, ma li dovrebbe seguire ed affiancare per l’ intera legislatura per capire e controllare che quello che fu promesso in campagna elettorale venga poi mantenuto nei fatti.

 

“ La nuova scuola soltanto dal 2013” così recita il titolo del pezzo che il quotidiano L’ Adige ha dedicato al ritardo dovuto alla sospensione dei lavori da parte della Ditta Pasqualini che doveva eseguire e terminare i lavori con il classico metodo delle chiavi in mano. Così il tempo passa e il “ paio di mesi di ritardo acquisito “ sono diventati un anno e non si sono visti neppure “ il lati positivi “ di questo fallimento come auspicava il Sindaco, insomma è ancora tutto in alto mare, inutile quindi sperare che durante le vacanze scolastiche del prossimo Natale. Si possa procedere al trasloco dalla scuola di Varollo a al nuovo plesso scolastico di Livo. E’ vero che il fallimento dell’ Impresa costruttrice non lo si può attribuire all’ Amministrazione guidata da Franco Carotta, ma la responsabilità oggettiva dei ritardi di anni che hanno preceduto la fase di progettazione a quella dell’ inizio dell’ esecuzione dei lavori, quella si. Si sono persi anni preziosi, quando ancora non si intravvedeva l’ attuale pesante crisi economica, per l’ acquisizione del terreno e questo lo si notava dalla potatura delle piante di melo che avveniva sempre fatta nel tempo della fioritura degli alberi, all’ ultimo momento.

E’ uscito da poco il periodico MezAlon senza che nel numero di Natale la Maggioranza e l’ Opposizione che amministrano questo paese, si siano sentiti minimamente in dovere di rendere conto alla popolazione del problema del nuovo edificio scolastico, neppure una parola, anzi il Sindaco dice che non serve rendicontare sul giornalino, mentre il consigliere di maggioranza Agosti Gianantonio auspica una maggior presenza dell’ Amministrazione sul periodico… almeno si mettessero d’ accordo.

Concludo con una domanda che rivolgo sia ai Consiglieri di maggioranza che a quelli di opposizione :

 

“ Anche se qui nessuno parla davanti al degrado sociale e strutturale sempre più evidenti che ormai regna sovrano in questo paese e per il quale si possono individuare oggettivamente delle pesanti e gravi responsabilità, pensate di avere o no una benché minima responsabilità in tutto questo sfascio, o date sempre la colpa ad altri ? “

Nell’ ottobre 2013, si aggiunge alla vicenda travagliata del nuovo edificio scolastico di Livo in costruzione, un altro grave ed inquietante episodio che la dice lunga sull’ effettivo sistema “ democratico “ dell’ attuale Amministrazione comunale retta dal sindaco Carotta Franco.

In data 05 ottobre 2013 sono stati destituiti i consiglieri ed assessori comunali Aliprandini Rosaria, Fanti Luciano ed a seguito di questo provvedimento deciso dal Sindaco ed inoltrato agli interessati via e. mail, il giorno 07 ottobre si dimetteva anche il terzo Assessore Agosti Gianantonio.

Le ragioni e le cause di questa paradossale vicenda, vanno cercate propri nella gestione della costruzione del nuovo plesso scolastico e nei malumori ed incomprensioni dettate dalla cattiva e non tanto trasparente gestione dell’ intera opera.

Sembra infatti che i mal di pancia siano di vecchia data , ma quello che ha fatto traboccare il vaso è stata l’ idea venuta al Sindaco ed ad altri, di voler proseguimento in modo autonomo i lavori di completamento del polo scolastico, interrotti dal fallimento della Ditta Pasqualini. Tutta questa operazione avrebbe comportato l’ acquisto da parte del Comune della gru, ponteggio, box prefabbricati, recinzioni, per un totale di 62. 00. 00 euro, e la contestuale rinuncia alla copertura finanziaria ( fideussione ) a favore del Comune 176. 198. 00 euro.

La giunta è stata rimpastata con tre nuovi elementi e la delibera è stata approvata consentendo così la ripresa dei lavori.

Tardiva quanto inutile la presa di coscienza e di distanza dei tre consiglieri destituiti, da tempo infatti era noto a chi guardava con gli occhi dell’ obbiettività il sistema di amministrazione vigente nel Comune di Livo, che da tempo si era accorto di chi veramente amministra e decide…

Indegna anche del ruolo che gli elettori le avevano attribuito l’ opposizione, silente davanti a tanto scempio di democrazia e sempre più ruota di scorta dell’ attuale fallimentare maggioranza.

Auspicabile per sanare tutte queste anomalie e questo sistema di meschina sudditanza, sarebbe il lasciare commissariare per un lungo periodo di tempo questo infelice Comune, devastato strutturalmente e socialmente, affinché forze nuove e libere possano in futuro riportarlo ad una degna e democratica amministrazione ed ad una civile ed umana convivenza.

Non so se vedrò tutto questo…

Arrivederci alla prossima puntata di questa incredibile farsa.

Con le dimissioni di 8 consiglieri, tre di maggioranza ( Agosti Gianantonio, Aliprandini Rosaria e Fanti Luciano ) e cinque di opposizione ( Betta Massimo, Conter Aldo, Conter Luca, Zanotelli Francesca e Zanotelli Lino ) si è finalmente posto fine alla peggiore amministrazione comunale che io ricordi.

L’ ormai ex sindaco Franco Carotta, se ne và nel modo identico di quando era stato eletto, dopo un pareggio elettorale con il suo antagonista Giulio Filippi che aveva portato il comune di Livo nell’ anno 2000 al commissariamento per sei mesi ed a una nuova e decisiva tornata elettorale che aveva visto prevalere Carotta. Nell’ ottobre 2013 si era poi avuta la defezione dei tre consiglieri della sua maggioranza, che hanno pesato in modo determinante alla sua caduta, ed ora il comune sarà nuovamente commissariato per sei mesi.

Da subito si era capito che l’ opposizione guidata da Aldo Conter, che aveva perso alle elezioni del 2010 per una manciata di voti, era un opposizione imbelle e rinunciataria, lo si può evincere dal momento iniziale della legislatura quando ha votato in toto il programma della maggioranza.

Nel corso di questi quattro anni poi parecchi sono stati gli episodi di sostegno alla sempre più traballante maggioranza di Carotta, insomma una stampella ed una ruota di scorta della maggioranza.

Che dire dei tre consiglieri ribelli, se da un lato si può dare atto del grande senso di responsabilità democratica della loro uscita dalla maggioranza prima e delle dimissioni che hanno determinato la fine anticipata della legislatura, di contro c’è da rilevare la loro pesante ed ingiustificata responsabilità nell’ avere tenuto in piedi per 14 anni una maggioranza politica legata mani e piedi a dei poteri esterni, che a loro dire hanno determinato delle scelte amministrative sbagliate togliendo di fatto potere decisionale al consiglio.

Più volte infatti hanno chiesto sia in aula che a mezzo della stampa locale e del giornalino Comunale MezAlon. Di ridare la voce ed il potere al consiglio comunale. C’è da rilevare inoltre, alla luce dei risultati elettorali che in ogni tornata hanno evidenziato una pesante spaccatura all’ interno del paese con quasi la metà dei consensi all’ opposizione, segno inequivocabile che metà della popolazione aveva capito in anticipo verso quale tipo di politica si sarebbero imbarcati, perché a volte la gente ha più “naso” e più buon senso dei loro amministratori, peccato che poi, come nel caso in questione, la popolazione sia stata colpevolmente assente da ogni tipo di dibattito o di posizioni critiche nei confronti dell’ amministrazione in tutti questi 14 anni.

Continuate a dormire, buona notte !!!

Si aggiunge un altro tassello nella travagliata storia della scuola elementare di Livo – Varollo, il giorno 30 gennaio 2015 in una delle aule didattiche si è staccato un pezzo di soffitto cadendo al suolo per fortuna senza ferire nessuno degli scolari e del personale docente.

Varie le ipotesi: dal terremoto al cedimento strutturale, inutile affermare che in ogni caso urge il completamento del plesso di Livo, sperando che nonostante tutte le sue brutture ed architettoniche ed ergonomiche sia comunque più sicuro del vecchio edificio di Varollo. In un'aula della scuola di Livo, nella frazione di Varollo, ieri pomeriggio una parte di soffitto ha ceduto facendo crollare dei calcinacci sul pavimento della classe fra la lavaga e la porta d'ingresso

Nessuno si è fatto male, e i calcinacci non hanno nemmeno sfiorato gli alunni, ma il sindaco Ferruccio Zanotelli ha pensato bene per evitare problemi di emettere subito un ordinanza di chiusura.

Rimane solo un grande spavento da parte di tutti gli alunni e le maestre elementari che subito dopo il crollo hanno sospeso le lezioni e chiamato i vigili del fuoco. Nella giornata di oggi saranno effettuati i controlli e le verifiche da parte del personale tecnico per valutare la situazione. Il sindaco ha comunque dichiarato che non vi sono pericoli e che se il parere dei tecnici fosse positivo la scuola potrà riaprire già lunedì.

Il crollo potrebbe essere avvenuto a causa del terremoto che ha colpito il Friuli, con epicentro a Udine, che si è sentito anche in alcune zone della val di Non.

Aggiornamento: Le verifiche disposte dal sindaco hanno imposto la chiusura fino a mercoledì, ma le lezioni riprenderanno giovedì, in un'altra sede da individuare. Al momento si pensa alla ex Canonica. I lavori per il rifacimento del controsoffitto danneggiato inizieranno la prossima settimana, lunedì o martedì.

NUOVO PLESSO A LIVO

ULTIMO ATTO

 

domenica 04 giugno 2017 si è proceduto all' inaugurazione in pompa magna del nuovo plesso scolastico di Livo.

Finisce così in gloria comune una vicenda lunga e penosa della storia amministrativa di Livo, e tutto quello che prima non piaceva a molti per la forma achitettonica o per i costi ingiustificati della scelta di costruire un plesso nuovo invece di addattare il vecchio, ora improvvisamente, adattandosi al pensiero politicamente corretto, è divenuto bello ed armonioso, ergonomico ed indispensabile per il futuro dei bambini che lì dentro riceveranno i primi rudimenti elementari del sapere con l' auspicio, visti i tempi lunghi per la realizzazione ed i coti faraonici, ne usciranno dei piccoli geni. Altra piccola considerazione da fare in questo contesto, viste le dimensioni imponenti del fabbricato, la vasta superficie impegnata ed il notevole sforzo finanziario, e considerato che un opera del genere dovrà durare almeno 100 anni, forse valeva la candela visto che si è fatto 30 fare anche 31 ed inserire la scuola materna nel plesso ( lo spazio sicuramente c' era ) e rendere il nuovo polo un unico centro didattico.

Utile ed anche doveroso sarebbe stato stampare un libretto da distribuire alla cittadinanza dove si spiegano le motivazioni tecniche, amministrative, storiche e sociali della scelta fatta, con una relazione storico – finanziaria a lavori completati, in modo tale da lasciare un documento ufficiale ai posteri, ma forse questo non rientra nel DNA dei nostri Amministratori e della nostra Comunità che non ha una storia da tramandare e per questa ragione non avrà un futuro.

 

 

"In questo luogo troverete strumenti e competenze per essere cittadini del mondo e potrete prepararvi al meglio per affrontare le sfide che il futuro vi riserva". Cosi l'assessore provinciale trentino alla coesione territoriale, enti locali e urbanistica, Carlo Daldoss, intervenuto in rappresentanza del presidente e assessore all'istruzione Ugo Rossi, impegnato a Trento con il Festival dell'Economia, si è rivolto ai ragazzi che frequenteranno il nuovo polo scolastico intercomunale di Livo in Val di Non, inaugurato oggi insieme al polo ambulatoriale e al Parco Giardino. La nuova scuola elementare servirà, oltre Livo, i comuni di Bresimo, Cis e Rumo.

"Gli investimenti in edilizia scolastica - ha detto l'assessore - sono molto importanti perchè sono investimenti che mettono al centro i giovani, i cittadini "di domani". L'efficienza, la sicurezza e la funzionalità degli edifici scolastici è di fondamentale importanza per lo svolgimento dell'attività didattica, per questo abbiamo posto il tema al centro dell'attività della Giunta provinciale. La situazione generale del nostro patrimonio è buona, ma il mantenimento e il miglioramento di questi livelli presuppone un impegno costante".