COSA SUCCEDE IN ETIOPIA

 

 

ETIOPIA, I TIGRINI ALLE PORTE DI ADDIS ABEBA

Quaranta anni fa ad Addis Abeba comandava un tiranno, filo sovietico, responsabili di massacri terribili: era Hailé Mariam Menghistu.

Un piccolo popolo,l' Eritrea, lotto' contro una tirannia e vinse . I due paesi Eritrea e Etiopia che Menghistu aveva con la forza unito si divisero e proclamarono la propria indipendenza . Tutti pensavamo che il corno di Africa avrebbe finalmente vissuto una generazione di pace.

Isaias Afewerki fu eletto presidente Eritreo e nessuno avrebbe mai immaginato che quelle sarebbero state le uniche votazioni mai svolte in Eritrea e che Isaias avrebbe fatto scomparire i suoi amici migliori, imprigionato il suo paese e incendiato la sua terra.

Ci fu poi una nuova guerra, a quei tempi mi trovavo ad Adigrat ,nel Tigray per lavoro , tra Etiopia ed Eritrea nel 1998.

Il 10 dicembre del 2019 ad Oslo., Abiy Ahmed Alì, giovane primo ministro dell’Etiopia (nominato ,e non eletto, nel 2018 per arginare la crisi etnica che dal 2016 scuoteva il paese) riceveva il premio Nobel per la Pace;era riuscito a porre fine all’eterno conflitto con l’Eritrea,almeno così si pensò.

Si leggeva ,a quei tempi ,che aveva liberato migliaia di prigionieri politici, cacciato funzionari corrotti e ufficiali di polizia torturatori.

E tutti sperarono ad una definitiva pace tra l’Etiopia e l’Eritrea.

Abiy Ahmed lo scorso anno a novembre, però, annunciava la guerra contro il Tigray, la più settentrionale delle regioni dell’Etiopia, sei milioni di abitanti sui 110 totali del paese.

Ma perché questo ?

I tigrini, vincitori, assieme agli eritrei, dell’altra guerra, quella degli anni ’80, contro Menghistu, hanno governato l’Etiopia dal 1991 al 2018.

Una regione il Tigray

stretta fra Eritrea, Sudan e il resto dell’Etiopia. Non hanno risorse. Dipendono per energia, gasolio, comunicazioni dall’Etiopia. Hanno resistito e combattuto per anni al potere centrale di Addis Abeba. Hanno combattuto la tirannia di Menghistu Hailé Mariam fino a corroderla. Nel maggio del 1991 entrarono ad Addis Abeba, conquistarono, con l’aiuto degli eritrei, il potere e sono riusciti a tenerlo fino al 2016. Hanno trasformato l’Etiopia in un paese federale.

Un paese difficile fatto di parecchie etnie ,lingue e tradizioni diverse .

Nel 2016, i tigrini, dopo essersi resi conto di non poter continuare a governare da soli un paese immenso, sembrano cedere pacificamente il potere pur sapendo di essere una minoranza e l’Etiopia era diventata troppo instabile e si pensò ,facendo così , a convivenza pacifica fra le diverse etnie. Purtroppo non ando così . Il ritardo e la sospensione delle elezioni, a causa del Covid fu la goccia che fece traboccare il vaso .

In Tigray questa decisione fu vissuta come una prevaricazione.

Fu allora che a Makallé ,capitale del Tigray organizzò solitarie elezioni regionali, considerate illegali da Addis Abeba, e, da parte loro, tigrini dichiararono decaduto il parlamento nazionale e si scelse la via delle armi.

Provocazioni, insulti,minacce fra l’Etiopia di Abiy e i tigrini. Spettatori interessati gli amhara (l’etnia che ha dominato il paese per centinaia e centinaia di anni, Hailé Mariam Menghistu era di etnia Amhara, anche loro ansiosi di riprendere il potere) e gli eritrei: quasi non aspettassero altro che questo conflitto.

Abiy Ahmed Alì Nobel per la Pace ha scatenato la guerra senza precedenti , ha promesso di essere implacabile, il suo esercito ha varcato la frontiera di Gondar, i suoi aerei hanno bombardato Makallé, al Tigray è stata tagliata l’elettricità e le linee telefoniche. Le banche, senza soldi, hanno chiuso, la gente si è trovata con le tasche vuote.

Conosco i tigrini è gente dura, hanno un esercito e una milizia. 250mila uomini armati. Sono abituati alla guerriglia ci hanno convissuto per più di 30 anni e sicuramente non molleranno . L’Etiopia corre il rischio di diventare il teatro di una guerra civile .Ci sono decenni di rancori, tensioni, rivalità, massacri che non sono stati cancellati. Forse l' unica e sola alternativa che

Abiy Ahmed Alì, dia le dimissioni ......

Abiy a Oslo pronunciò questa frase : ‘Aiutare la pace è come far crescere un albero’.

Forse è arrivato il momento di far crescere realmente quest' albero.........

Ezio Venturini