SCHÜTZENKOMPANIE NONSBERG / VAL DI NON

 

 

Le compagnie Schützen in Val di Non fino al 1918

 

 

di Andrea Graiff

 

“Schützen, Sizzeri, Scizzeri, Bersaglieri tirolesi, Bersaglieri immatricolati: tanti termini per definire gli uomini della particolare struttura di difesa dei confini del Tirolo istituita nel 1511 dall’accordo del Principe Vescovo di Trento Giorgio Neideck, il Principe Vescovo Cristoforo di Bressanone e la Contea del Tirolo, con l’Imperatore Massimiliano I d’Austria.

 

Il patto, denominato Landlibell, regolamentava il servizio militare per la difesa del territorio e prevedeva in caso di aggressione l’arruolamento in loco di difensori (Schützen in tedesco) con l’impegno di impiegare questi uomini solo all’interno del territorio tirolese.

 

In tempi di pace gli Sizzeri , come venivano chiamati in Val di Non, si esercitavano all’uso delle armi da fuoco presso i Casini di Bersaglio che organizzavano gare e competizioni. L’Arciduca Ferdinando II d’Austria già alla fine del ‘500 favorì l’istituzione dei Casini di Bersaglio( ovvero poligoni di tiro a fuoco) in ogni distretto del Tirolo. Nell’Ottocento in Val di Non vi erano cinque Casini di Bersaglio: Cles,Taio, Fondo, Proveis e Laurein. A Cles è ancora utilizzato il toponimo Bersaglio per definire un’area sulle pendici del Monte di Cles dove era stato costruito il Casino nel 1847. Nel 1605 l’Arciduca Massimilano III emanò le disposizioni per organizzare i Bersaglieri in Compagnie con una gerarchia militare che preveda un comandante, sottufficiali, un chirurgo, l’alfiere, i trombettieri, gli archibugieri etc. Già dal 1600 le Compagnie eleggevano i propri ufficiali e sottufficiali. La chiamata alle armi in caso di minaccia dei confini veniva effettuata con il suono delle campane a martello e successivamente anche con l’accensione di fuochi d’allarme in luoghi prestabiliti per sollecitare la mobilitazione delle Compagnie di Bersaglieri. In Val di Non la segnalazione dell’allarme avveniva con un fuoco acceso a Segonzone sopra il Castel Belasi e sul Monte di Revò come si desume da un manifesto del 1647 conservato nella Biblioteca di Trento. L’epopea degli Schützen/Bersaglieri tirolesi in particolare quelli delle Valli del Noce, si colloca nel periodo delle invasioni francesi del Tirolo ovvero dal 1796 al 1809, quando all’avvicinarsi delle truppe francesi ai confini, nel convegno degli Stati tenuto a Bolzano nel maggio-giugno del 1796 si definirono le linee di difesa con l’istituzione di due Deputazioni di difesa, una con sede a Bolzano per l’area atesina e una con sede a Innsbruck per l’area settentrionale. Nello stesso convegno si organizzarono le Compagnie di Bersaglieri e al Principato di Trento fu dato l’incarico di allestirne 36 sul proprio territorio. Ogni Compagnia doveva avere una forza di almeno 120 uomini. Il Capitano designato dalla comunità , era nominato ufficialmente con decreto dal Principe Vescovo che concedeva la Patente di Capitano dei Bersaglieri. E’ proprio in quel momento che nasce il termine di Bersagliere, utilizzato nel Tirolo meridionale. La prima Compagnia dei Bersaglieri Tirolesi delle Valli di Non e di Sole durante la prima invasione francese venne costituita nel mese di luglio 1796 dal Capitano dott. Lugi Gilli, nato a Brez il 2 gennaio 1760. Detta Compagnia fu destinata alla difesa del confine del Tonale. La bandiera riportava lo stemma del Principe Vescovo Pietro Vigilio Thun. Altre compagnie si aggiunsero: la Compagnia di Sarnonico comandata dal Capitano Tommaso de Maffei, la Compagnia di Livo comandata dal Capitano Alessandro de Stanchina, la Compagnia di Spor comandata dal Capitano Giovanni Federico Spaur, la Compagnia di Cles comandata dal Capitano Carlo Michele Torresani, la Compagnia di Cagnò comandata dal Capitano Giuseppe de Pretis. Successivamente le Compagnie di Luigi Gilli e Tommaso de Maffei furono affidate al comando del clesiano Giuseppe de Campi. Dopo il gennaio 1797 altre Compagnie vennero formate: a Cloz, Capitano Francesco De Angeli; a Denno, Capitano Giovanni Battista Beffanti; a Cles, Capitano Carlo de Bertolini; a Tuenno, Capitano Domenico Borga; a Castelfondo-Arsio, Capitano Giovanni Flor; ancora a Cles, Capitano Giovanni Luigi Salvadori; a Castelfondo, Capitano Girolamo de Stefenelli; a Castelfondo-Brez, Capitano Giovanni Battista Zuech. Complessivamente i Bersaglieri Tirolesi nonesi alla fine di gennaio del 1798 erano 1369. Nei mesi successivi si aggiunsero altre 2 Compagnie di Cles al comando di Romedio de Tomazzoli e Eugenio de Visintainer. Le gesta valorose di questi uomini e dei loro comandanti sono narrati nelle cronache che descrivono le vicende dell’insurrezione contro il dominio franco-bavarese nel 1809 conclusa con la fucilazione di Andreas Hofer a Mantova nel 1810. Dopo il rientro del Tirolo nell’Impero Austriaco, nel 1814, gli Schützen tirolesi furono impiegati nella difesa dei confini meridionali nelle guerre del 1848, 1859 e 1866.

 

Nel 1871 venne riformato il sistema di leva militare e furono istituiti 10 battaglioni di Landeschützen tirolesi (territoriali), riorganizzati in seguito nel 1893 in tre reggimenti, come componenti dell’esercito permanente. Nel 1917 furono qualificati dall’Imperatore Carlo I come Kaiserschützen per il valore dimostrato. I tirolesi quindi obbligati al servizio militare potevano scegliere se prestarlo nell’armata imperiale nei Landeschützen o nei Tiroler Kaisejager. Dopo aver prestato il servizio militare obbligatorio, gli abili al militare entravano nella milizia territoriale (riserva) Landsturm. Sia i componenti della Landsturm che tutti i maschi al di sotto déi 19 anni e superiori ai 42 o 50 potevano arruolarsi nei ranghi degli Standschiltzen (stanziali) presso un poligono di tiro (Casino di bersaglio) oppure di iscriversi come soci (Bersaglieri immatricolati). Nacquero così i battaglioni di Standschützen, che, nel 1915, dopo la dichiarazione di guerra dell’Italia furono mobilitati e inviati per mantenere saldo il fronte meridionale fino al rientro dei Landeschützen e dei Kaiserjager dal fronte orientale della Galizia.        Gli Standschützen rimasero comunque al loro posto fino alla fine del conflitto, distinguendosi come valorosi difensori del loro territorio. Il 17 maggio 1915 i Bersaglieri iscritti nei poligoni di tiro di Cles, Flavon, Bresimo, Proveis, Taio e Fondo furono convocati a Cles per la visita militare: furono dichiarati abili 597 uomini e arruolati nel Battaglione Standschützen Cles al comando del Maggiore Luigi Valentinotti, classe 1870, commerciante di Cles, decorato con la Croce d’oro al merito. Il battaglione era formato da 6 compagnie: Cles, Taio , Fondo, Flavon, Brez, Proveis-Laurein. Era costituito da 26 ufficiali, 83 sottufficiali e 488 soldati. Questi i nomi dei Capitani delle 6 compagnie: 1° compagnia Cles: capitano Giovanni Fellin 2° compagnia Taio: capitano Francesco Inama 3° compagnia Fondo: capitano Francesco Covi 4° compagnia Flavon: capitano Ferdinando Fellin 5° compagnia Brez: capitano Giovanni Weiss 6° compagnia Proveis-Laurein: capitani Peter Mayerhofer/ Johann Kollmann Il battaglione fu inviato insieme ai battaglioni Cusiano e Malè a rafforzare la linea del Tonale del 2°Rayon. Il Capitano Luigi Fellin fu decorato con Medaglia d’oro; nella Compagnia di Taio si distinse il tenente Costante Dalatina, classe 1868, decorato con Croce d’oro al merito e nella Compagnia di Brez ottenne la Medaglia d’oro al merito l’ufficiale Luigi Zanoni, ex gendarme , classe 1876.

La costituzione di una compagnia Schützen in Valle di Non

 

Da anni si discuteva in valle sull’opportunità di costituire una compagnia Schiitzen in val di Non, che era l’ultima valle del Trentino dove infatti mancava. Finalmente l’idea iniziò a concretizzarsi all’interno della Schützenkompanie “E. Tonelli” di Vezzano per merito di Donatella Sembianti e Danilo Pozzatti , membri nonesi effettivi della Compagnia di Vezzano dai 2009, cui era stato chiesto di farne parte proprio per ragioni storiche ovvero per l’importante ruolo che hanno avuto le compagnie della Val di Non nella battaglia per la liberazione di Vezzano dalle truppe napoleoniche nel 1809, oltre alla morte nella stessa battaglia, dell’unico Sizzero “Marco Pozzatti”, noneso di Bresimo, antenato di Danilo. Mentre si stava pensando a come organizzare i primi passi, una sera, alla fine di un incontro sul tema dell’Autonomia, Mauro Agosti, propose di formare un gruppo avendo egli già una lista di nomi disponibili. I tempi erano quindi maturi: era la fine di aprile del 2011. Nel giro di poche settimane venne contattato il nuovo Landeskommandant Paolo Dalprà, gli storici Alberto Sommadossi e Massimo Baldi e il nuovo Landeskurat nonché storico e massimo conoscitore della storia della Val di Non, don Fortunato Turrini. Grazie all’iniziativa di Marco Bertagnolli ebbe luogo il 17 giugno 2011 nella sala di Casa de Gentili a Sanzeno la conferenza sul tema: “Perché gli Schützen in Val di Non”. La serata riscontrò grande successo e qualche settimana dopo incominciarono gli incontri dapprima a Bresimo al “Bar del Carlo”, successivamente a Casez, che portarono con l’aiuto anche dell’amico e sostenitore avvocato Marcello Graiff, a nemmeno un anno dalla serata di Sanzeno, alla costituzione della Compagnia il 1° giugno 2012 davanti al notaio dott. Paolo Ziglio nello studio di Taio. Questi i soci fondatori: Mauro Agosti, Silvio Baita, Marco Bertagnolli, Paolo Borzaga, Francesco Bott, Ivan Gianotti, Luca Gottardi, Andrea Graiff, Ivo Holzknecht, Ivo Menapace, Manuel Pezzi, Carlo Pozzatti, Danilo Pozzatti, Donatella Sembianti, Urbano Wegher.

 

 

 

La scelta dell’intitolazione

 

La neocostituita Compagnia Schützen Val de Non /Nonsberg è stata intitolata alla memoria di Bepo Miller, giovane figlio di famiglia clesiana orginaria di Lana presso Merano, che fu protagonista di un episodio particolare nell’insurrezione del 1809. Giuseppe Maria Miller detto Bepo o Beppo, nacque a Cles il 2 gennaio 1797 e morì a Vienna il 2 febbraio 1871. Narrano le cronache che il 21 aprile 1809 il dodicenne Bepo fu incaricato come portaordini, dallo zio Girolamo Stefenelli, Capitano della compagnia di Fondo che presidiava Mezzolombardo, di consegnare un messaggio al Capitano Malanotti che, con la sua compagnia di Caldes, difendeva le posizioni di San Michele sulla sinistra Adige. Il ragazzo, in sella ad un cavallo, trovò il ponte sbarrato da una pattuglia francese e decise quindi di attraversare il fiume Adige in groppa al cavallo a monte del ponte. Preso a fucilate dai francesi, riuscì comunque a raggiungere la riva opposta e consegnò il messaggio al Capitano Malanotti che gli affidò un messaggio di risposta destinato ad Andreas Hofer. Bepo riattraversò quindi il fiume e si diresse a Mezzolombardo dove consegnò il messaggio direttamente nelle mani di Hofer. Questi, ammirato e commosso dalla valorosa impresa del ragazzo, lo abbracciò e lo decorò con una medaglia al valore. A Cles i de Miller sono ricordati dallo stemma di famiglia dipinto in tempi recenti sulla facciata della casa avita ora casa Fox.”

 

Le notizie storiche sono state tratte dalle seguenti opere:

 

-L. Dalponte, I Bersaglieri Tirolesi nel Trentino,Trento, 1994.

 

-M. De Biasi, Storia degli Schützen, Bolzano, 2012

 

-E. Egg, La tradizione degli Schützen nel Tirolo di lingua italiana, Mattarello, 2000.

 

-G.B. Depeder, Finestra aperta su Bresimo, Bresimo.

 

-G.P. Gri, C. San Giuseppe, I costumi popolari del Trentino negli acquerelli di Carl von Lutterotti, San Michele all’Adige, 1994.

 

-Alberto Pattini, La guerra di liberazione del popolo delle valli di Non e di Sole contro Napoleone nel 1796-1797, Trento ,1997. F.H. v. Hye, Gli Schützen tirolesi e trentini, Bolzano, 2012.

 

-Alberto Mosca, Viva la libertà Moja il re di Baviera, Cles. "

 

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