LA TOMBA SUL BUSENTO

 

Poesia e Storia

Per non lasciare gli appassionati di poesia con la sola fugace citazione in prima pagina, trascriviamo integralmente "La tomba nel Busento" del poeta e scrittore tedesco Ugo Platen (1796-1835) nella celebre traduzione di Giosuè Carducci, pubblicata sull’antologia "In cammino" di A. Pellegrinetti (Petrini, Torino, 1967).

 

Cosenza fine ‘700 di G.B. Pacichelli

Prima di tutto la storia, dunque.

Nella notte del 24 agosto del 410 D.C. Alarico, Re dei Visigoti, entrò con il suo esercito in Roma, passando per Porta Salaria. Seguirono tre giorni di saccheggi e violenze, anche se pare che fosse stato impartito l'ordine di non sacrificare vite umane e di risparmiare le chiese.

Dopo queste tre giornate, che resteranno impresse a lungo negli occhi dei cittadini di Roma, i barbari abbandonarono l’Urbe e si diressero verso il Sud della penisola, con l’intenzione di raggiungere le coste africane per nuove invasioni e conquiste. Ma ecco l’imprevisto: Alarico, allora quarantenne, colto da improvvisa malattia, morì nei pressi dello Stretto.

Narra la leggenda che i Visigoti, per evitare che mani romani potessero violare la tomba del loro re, deviarono il fiume Busento, nei pressi di Cosenza, e seppellirono nel suo letto Alarico in armi, insieme al suo cavallo ed al suo tesoro e successivamente ripristinarono il normale corso delle acque. Infine, gli schiavi utilizzati per deviare temporaneamente il corso del fiume vennero ammazzati, perché non rivelassero il segreto.

La tomba nel Busento

 

Cupi a notte canti suonano

Da Cosenza su ‘l Busento,

cupo il fiume gli rimormora

dal suo gorgo sonnolento.

Su e giù pel fiume passano

E ripassano ombre lente:

Alarico i Goti piangono

Il gran morto di lor gente.

Ahi sì presto e da la patria

così lungi avrà il riposo,

mentre ancor bionda per gli omeri

va la chioma al poderoso!

Del Busento ecco si schierano

Su le sponde i Goti a prova,

e dal corso usato il piegano

dischiudendo una via nuova.

Dove l’onde pria muggivano,

cavan, cavano la terra;

e profondo il corpo calano,

a cavallo, armato in guerra.

Lui di terra anche ricoprono

E gli arnesi d’or lucenti;

de l’eroe crescan su l’umida

fossa l’erbe de i torrenti!

Poi ridotto ai noti tramiti,

il Busento lasciò l’onde

per l’antico letto valide

spumeggiar tra le due sponde.

Cantò allora un coro d’uomini:

"Dormi, o re, nella tua gloria!

 

 

Man romana mai non violi

La tua tomba e la memoria!"

Cantò, e lungo il canto uditasi

Per le schiere gote errare:

recal tu, Busento rapido,

recal tu da mare a mare

 

Ugo Platen

 

 

 

La ballata è grave, cupa, come l’episodio che rievoca, vissuto anch’esso in uno dei periodi più cupi della decadenza dell’impero.

E’ interessante notare che la caduta di Roma in mano ai barbari, dopo tanti secoli di gloria, fece un’impressione enorme nei contemporanei (mai un barbaro aveva osato tanto dai tempi di Brenno), tanto che vi fu chi presagì la prossima fine del mondo, e l’uomo che di tale sbigottimento era stato il principale artefice, fu considerato, almeno dalla sua gente, un grande eroe. Anche così si spiega il mistero con cui vollero circondare la sua sepoltura.

Il poeta ha reso l’atmosfera da leggenda di questo episodio con molta efficacia.

L’inconsueta opera che i compagni di Alarico compiono per nascondere per sempre la salma del loro re, assume, nella solitudine della morte e del luogo, una maestosa grandezza; le voci e i pianti dei guerrieri risuonano cadenzati e gravi risvegliando nel nostro cuore una lunga e misteriosa eco.

 

Il sigillo di Alarico, una delle sue rare effigi

 

Alarico e Ataulfo

Per concludere, ecco la lunga serie di re Visigoti che regnarono in Italia dopo la morte di Alarico:

ALARICO 410 d. C.

ATAULFO 410 - 415

VALLIA 415 - 419

TEODORICO I 419 - 451

TORRISMONDO 451 - 453

TEODORICO II 453 - 466

EURICO 466 - 484

ALARICO II 484 - 507

AMALARICO 507 - 531

TEUDI-531 548

TEUDEGISILO 548 - 549

AGILA-549 554

ATANAGILDO 554 - 567

LEOVIGILDO 567 - 586

LIUVA I (in Gallia) 567 - 573

RECAREDO I 586 - 601

LIUVA II 601 - 603

VITERICO 603 - 610

GUNDEMARO 610 - 612

SISEBUTO 612 - 621

RECAREDO II 621

SUINTILA 621 - 631

SISENANDO 631 - 636

CHINTILA 636 - 639

TULGA 639 - 641

CHINDESVINDO 641 - 653

RECESVINDO 653 - 672

VAMBA-672 680

ERVIGIO 680 - 687

EGICA-687 702

VITIZA 702 - 710

RODRIGO-710 - 711