La Somalia non venne mai invasa o conquistata dall’Italia. La Somalia venne affittata con regolare contratto e pagamenti ai Sultani
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Nel 1889, con il consenso inglese, l’Italia iniziò la penetrazione in Somalia.
[…] nel gennaio 1889, attraverso la nuova convenzione con il Sultano di Obbia, ad opera di Vincenzo Filonardi console italiano a Zanzibar, che si era recato là con la Regia Nave Staffetta, ci erano stati concessi i protettorati di alcuni territori in Somalia a sud del Corno d’Africa. Infatti “il 2 dicembre 1888 – spiega Fernando Marino in Crispi e la Somalia italiana – il Sultano di Obbia, Jusuf Alì, aveva inviato al Regio Console Italiano in Zanzibar un suo parente […] per domandare, a suo nome, la protezione della bandiera italiana. Jusuf Alì aveva domandato la protezione italiana per sottrarsi alla dominazione inglese […] Crispi con telegramma del 28 gennaio 1889 incaricò il nostro console di Zanzibar, Cav. Filonardi, di imbarcarsi sulla nave Dogali per raggiungere Obbia ed accogliere la domanda di quel Sultano”.
E così fece, imbarcandosi il 2 febbraio per arrivare nella capitale del Sultano dopo 5 giorni di navigazione.
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“Ebbe luogo una riunione – invece Udalrigo Ceci in Cronistoria del naviglio da guerra italiano del 1940 – cui parteciparono i comandanti del Dogali, del Rapido e della Staffetta, ed il cav. Filonardi, e fu assegnato alla Staffetta il mandato di visitare la costa dal 49° di long. E. G. fino ad Hafun; tale ricognizione doveva limitarsi a stringere coi capi dei villaggi e col Sultano dei migiurtini relazioni di amicizia, senza entrare nelle questioni di protettorato, ed assumere quelle informazioni che avrebbero potuto facilitare il compito principale della missione”.
Dunque venerdì 8 febbraio 1889 il Dogali si portò ad Obbia dove dopo lunghe trattative alle quali partecipò attivamente il Tenente di Vascello Edoardo Ferrara, verrà concluso un accordo secondo cui tutti i territori del Sultanato di Obbia furono posti sotto la protezione italiana (con un canone annuo di 1.200 talleri, poi portati a 1.800). Terminata la missione, issata la bandiera italiana sulla garesa, residenza del Sultano, il Dogali farà rotta verso l’Italia per approdare a La Spezia il 20 marzo.
Furono aperte così le porte a quella che diverrà la futura colonia somala poi affidata ad una società commerciale – la Società per il Benadir – sul modello delle chartered tedesche e inglesi. Seguirà ad aprile, sempre ad opera di Filonardi, il protettorato sul Sultanato della Migiurtinia, la regione più settentrionale.
Questi documenti erano conservati all’interno del Museo della Garesa di Mogadiscio.
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