LA FINE DEI TEMPLARI DI FRANCIA

 

#losapevi? La brutta fine dei Templari.

Da Focus Storia 126

Quando la sera del 18 marzo 1313 Jacques de Molay, il Gran Maestro dei Templari, vide il patibolo verso cui i suoi carcerieri lo stavano conducendo e dove già era stato portato il suo braccio destro, Geoffroy de Charny, capì che non c’era più nulla da fare. Sull’isolotto detto dei giudei, che sorgeva a Parigi lungo la Senna, si era radunata una folla che chiedeva a gran voce giustizia nei confronti degli eretici Cavalieri. De Molay era rassegnato: quando ormai era con le spalle al palo dove sarebbe stato legato e bruciato, si sfilò il grande mantello bianco con la croce rossa. Con quel gesto voleva sottolineare che a venire distrutto era l’uomo, e non l’Ordine del Tempio che rappresentava.

False accuse. Ma come fu che l’Ordine cavalleresco più potente della cristianità finì, e in modo così orribile? Era stato Filippo IV detto “il Bello”, re di Francia, a ordinare il 13 ottobre 1307 l’arresto di de Molay e di tutti i Templari di Francia. Secondo le dicerie raccolte dal re, i Templari peccavano di eresia, in più erano idolatri e sodomiti. Pur avvertiti da papa Clemente V, i Cavalieri non fuggirono, convinti della propria innocenza. De Molay, probabilmente sotto tortura, riconobbe le prime due accuse, ma poi ritrattò tutto, forse credendo di dovere rispondere solo al papa. Clemente, in effetti, sembrava consapevole dell’artificiosità delle accuse e tentò di salvare l’Ordine concedendo l’assoluzione. Ma era un papa debole e c’erano forti motivazioni economiche dietro la congiura. I Templari erano ricchi, controllavano la riscossione delle tasse ed erano un ostacolo al consolidamento del Regno di Francia. Nella logica di Filippo i Cavalieri, la cui funzione di protettori della Terrasanta si era ormai esaurita, potevano essere sacrificati. Indebitato e con il regno in bancarotta, il re sapeva che a essere in gioco era il suo stesso potere e la conquista delle ricchezze dei Templari divenne pertanto prioritaria.

La cospirazione. Così, Filippo scavalcò il tribunale dell’Inqui- sizione, che dipendeva direttamente dal papa e sembrava restìo a occuparsi della questione, e portò l’attacco direttamente all’Ordine del Tempio, costringendo i più a confessare sotto tortura. Il papa, per evitare un conflitto che sarebbe potuto sfociare in una guerra, fu costretto a confermare le accuse e a sospendere l’Ordine. •

Massimo Polidoro