VITTORIA COLONNA

''Bellissima della persona, e figlia di bella madre, e di somma onestà, e d'altre rari doti dell'animo pregiata...'' Vittoria Colonna, dalla poesia al sodalizio con Michelangelo Buonarroti. Nata a Roma tra il 1490 e il 1492 da Fabrizio Colonna e Agnese di Montefeltro, figlia del Duca di Urbino Federico di Montefeltro, a soli tre anni fu promessa in sposa a Ferrante d'Avalos - anch'egli un bambino - il quale tuttavia era già erede del marchesato di Pescara. La coppia fu sposata nel 1509 a Ischia, ma nonostante l'affiatamento le continue campagne militari di Ferrante a sostegno di Ferdinando II d'Aragona lasciarono Vittoria sola per lunghi periodi. Quando nel 1512 Ferrante fu fu sconfitto e preso prigioniero a Ravenna, Vittoria sfogò nella poesia le sue frustrazioni e la sua apprensione per lo sposo. Nonostante la sua famosa Epistola in terzine fosse di carattere intimo e personale, fu letta, studiata e citata sia dai contemporanei che dagli osservatori odierni.
Nonostante Ferrante fu liberato poco dopo, egli continuò nella sua carriera militare, lasciando la moglie sempre più sola e sconsolata - al punto che nel 1517, assistette da sola alle nozze a Napoli di Bona Sforza, figlia di Isabella d’Aragona Sforza, con il re Sigismondo di Baviera - dove splendidamente abbigliata fece gran colpo.
Infine, nel 1525, accadde l'irreparabile - Ferrante fu gravemente ferito nella battaglia di Pavia e morì a seguito delle ferite riportate.
Vittoria ne fu devastata, e scrisse diversi versi nei quali piangeva la dipartita del consorte e ne onorava la memoria.
In quanto colta donna di lettere, negli anni Trenta del Cinquecento entrò in contatto con moltissimi letterati esponenti delle nuove correnti - tra di essi l'umanista Pietro Bembo e il diplomatico Baldassarre Castiglione - e anche artisti per l'appunto quali Michelangelo, con cui instaurò un forte sodalizio intellettuale e amicizia che durarono per tutta la vita. Seguendo una sua religiosità ''tutta spirituale e interiore'', tenne diverse relazioni epistolari non solo con i nomi sopraccitati e i famigliari, ma anche con altri grandi Donne come ad esempio Giulia Gonzaga.
Nel 1544, si stabilì a Roma, dove fu in grado passare molto tempo con Michelangelo, intrattenendosi con lui in lunghe conversazioni intellettuali, come testimoniò il pittore portoghese Francisco de Hollanda, che visse a Roma tra il 1539 e il 1548 su incarico dell'Imperatore Carlo V.
Qui Vittoria morì nel 1547, lasciando che il suo Canzoniere divenisse capostipite del petrarchismo femminile e spirituale del Cinquecento, al quale fecero seguito altre grandi poetesse tra cui Gaspara Stampa, Veronica Gambara e Laura Battiferri.
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