IL RUGGITO DEL GATTO

 

Il ruggito del Gatto

pubblicata da Arianna Grassi il giorno lunedì 30 maggio 2011 alle ore 16.35

- Unica e straordinaria pubblicazione,di parte, senza contraddittorio e deliberatamente priva di par condicio. -

 

La storia del locale che stavo aprendo aveva già un suo particolare destino, non potevo sperare in nulla di meglio, in nessun differente evolversi delle situazioni, sebbene per poco c'avessi creduto.

 

Anzi, a dirla tutta, mi sembrava strano che avessi potuto portare a termine il primo mese di onorato lavoro dietro alle mie amatissime spine, condendo di interessanti eventi i fine settimana di ottobre e novembre, senza la benché minima noia, senza nemmeno una visita delle autorità costituite.

 

I problemi avevano comunque iniziato a delinearsi, ed erano molto chiari, le solite menate di chi apre un locale e vota i sabati sera al divertimento giovanile (e con questo non intendo “solite menate” nel senso stupidate, ma noie che ogni vicino ha il diritto di far notare): parcheggi poco ortodossi – dovuti purtroppo ad un'effettiva mancanza di spazio – clienti convinti di tenere in mano un estintore e dover spegnere incendi all'esterno del locale, invece che usufruire dell'elegante e spazioso bagno del Gatto e quant'altro. Problemi che, d'accordo con un vicinato apparentemente ragionevole, si sono dimostrati più che risolvibili: è bastato far girare le richieste, più nel dettaglio compilare un regolario, debitamente messo in circolazione sia in rete che all'interno ed esterno del locale, per stare in pace coi vicini, e tutta la gioventù frequentante il Gatto ha limato le “barbare abitudini” e si è abituata a parcheggiare nella piazza sita in Varollo, ad espletare i propri bisogni tra le quattro pareti del bagnetto invece che “open air near the house” e via dicendo.

E' ovvio che sarebbe quantomeno impossibile aspettarsi che determinate situazioni si estinguano senza mai più riproporsi, soprattutto in un locale effettivamente molto frequentato, e spesso da gente di ogni provenienza. L'informazione e la correzione si erano comunque dimostrate più che utili.

Mi sono prodigata ampiamente per risolvere le problematiche inerenti alle lamentele, cercando di intrattenere rapporti quantomeno civili con un vicinato che si è rivelato – e tutti sanno che mi riferisco a due casi isolati, e non a tutto il resto del vicinato, di cui al contrario ho sempre apprezzato la sensibilità e la sopportazione (buon'anime!) – a posteriori soltanto una fucina di pretese assurde e prive di fondamento (gent che no la sa che far.). Quando ho realizzato che a nulla sarebbero serviti i miei sforzi, e che il rapporto di scambio stava diventando una situazione insostenibile, nel senso che anche quando non ero nel torto dovevo chinare la testa e chiedere scusa, allora ho deciso che avrei fatto orecchie da mercante.

Del resto ti rendi conto che certa gente non è troppo normale quando ti accorgi che

  • passano il loro sabato sera affacciati alla finestra con macchinetta fotografica alla mano sperando di immortalare chissà quale infrazione, o più semplicemente inventandosele;
  • ti costringono a far alzare clienti dal desco dove stanno mangiando per far spostare un furgoncino che effettivamente non aveva trovato un parcheggio, ma che di certo non impediva il passaggio, e sentendosi rispondere, dopo tale contestazione, che in realtà con passaggio s'intende il passaggio di due auto nei due versi di marcia contemporaneamente;
  • qualcuno si è premurato di farti trovare spalate di cacca animale all'entrata del bar;
  • di proposito, scambiano feci animali per umane e fanno partire una denuncia per tale motivo;
  • inspiegabilmente un tuo cliente si ritrova le gomme dell'auto tagliate di netto;
  • è addirittura impossibile sostare qualche minuto a motore acceso lungo il loro inestimabile passaggio perchè aspettano al varco e immediatamente devono usufruirne, con scenata napoletana al seguito, urla e grida in mezzo al piazzale;
  • che inspiegabilmente, l'unico motivo per cui non si era mai lamentato nessuno, ossia il rumore dei concerti, diventi episodio per un'ulteriore denuncia, quella che si è poi dimostrata essere la più dannosa per l'attività, ma che approfondiremo in seguito;
  • pur di esacerbare ulteriormente la situazione, si sognano addirittura di telefonare alle mogli dei clienti per lamentarsi di parcheggi dove i clienti in questione non c'entravano nemmeno lontanamente.
  • Questa è fresca fresca: si son sognati pure di domandare – in maniera, come al loro solito, estremamente maleducata – ad un infermiere dell'ambulanza se erano “al bar a bere due bicchieri o cosa, che noi dobbiamo passare”. Certo è che a portelloni spalancati e lampeggiante acceso, forse non si trovavano al gatto a far filò....

Persone abbiette, che pure ti sfottono, perchè non capiscono che il lavoro è un valore, che con i loro capricci ledono un'attività.

 

Nessuno si aspettava però che verso fine novembre, o forse s'era già a dicembre inoltrato, bene non ricordo, si presentassero in pompa magna maresciallo di Rumo e capitano di Cles (? forse, non so, era in divisa) per mettermi con le spalle al muro e ricevere la peggiore “partaccia da pellaio” della mia vita.

Vi assicuro che non è gradevole, per una ragazzetta di 25 anni, che ha appena aperto un'attività, sentirsi dire frasi come:

  • Livo deve tornare ad essere un paese per bene e questa deve tornare ad essere un'osteria.
  • non vediamo l'ora di farti abbastanza contravvenzioni per fartelo chiudere, sto locale.
  • Ci siamo rotti di partire e venire a controllare ogni qualvolta parte una telefonata alla caserma (nda: tra l'altro non riuscendo a riscontrare nemmeno un motivo per schiantarmi un multone). Al che sorge spontanea una domanda: appurato il fatto che a chiamata i carabinieri sono obbligati ad effettuare il controllo di rito, possibile che non ci siano clausule per cui quando è evidente che le telefonate sono prive di fondamento si commette un crimine in quanto si mobilitano interventi senza che ce ne sia bisogno? Ai postumi l'ardua sentenza.

Il suddetto, assieme ad allusioni varie inerenti a traffici illeciti di droga, a persone che vengono da troppo lontano e quindi, sospette, il tutto condito dal solito tono arrogante e dall'atteggiamento intimidatorio. Uniamo tutto ciò all'impossibilità di difendermi che fa da ciliegina sulla torta.

Queste non sono autorità che tutelano il cittadino. Sono abusi di potere belli e buoni, e soprattutto illeciti ed invalidi, come molte multe fatte su terreno privato, per esempio. Dimostratosi poi non appartenere nemmeno a di chi le lamentele.

E qualcuno mi spieghi come mai io sono meno cittadina di altri, visto che non solo con la mia attività contribuisco a pagare lo stipendio dei dipendenti statali... creo anche movimento nel paese, spesso arriva gente che occupa posti letto e spende, all'interno del comune, tra bar, negozi, agritur... quindi non solo nel mio locale.

 

Ad ogni modo, la prima stagione concerti si esaurisce in maniera più che soddisfacente, nel senso che il calendario degli eventi è vario e la risposta del pubblico esaltante, al Gatto approda perfino il guitar hero americano Adam Bomb, e questo, nonostante l'estremo ostruzionismo perpetrato durante tutto l'anno.

 

L'amarezza sovviene non tanto per l'eccessivo zelo nei controlli, bensì per le evidenti differenze di trattamento tra il Gatto e tutto il resto dei locali sotto la giurisdizione della stessa caserma. Anche perchè non è una novità che si tolleri il parcheggio sul marciapiede in vari casi, meno che il mio, non è una novità che altre serrande rimangano tutt'ora aperte molto più a lungo delle mie, nonostante l'orario di chiusura.

 

Pensate che, durante la prima stagione dei concerti, sono riusciti a fare solo una multa al locale di per se, nonostante l'accanimento continuo, che se presa fuori dal contesto è più che lecita, ma che assume tinte fosche se spiegata nella realtà e comparata a quel che succede a quanto pare abbastanza spesso nel bar vicino.

Serata infrasettimanale, un venerdì, mi pare, all'una di notte, quelle sere che non passa un auto a pagarla oro. M'intrattenevo nel locale con pochi clienti, eravamo in cinque. Ho deciso, ahimè, che preferivo pulire la macchina del caffè e chiudere il locale in compagnia, piuttosto che in solitudine, ed ho optato per offrire la possibilità alla clientela di consumare l'ultima birra accompagnata da una sigaretta a locale chiuso, luci spente. Sono entrati due soggetti ai quali ho specificato subito che il locale era chiuso, ed era per quello che ci stavamo prendendo la libertà di fumarci una cicca, ma che se a loro dava fastidio saremmo usciti. Ho giusto terminato di pronunciare queste parole che uno dei due soggettoni si presentava come sostituto brigadiere del maresciallo di Rumo e che avrebbe fatto la multa a tutti quanti. Eccoci sistemati: 50 euro a testa per i clienti, e 450 (suppergiù) alla gestrice. A nulla vale specificare che i due carabinieri fuori servizio erano alla guida di un'auto e arrivavano da una cena ad alto tasso alcolico e che a me avevano ordinato due birre. Ma io lo preciso lo stesso. A nulla servirebbe anche specificare che in qualche altro bar di cui non si farà nome in questa sede si fuma a luci accese, ed i carabinieri entrano in divisa, senza nulla dire e soprattutto senza nulla fare. Ma che ci vogliamo fare....

 

In realtà i carabinieri si sono dimostrati tanto zelanti per controllare i sabati sera, quanto praticamente inesistenti quando si è trattato di fare ronda sotto il famoso periodo dei furti alle slot.

 

Si insomma, l'intenzione era quella di svuotarmi il locale a suon di intimidazioni e multe, e mentre il sabato i ragazzi continuavano a riempirmi il bar, durante la settimana intrattenevo le mie storie d'amicizia e risate con quelli che chiamo i “locals” e i “miei siori”. Perché c'è da dire anche questo, come mai in un locale così abietto, così malfamato, dovrebbe crearsi un giro settimanale con la gente del posto, coi siori e le siore? Spiegatemelo.

 

Col nuovo anno di concerti, anzi prima, negli unici due eventi che ho fissato per l'estate, altrimenti povera di introiti, probabilmente hanno capito che dovevano inventarsi qualcosa di più per scararmi da quel di Scanna. E fu dato il via a NAS, APPA, Agenzia Sanitaria, Pompieri di Trento, con richieste sempre più assurde e voli pindarici non indifferenti... Ora, sottolineo che questa è la mia visione delle cose: del resto quando troppe coincidenze si susseguono una dopo l'altra, a ragione si potrebbe pensare al complotto. Ebbene si, sono letteralmente caduta nei grovigli della burocrazia. Vorrei quasi una legge ad personam tipo il legittimo impedimento, che mi conceda di lavorare invece che star dietro a qualsiasi altra cosa.... e non mi chiamo Berlusconi.

 

Il colpo di grazia è stato proprio inferto dall'intervento dell'APPA, che è la branca dei carabinieri che si occupa dell'inquinamento acustico.

Hanno effettuato un rilievo che evidenziava dei volumi effettivamente troppo alti, dei quali solo dopo e a ragion veduta ne abbiamo scoperto i motivi, per questo ho dovuto interrompere la programmazione e seguire un determinato iter prima di poter riprendere con le date. Quindi ho ingaggiato un tecnico di mia competenza (tra multe ecc si parla in termini di migliaia di euri, no bruscolini) per dimostrare che avevo effettuato degli interventi di tamponamento – tappi imbottiti alle finestre – e che avevo riportato la soglia dei decibel nel limite di regola. Ingenuamente ho pensato che sarebbe servito per farmi riprendere in fretta l'attività, evitando così di far saltare troppe date.

Ricapezzolando, ho saltato la data di inaugurazione della stagione concerti, ho effettuato il mio rilievo, ho fatto ciò che mi era stato detto di fare, e certa della regolarità ritrovata (come la marcuzzi con lo sbifidus) ho ripreso a suonare, col sostegno del preziosissimo fascicolo che determinava appunto il rilievo effettuato ed i conseguenti esiti. Ma non avevo fatto i conti con la burocrazia, che prevedeva di allegare una domanda di revoca dell'ordinanza. Perfetto, all'ultimo momento, sotto le feste dei santi, mi sono vista costretta a far stare a casa un gruppo di Barcellona, uno di Trento, uno di Brescia, uno di Como ed uno del posto.

E siamo ripartiti con le carte, che avrebbero dovuto essere esaminate e di conseguenza ricevere un parere dal tecnico che mi aveva fatto la multa, col quale ho parlato e che mi aveva assicurato che se effettivamente il rilievo effettuato avesse dimostrato che avevo sanato il problema, in breve avrei avuto parere positivo. In breve stava a significare due giorni.

Così non è stato: ho ricevuto, più di tre settimane dopo, la richiesta di un'integrazione al fascicolo, definito lacunoso in certi punti.

Le informazioni mancanti riguardavano le marche degli amplificatori dei ragazzi che avevano suonato durante il rilievo ed una planimetria dettagliata con la disposizione della strumentazione. Non vi dico il mio umore una volta venuta a conoscenza della cosa. Del resto quale migliore scusa per dilatare i tempi se non la richiesta d'informazioni inutili. Perché di informazioni inutili si tratta, in quanto la strumentazione dei ragazzi cambia da concerto a concerto, non si tratta di un impianto fisso, non si possono tarare tutti gli strumenti che arrivano nel locale, il volume glielo da il mixer. L'integrazione è stata richiesta, e dal mio tecnico – in tempi comunque non troppo brevi, lo ammetto - è stata inviata al comune di Livo, che aveva il solo compito di inoltrarla all'Appa di Trento. Ebbene. Tale integrazione ha passeggiato da una scrivania all'altra del comune per oltre un mese, scandaloso, dato che per me un mese significano 8 date, un bel po' di soldi per prepararsi all'estate e quant'altro. (con mille ringraziamenti, invece, alla disponibilissima Chiara del comune, voglio specificarlo: attenta, precisa, disponibile) Come capirete, non ho nemmeno intenzione di aspettare la risposta dell'appa. Del resto, se anche arrivasse un verdetto positivo, probabilmente riuscirei a fare qualche altro concerto per essere bloccata di nuovo. In più, una volta risolto questo aspetto, ce ne sarebbe stato uno ulteriore, da sistemare, altre carte, altre menate, che io ed un altro mio tecnico avevamo momentaneamente lasciato da parte in attesa dell'evolversi dell'altra questione e che adesso vado ad illustrarvi: orbene, mi si presenta un giorno il maresciallo di Rumo al bar, e mi fa notare che in seguito all'emissione di una circolare mi pare datata a giugno, non potevo più spostare i tavoli della sala ristorante per far suonare i gruppi, in quanto sarei stata soggetta a multa, che lui ne era sicuro perchè si era premurato di telefonare alla polizia amministrativa ed informarsi. Questa magnifica trovata tutta provinciale (altri che si ammazzano di lavoro) mette sullo stesso piano il maggioramento delle consumazioni o l'entrata a pagamento al “riassettare il locale con diverse destinazioni” e prevede un'altra epopea burocratica non indifferente. Voglio dire, ma anche la provincia, o chi per essa, si diverte a creare “sbobbe iningurgitabili” alla gente che lavora? Possibile che spostare due tavole (che tra l'altro spostavo all'interno del locale, non è che creassi 200 posti in più, bensì facevo spazio alla band per suonare) stia a significare installare un impianto antincendio a pioggia, per esempio, o dover comunque domandare il permesso alla polizia amministrativa?, e quindi, mi domando io, se li avessi fatti suonare un po' più avanti, senza intaccare la posizione delle tavole, sarebbe stato meno pericoloso e quindi non avrei dovuto mettere l'antincendio a pioggia?? Che senso hanno tutti questi cavilli, queste limitazioni, questo regolamentare tutto e, cosa gravissima, in maniera astratta e totalmente generica: già le attività commerciali, soprattutto bar e ristoranti, soffrono molto la crisi, se poi siamo limitati anche nelle piccole forme di guadagno che c'inventiamo per barcamenarci, allora siamo proprio alla frutta. (corollario: come mi faceva notare un mio amico, mi domando come mai qualsiasi forma di imprenditoria giovanile sia sovvenzionata, in trentino, mentre per un disperato che prende un bar, nulla, deserto dei gobi.)

Ad un certo punto della storia mi sono resa conto che sono stata presa in giro dalle autorità, da un proprietario delle mura (ci s'è messo pure lui) che soffre di sindrome di tourette in seguito all'assunzione spasmodica di tazze, e la sfoga indegnamente sulla sottoscritta (per poi strisciare e chiedere scusa, nemmeno un'ora dopo), da vicini (di casa e di locali) invidiosi e dediti allo sputtanamento selvaggio, e dalle mie due caserme preferite, che, per togliersi lo sfizio, si sono divertite ad infierire il più possibile.

Si, perchè a parte Cles e Rumo, ho sempre incontrato rappresentanti dei carabinieri che si rendevano perfettamente conto della situazione, mi è capitato anche più volte di sentirmi dire : “fai qualcosa, mettitici d'accordo che son sempre i soliti a chiamare, anche se tutte le volte che arriviamo è tutto a posto.....”

Certo è che bisogna essere proprio piccoli uomini, per godere nell'infliggere ingiustizie e nell'approfittarsi del proprio potere. Piccoli e poveretti.

Comunque, foss'anche lavorare esclusivamente come bar-ristorante, non sbarcherei degnamente il lunario e sarebbe comunque difficilissimo lavorare causa l'onnipresente vicinato che anche la domenica mattina, ho notato da un po', si piazzano fuori dalla porta, sia nel parcheggio sopra, che in quello sotto, a sentenziare su dove sia più consono parcheggiare. Capirete anche voi che sono stanca di subire intimidazioni volte solo a farmi balzare i succhi gastrici ai massimi livelli.

Come avrete notato, mi sono limitata ad esporre in dettaglio solo IL problema, quello che ha definitivamente buttato giù il Gatto Nero. In realtà è andata anche peggio: come accennavo qualche paragrafo sopra, ogni settimana ricevevo una visita diversa. Nas e APPA a parte, Vigili del Fuoco di Trento, Azienda Sanitaria, mi è stato detto che “manca solo la Guardia Forestale a vedere se annaffi le piante”... abbiamo dovuto variare da gas a elettrica la cucina e far costruire dal nulla uno spogliatoio-bagno per i dipendenti, tutta roba che se si andasse a controllare in tantissimi altri locali, probabilmente c'andrebbe messo lucchetto e via. Solo che quando ci sono i cosiddetti controlli casuali è un conto, probabilmente invece, se un locale “deve chiudere” allora è più semplice appigliarsi a qualsiasi sfumatura, ed i controlli sono quanto di più preciso si possa fare.

Per me è tutta cattiveria gratuita. Mi spiace sapere già che non riuscirò mai a capire l'intensa MACCHINAZIONE che si è nascosta dietro a tutte queste avventure. Non riuscirò a scovare il responsabile del mio fallimento, e nessuno farà niente, a parte continuare a sporcarsi la bocca con miraggi e deliri da inventori di bar e Rock, che secondo me, è stanco pure lui di essere nominato.

 

Reputo che sia scandaloso un accanimento di questo genere nei confronti di un locale in particolare.

Mi dispiace perchè mi ritenevo così fortunata, nell'essere riuscita – dopo anni di gavetta – ad assicurarmi un'attività lavorativa che avrebbe coniugato guadagno a passione di vita, e nel giro di un anno è cambiato tutto.

Reputo di aver messo tutto l'impegno (e i soldi, ragazzi!) possibili nel progetto che avevamo intrapreso già da qualche anno: l'unica catena di eventi legata al rock e sottogeneri, in Val di Sole e anche Non, direi, era rappresentata dal Sun Valley in Rock, storico festival solandro, ed è proprio grazie a quello che abbiamo seguito la scia dei Sun Valley on the road, prima come Boston Club, poi come Gatto Nero, abbiamo iniziato a proporre live in maniera seria.

Con la dicitura “maniera seria”, intendo un modo realmente nuovo da queste parti di intendere il termine concerto. Innanzi tutto per noi era di fondamentale importanza l'accoglienza, un buon piatto di pasta e qualche birra erano d'obbligo, ed erano anche un momento di confronto tra gruppi che spesso si affiancavano durante la stessa serata magari non conoscendosi nemmeno, di modo da poter scambiarsi opinioni, racconti, addirittura date. Era importantissimo secondo il mio punto di vista far si che si creasse un fitto reticolo di contatti, che i gruppi riuscissero a spostarsi attraverso le valli ed oltre grazie a conoscenze loro, senza la storia dei demo da mandare ai locali e magari rischiare anche di patire la fame perchè pagati poco e nutriti nulla. E così è stato, almeno parzialmente, è un processo infinito, ma almeno è incominciato.

Importante anche il fatto che grazie al mio ragazzo, ottimo fonico fai da te, tutti i gruppi potessero contare su un aiuto tecnico, soprattutto i più giovani.

E' molto difficile, secondo me, concludere bei concerti, molti aspetti vanno curati e tenuti in considerazione per far si che il gruppo rimanga piacevolmente sorpreso e soddisfatto, che il pubblico, poco o tanto che sia, si diverta e faccia anche, perchè no, buona pubblicità al locale: del resto, è vero anche che se il gatto nero non ha mai sofferto troppo la concorrenza (anzi) è stato sicuramente perchè c'era tanto passaparola, tanta affezione per il pub. Dicevamo con clienti che in effetti, altra cosa che contraddistingueva prima il boston e poi il gatto era che lo stesso staff si divertiva per davvero, e forse anche questo corrobora al creare un clima al top, per i concerti e per qualsiasi altra attività.

Dopo sono arrivate le mode dei concorsi musicali, e abbiamo preso le distanza anche da quelli, l'esperienza, purtroppo, mi ha dimostrato che i gruppi sono proprio gli unici, che in tutta la situazione, ci smenano e basta. Essere costretti a suonare completamente gratis, fare lunghe distanze, accalcarsi – musicalmente parlando – in un esibizione di mezz'ora ciascuno, perchè più sono meglio è: si fa in fretta a capire che i beneficiari di tale sistema sono altri. E tra l'altro troppo spesso si nota una certa faziosità nel metodo di giudizio.

Un'altra bella conquista è stata quella di essere riuscita a trovare molti contatti, e a stilare calendari veramente cosmopoliti, vari, con gruppi da ogni parte dell'Europa e non. Basti pensare che da noi hanno suonato Elephant (Svezia), Adam Bomb (guitar hero USA), Gods of Hellfire (Manchester). Prima che mi bloccassero tutto dovevano approdare La Fama Street (Barcellona) ed in più gruppi dalla Sicilia al triveneto. Cosa che purtroppo non riscontro QUASI MAI nel panorama odierno: una sequela di date sentite e strasentite, per un pubblico che bene o male, nell'arco di 50 km, sarà più o meno lo stesso, nessun tentativo d'importare qualche gruppo fuori confine, l'unico intento è quello di tirar soldi, perchè il rock tira. Che poi, “importare” è una parola grossa, e presuppone che un gestore se li organizzi i concerti, senza farlo fare ai gruppi stessi lasciandoli al loro destino o accontentandosi dei concorsi dove avvengono selezioni, secondo me, veramente a cazzo. Ora.... Informo ufficialmente che la prossima volta che aprirò un locale sarà quando tutti si saranno ributtati sul diggei perchè avranno esaurito la previsione di guadagno. Sarà che son direttamente coinvolta e che non può far altro che rodermi il fegato, ma vedo in giro pallide imitazioni dei concerti che c'erano un tempo, dell'aria di festa che c'era prima. Poi, sono anche convinta che ce ne siano molti, come me, animati dalla passione. Peccato che chiudono uno dopo l'altro. Vedi Tilt, altra interessante realtà veramente Underground: abbiamo portato avanti gli stessi valori, penso, scegliendo strade diverse, e finendo alla solita maniera....

 

Comunque, di certo, non mi aspettavo che le mie questioni burocratiche interessassero a qualcuno, sino a che non sono stata contattata dal Nos Magazine per essere sentita sulla vicenda.

Peccato, avrei preferito che il NOS evitasse proprio di scrivere quel vergognoso trafiletto con la scusa di “sviscerare l'argomento” perché interessante; avevo richiesto apposta due cose: che non si aprissero le virgolette sulle mie dichiarazioni, perché in tal caso avrebbero dovuto riportare le mie parole pari pari; e di poter visionare l'articolo prima della pubblicazione. Cannate entrambe. Mi sono ritrovata a dire il contrario di quello che pensavo senza aver nemmeno dato un'occhiata prima. Ma del resto siamo circondati, anche nella nostra piccola realtà, di giornalai, anziché giornalisti, che riescono a telefonarti per chiederti la recensione di un concerto, invece che venirselo a vedere, a riportare le parole che gli inoltri tramite mail, e prendersi la licenza poetica di pescare tra i generi che elenchi e scambiarli tra i gruppi. Così salta fuori che qualcuno fa “street rock”, definizione liberamente attinta dal profilo che avevo stilato per qualcunaltro, ma questo è solo un esempio, e non riporterò ne autore (perché poi si tratta di un copia-incolla di farina del mio sacco, ma il nome sotto è il loro e lo stipendio pure....) ne altro per evitare bagarre, ma se siete curiosi basta domandarmi qualsiasi parte della documentazione che vi ho elencato sinora, dagli articoli in questione alle “carte”: nel disordine delle mie archiviazioni vi trovo tutto.

Poi ovviamente, post – bastard, e non solo a causa di quello, secondo me, ma bensì perchè si è arrivati alla commercializzazione dell'underground – i locali che hanno iniziato a proporre live si sono moltiplicati, mentre prima, bene o male se ne poteva elencare uno a valle, due.

Questo avrà sicuramente dato la possibilità a molti gruppi di esibirsi e molto più spesso, ma ha anche in un certo senso disperso il pubblico, perchè non è che il pubblico aumenta esponenzialmente in base a quanti locali “rock” aprono (o quanti si convertono al “rock”, in realtà). Benissimo, sana competizione, se dovessi guardarla da un punto di vista di gestrice, eppur mi sorge qualche dubbio, quando penso che è giustissimo fare gavetta e calcare quanti più “palchi” possibili per fare esperienza, ma l'esperienza non è solo FARE, ma anche GUARDARE, attingere all'esperienza e bravura di altri gruppi per sperimentare all'interno del proprio. E penso che uno dei miei gruppi “forti” da anni i “mei popi”, sia così coinvolgente grazie anche a tanti gruppi da cui i ragazzi hanno imparato tante malizie semplicemente osservandoli e cantando con loro.

Del resto non è fare gavetta, anche se fai dieci concerti al mese, se son sempre 4 soci che ti guardano.

Ad ogni modo questa è solamente la mia impressione, ed è totalmente alienabile al discorso “Gatto Nero” in corso.

 

Scrivo questa “memoria” perchè si sappia cosa significa aprire un locale per giovani nelle nostre valli, sottoposti ad abusi di potere, convinzioni preconcettuose, messi nella condizione di non poter lavorare. Senza vittimismi, onestamente parlando. E sicuramente, sapendo che aprire un locale avrebbe comunque significato avere qualche grana (boston docet).

Mi domando dove andremo a passare le nostre serate quando li avranno chiusi tutti, mi domando come mai i giovani siano considerati problema e non risorsa, mi domando che male c'è a bersi due tazze il sabato sera – tra l'altro, mai ritirata una patente a miei clienti; una, ad un ragazzo del posto che hanno aspettato sotto casa, i coraggiosi... La stessa sera che forse è stato segnato il destino del Gatto, ossia quando due intelligentoni (li chiamerò affettuosamente così, del resto non riesco a colpevolizzarli più di tanto.), di due compagnie diverse, in momenti diversi, hanno deciso uno di fare la pipi sulla portiera della volante (che le autorità avevano lasciato comunque incustodita, tengo a precisare) e l'altro di sgonfiare una gomma svitando la valvolina.

Col senno di poi godo. Eccome se godo.

E ora veniamo ai dovuti ringraziamenti....

 

Un valoroso grazie alla mia truppa e a tutti i miei siori: el por Aldo, Ico (anche se...), Vale, Luca, Ermes, Pio, el Gusto, Rolandino, Natalino, Ivo giulivo, Ugo, Marti, Lino, Rodolfo, mitico Arturo, el Giovanni con la pipa, el Tom, Ezio, Meo Meo e Markfir al completo più figliolanza e tuse, Mandi&Silvano, el Diaol da Bresem, Pompeo, Gaspare, I Tre “Re Maghi” da Cis, Vincenzì, Marica, il Parente, Fabri e Vrn, la Proloco tutta (presidente a parte, scherzo valà sacramento!), Giorgedo, Scoreggina, (i bresimini tutti con particolare riguardo per IL barista) e poi le donne del giovedi sera, el Cobra, Licia, VosEnCross, Mirkolino, Taz, el Dotor, Robertino, Silvietta, Arianna, Mattia e le altre nuove leve (i mei popi e/o minorenni emancipati), Robbè e quelli di Preghena, e gli altri, si insomma, tutti quelli che mi hanno sostenuto, tirato su di morale, che non hanno creduto alle maldicenze che altri si divertivano ad inventarsi, che hanno bevuto con me, che mi hanno sfottuto, con cui ho anche litigato. Che hanno semplicemente rappresentato la clientela migliore che potessi chiedere. Mi auguro di aver svolto al meglio la mansione di vostra barista. Poi ogni tanto ho sclerato pur'io ma va beh.... e sicuramente mi sono pure dimenticata qualcuno ma mi perdonerà...

 

E d'altro canto, ringrazio tutti i ragazzi che, sabato dopo sabato, hanno riempito il locale, e che si sono fottutamente sbronzati, divertiti, quelli del “pasime l'orel”, quelli che mi hanno sboccato in bagno e pure nell'antibagno, o sul divano, che hanno sudato come i porci, che hanno fatto casino dentro e pure fuori, quelli che hanno dato fuoco alle cose, batterie comprese, quelli che mi hanno offerto cangiali di tequila e quelli che non me ne hanno offerta ma se ne sono bevuta un sacco comunque, quelli che il giorno dopo mi telefonavano o venivano a trovarmi per sapere che avevano combinato la sera prima, e magari nemmeno io me lo ricordavo, quelli del tunnel che quando tornavo dal magazzino barcollavo, quelli che “ ho finito i fusti della birra, cerco uomini forti”, quelli dello stage diving anche se lo stage non c'era, gli irriducibili del bancone e della pancotta, quelli che chiedevano il passaggio a fine serata pur di rimanere fino alla fine, quelli che si accampavano sui divani, per terra, sugli amplificatori, quelli che si mangiavano le candele di compleanno, quella santa donna della Ileana che ha visto un sacco, parlato miga, e che mi sgridava perchè facevo casino e svegliavo quelli che dalla sera prima dormivano nel bar.... che donna!

Ringrazio anche coloro che se avevano una buona occasione (musicalmente parlando) me l'hanno passata, i miei preziosi contatti, i gruppi tutti (con le dovute eccezioni), ed il mio insostituibile Staff. E che Staff.

 

Con un occhio di riguardo a quella che io chiamo “la piccola famiglia del gatto”: selezionatissimi clienti (outsider e locals) che, nonostante le condizioni catastrofiche in cui verteva il mio brio organizzativo, il profondo scoramento e la stasi di fatto, hanno sopportato stoicamente.... Grazie.

 

 

 

RISPOSTE SIN'ORA GIUNTE:

Nos magazine

TIRATI IN CAMPO RISPONDIAMO A... ARIANNA GRASSI, IL GATTO NERO E I SUOI AMICI

https://www.facebook.com/notes/alberto-mosca/tirati-in-campo-rispondiamo-a-arianna-grassi-il-gatto-nero-e-i-suoi-amici/10150265375491694

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Cassandra Delacroix speriamo lo leggano le persone giuste....

30 maggio alle ore 21.18 · Mi piaceNon mi piace più

 

Daniel Iversen incredibile

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Daniel Iversen condividiamo

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Luca Podetti √ grazie a te!!!

02 giugno alle ore 11.44 · Mi piaceNon mi piace più

 

Lavinia Rossi onore ai combattenti, anche se sconfitti

domenica alle 22.37 · Mi piaceNon mi piace più

 

Arianna Grassi Ragazzi, qualcuno ha detto la sua. v'invito a leggerla. per parcondicio.

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Daniel Iversen e dov'è?

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grazie arianna, per averci provato... tu hai avuto la lungimiranza di intraprendere un'esperienza imprenditoriale che alla tua età, alla nostra età, ben pochi si prenderebbero l'onere di fare... come hai giustamente ricordato tu una parte d...el vicinato ti ha apprezzata ed è quello che ho fatto io fino ad un anno fa (non perchè adesso non ti apprezzassi più ma perchè non ero più tua vicina :-)) ti augurocon tutto il cuore di riuscire a realizzare i tuoi progetti futuri senza gente che cerca di ostacolarti e ti auguro inoltre di non incontrare sulla tua via altra gente che gioca con le parole per far apparire ciò che in realtà non è... un bacio e buona fortuna Simona Zanotelli

 

 

Maurizio Zanotelli

Sono il MOSTRO proprietario dei muri nonchè della licenza del Gatto, alcune piccole precisazioni:in seguito all' onorata conduzione del locale della BUONA alternativa Arianna ho dovuto sostituire la cucina con la spesa di € 3.000, (VISTO ...CHE NELL'ARTICOLO SEMBRA CHE LA SOSTITUZIONE SIA STA FATTA DALLA BUONA)sempre per la brillante conduzione della BUONA il MOSTRO ha dovuto costruire ex novo bagno per dipendenti e spogliatoio altri € 3.000, si specifica che il canone di locazione era di € 1.000 mensili regolarmente denunciati che al netto portano ad € 500 . Veniamo al fattaccio raccontato dalla BUONA Arianna per cui mi sarei arrabbiato, non di certo per i motivi evidenziati, ma perchè appena finito di costruire ripostiglio e bagno, faccio piccolo sopralluogo per vedere i lavori finiti, la BUONA Arianna con aria scanzonata mi dice,: "visto che hai finito i lavori adesso mi devi comprare anche l'armadietto per i vestiti " , specifico che lo stesso costa € 50, alchè mi sono un pò girate, ed essendo persona educata ho chiesto scusa non per il contenuto ma per le modalità in cui mi ero espresso. Non viene specificato nell'articolo che i NAS hanno trovato delle incongruenze sulle modalità di conservazione del cibo in cucina, che tralascio volutamente. Sempre in base al contratto alla restituzione dell'immobile sarei dovuto essere presente per constatare che il locale fosse in ordine, vorrei pubblicare la foto per constatare come mi è stato restituito il locale, ma siccome sono MOSTRO non ho chiesto nemmeno un piccolo anticipo fidandomi della BUONA che mi ha lasciato il locale allagato e sporco, resto basito da alcuni commenti effettuati da compaesani, presi da improvvisa benevolenza e falsità. So solo io il danno di immagine che la BUONA ha arrecato al mio locale, e mi sdegno pensando alle fatiche che ho fatto per aprire un locale in periferia al servizio della popolazione SPECIALMENTE GIOVANE senza sovvenzioni pubbliche. La BUONA se ha fallito invece che infangare gli altri guardi dentro di sé e magari farà una ragione.Per concludere vorrei ricordare che a me i giovani sono sempre piaciuti mi piace la buona musica ed è per loro che ho sempre inteso creare i miei locali. LA BUONA E' VECCHIA DENTRO ED E' LA COSA PEGGIOREIeri alle ore 12.09 · Mi piaceNon mi piace più

 

Arianna Grassi

bah, non ti rispondo nemmeno. comunque si, essendo in AFFITTO d'azienda, è quantomeno OVVIO che sia il proprietario delle mura a pagare per le incongruenze che sono state riscontrate nel locale. che devo paga' io? idem con patate per l'arma...dietto famoso, tono scanzonato a parte, dato che avevo ricevuto ben due sopralluoghi dall'azienda sanitaria a controllo dei lavori e che loro mi hanno espressamente chiesto di farti presente cosa andava, cosa no, cosa andava ancora aggiunto. e di certo non ho usato toni scanzonati. ad ogni modo....Ieri alle ore 12.18 · Mi piaceNon mi piace più

 

Arianna Grassi occhio PAESANI a darmi appoggio - si temono ritorsioni?

Ieri alle ore 12.19 · Mi piaceNon mi piace più

 

Simona Zanotelli ciao maurizio... se quando ti riferisci ai commenti di alcuni paesani includi anche me sappi che non mi sono assolutamente riferita a te, in quanto nulla so dei tuoi rapporti con arianna e non mi permetto di giudicarli... gli aspetti a cui mi riferivo io erano altri... gli investimenti e le fatiche che hai fatto tu per il paese io li ammiro e spero che il gatto possa lavorare bene anche in futuro...

Ieri alle ore 12.24 · Mi piaceNon mi piace più · 1 personaA Arianna Grassi piace questo elemento.

 

Arianna Grassi e n'altra roba: il gatto te l'ho ridato molto più pulito di come l'ho trovato. dovevo fare io una foto quando me ne andavo.

Ieri alle ore 12.24 · Mi piaceNon mi piace più

 

Arianna Grassi poi maurizio, te l'ho già spiegato con calma, io so dove manco e dove valgo. non sono una stinca di santo, non lo sono stata nella gestione del locale se no non duravo nemmeno sei mesi e non mi innalzo a niente proprio. ad ogni modo, ognuno ha il diritto di difendersi, in ogni modo evidentemente. sia mai.

Ieri alle ore 12.27 · Mi piaceNon mi piace più

 

Maurizio Zanotelli Per me è finita qua, Arianna non posso volerti male, molte cose che hai detto sono vere, mi sono solo risentito perchè tante volte sono stato al tuo fianco, Simona non mi riferivo a te, ci mancherebbe, non mi hai nemmeno citato, ciao a tutti

Ieri alle ore 14.29 · Mi piaceNon mi piace più · 1 personaA Simona Zanotelli piace questo elemento.

 

RE ARIANNA

 

Ho letto in questi giorni , lo sfogo della ex Gestrice del Pub Gatto nero, a dire il vero, mi sembra di leggere il Mein Kampf di Adolf Hitler, dove tutto quello che interessava a Lei, adava bene ed era merito suo, e tutto qullo che non andava, o dove Lei non era d’ accordo, era colpa degli altri, Carabinieri, Comune, vicini, ecc.

Ma tant’è, ce ne siamo liberati !

 

In tutto questo turbinio di parole, però, la Signora mette a nudo, ed evidenzia,  tutte le contraddizioni ed i limiti di questa Comunità, che si regge unicamente su meschini compromessi, tanta ipocrisia, ed una forte dose di pressapochismo e faciloneria, dove il residente deve rispettare le regole e pagare tasse e tributi, e tacere, mentre a Lei è stata dimezzata l’ ammenda di 1032,92 euro, che Le era stata comminata, e , che io sappia, nessuno ha preso le distanze da ciò che ha scritto, dove ci sono tante accuse gratuite ed ingiuste, e dopo averLe dato da guadagnare nel suo locale, ora che se ne è andata, si è pure preso la soddisfazione di sputtanare un po tutti, sensa che nessuno dicesse niente, anzi, taluni solidarizzano pure con Lei… Che paese questo, strano, incoerente ed ingrato,

 

Descrive anche molto bene, con toni molto coloriti, il “ Proprietario delle mura “, un personaggio pieno di contraddizioni, dalla lingua lunga, arrogante , specie con i deboli, e con un innato istinto di persecuzione nei confronti delle donne, dove sfoga le sue ire, per per dare libero sfogo alla sua “ Sindrome di Tourette “, quello, che come sempre ommette di dire la Signora, perché verità scomoda per Lei, è che fino a poco prima, ha sempre avvallato tutto quello che le veniva chiesto dal < Padrone delle mura >, ogni qualvolta la chiamata in causa proprio nei momenti di maggior sofferenza della sindrome da lei descritta…

 

La signora, Infatti, lamenta la lentezza della burocrazia Comunale, nel darLe delle risposte in merito alle Licenze sospese, che prima Le  erano state concesse con tanta facilità, senza tenere , in benché minimo conto, dei più sacrosanti ed elementari diritti dei vicini .

Lamenta una persecuzione da parte del vicinato, che non c’è stata, c’è stata semplicementa la richiesta del rispetto delle normative vigenti in merito di inquinamento acustico, ( sono stati rilevati 18,5 db, a fronte di 2 concessi ) ed è stata rilevata la pericolosità e la non conformità rispetto alla vigente normativa, per quanto riguarda le  bombole di gpl . Questo, Lei, non lo dice, anzi, non dice neppure di essere stata  Lei a voler cambiare l’ alimentazione della cucina, da energia elettrica a gas, per l’ alto costo della bolletta Enel.

Lamenta pure, di suoi clienti ai quali sarebbero state tagliate le gomme delle automobili, ma non dice  del tentativo di furto delle gomme dell’ auto di mio nipote…

 

Forse, Le è stato lasciato credere, che questa è una zona franca, dove le Leggi della Repubblica non valgono… ecco perché il Suo Pub, era diventato un Saloon del vecchio West, frequentato da ubriaconi senza regole, senza rispetto per gli altri, e con un arroganza ed un menefreghismo senza pari, pronti sempre a sfottere davati alle richieste di spostare na maccina,  mancavano solo le pistole.

E ligia fino alla fine, al suo mondo fatto di trasgressione continua, di stare sul filo della legalità, ha voluto chiudere a modo suo la sua carriera al Gatto nero, con un ultima notte di musica, pur sapendo che Le era stato vietato, con schiamazzi notturni dei clienti, costringendomi a fare intervenire, spero per l’ ultima volta, i CC di Cles, che per l’ occasione hanno anche identificato un cliente che si era addormentato, o non si sa’, nella macchina, con la musica alle stelle, ed alla fine, questo eroe del branco, sempre pronti a strafottere i CC quando erano in molti, vistosi solo, hs implorato che lo lasciassero tornare a casa dalla mamma… 

Trasgressione fino alla fine, altro che perseguitata !!!

 

La solidarietà, tardiva, di parecchia gente, puzza tanto di ipocrisia e di formalismo, se ne è accorta anche Lei, bisognava non illuderla prima, piuttosto che solidarizzare, poi,  sulla sua sorte!

Un ultimo pensiero, io non mi diverto mai a vedere il fallimento altrui, però ci rifletto sopra.

 

Bruno Agosti

 

PS. Volevo far notare alla Signora, che le sentenze non vanno lasciate ai “ postumi “, ma ai posteri, i postumi potrebbero essere quelli dell’ alcool…