LA COMUNE FRANCESE

 
La lezione del Prof sulla comune di Parigi è stata a mio avviso una delle più belle, sia dal punto di vista storico che da quello -per me- emotivo. Come si fa a rimanere freddi e distaccati ascoltando le parole del prof, quando racconta dei fatti che portarono alla creazione di quella prima forma democrazia? Parole che descrivono la forte volontà, che in una prima fase non è stata affatto violenta, di fermare una situazione non più sostenibile. Il racconto di Barbero -per chi ancora non l'avesse ascoltato- è talmente appassionante che alla fine, quasi commosso, mi sono detto: "ma come, è già finito?". La Comune di Parigi dunque, instaurata al canto della Marsigliese il 4 Settembre 1870, è nata come reazione alla sconfitta nella guerra voluta da Napoleone III, contro la Prussia (e contando di ottenerne la prosecuzione), le cui cause erano collegate alla designazione del re di Spagna, pretesa da entrambe le potenze, assurdo. Tra le idee principali alla base della creazione di questa nuova forma di governo comunitario, ci fu quella di assicurare al popolo i servizi di base e la sicurezza pubblica da esso tanto auspicati. Tra le innovazioni si trovano infatti la creazione di aiuti pensionistici per le vedove e gli orfani di guerra, la restituzione dei beni dati allo stato nel periodo precedente alla rivoluzione, la libertà di stampa, pensiero e associazione fino al diritto dei lavoratori di prendere la fabbrica dove lavoravano in caso fosse stata lasciata dal proprietario. La Comune ha marcato una tappa importante anche per i movimenti femministi i cui sentimenti di uguaglianza si diffusero nell'opinione pubblica. Nonostante fosse stata grande portatrice di rivoluzioni e innovazioni socio-politiche, la Comune ebbe vita molto breve. A partire dal 2 Aprile 1871 il partito politico che governava in precedenza (capitanato da Adolphe Thiers) diede vita ad una forza contro-rivoluzionaria ed organizzò degli attacchi nella città di Parigi. Thiers contava l’appoggio di Bismark, e qui il grande paradosso di chiedere una mano al nemico contro il quale hai perso una guerra, per rovesciare l'amico. Appoggio fondamentale dunque, grazie al quale riuscì a ricostituire un nuovo esercito francese. Gli attacchi da parte di Thiers verso la Comune di Parigi continuarono, culminando il 21 maggio con la presa della città. Gli attacchi di Thiers furono accolti con molto fervore dai comunardi e dalla popolazione in generale, che cercò di difendere il proprio stato socio-politico fino alla fine. Successivamente Thiers iniziò una vera a propria persecuzione degli esponenti o simpatizzanti dell’ormai caduta Comune di Parigi uccidendone a migliaia. Nell’ultima settimana di Maggio la rivolta fu particolarmente sanguinosa e i morti arrivarono a un totale di circa 30.000 ai quali seguirono decine di migliaia di condanne e di deportazioni. Ancora una volta, dopo la Rivoluzione Francese del 1789, la città pagò a caro prezzo il suo spirito di libertà che l’ha sempre contraddistinta nella storia e di cui è stata uno dei principali motori trainanti. La parte del racconto che maggiormente mi ha emozionato è la conclusione, quando il Prof parla dell'amnistia, proclamata 10 anni dopo i fatti, anticipata però due mesi prima, sfidando il divieto, dal primo pellegrinaggio al cimitero del Père Lachaise davanti al muro dei fucilati, quando 25 mila persone con un fiore rosso all'occhiello si recarono a rendere omaggio ai caduti per la Comune di Parigi. Da da allora, ogni primo maggio, si è ripetuto il pellegrinaggio al muro dei fucilati.
"I comunardi erano folli ma avevano in sè quella fiammella che non si estingue" (Pierre-Auguste Renoir)