Antonioni Pietro

 

 

( Perolin )

 

 

A ricordare Antonioni Pietro, da noi chiamato più comunemente “ Perolin “,  a me basta il suono inconfondibile di una sega circolare o di una piallatrice del legno, Pietro, infatti, di professione faceva il falegname, era una persona saggia ed onesta come pochi ho conosciuto,non era nativo di Livo, ma proveniva del piccolo paese montano di Bresimo, aveva sposato una donna di Livo che si chiamava Silvia Agosti, anche lei una donna umile e buona.

La coppia aveva avuto cinque figli, Sandra, Rosa, Maria, Piera e Natale.  Pietro, aveva il laboratorio di falegname propri a poche decine di metri dalla mia abitazione, ed è per questo che mi è familiare il suono dei suoi attrezzi di lavoro, il canto della sega circolare ed il sibilo della pialla.  Quando ero ragazzino e mi dilettavo a lavorare il legno e tutti i suoi derivati, quando avevo bisogno di un particolare lavoro o di una tavoletta di compensato, mi recavo dal Perolin… e lui spegneva le macchine e sceglieva tra le tavolette che non le sarebbero più servite, quella che faceva al mio caso, non si faceva mai pagare, anche perché era consapevole che nessuno di noi , allora, sarebbe stato in grado di farlo.  Mi piace anche descriverlo fisicamente, in quel suo laboratorio angusto, che sembrava un museo della lavorazione del legno, con tutti quelli attrezzi appesi alle pareti, quel grande carro con le ruote di legno ed i cerchi in ferro, che assomigliava tanto a quelli del Far west visti nei film di Ford, con il sedile per il conducente, ma a differenza di quelli dei film, era carico di tavole di legno che gli servivano per il suo lavoro.

Era un uomo piccolo di statura con dei baffetti sotto il naso, me lo ricordo sempre vestito di blu’ con un grembiule da lavoro dello stesso colore.

Quello che più mi è rimasto impresso di lui, è il rumore delle sue attrezzature di notte, quando Pietro lavorava di notte, era perché doveva costruire una cassa da morto, ora con un linguaggio più elegante e meno impattante per chi resta, si chiama cofano o nella ipotesi più dura, bara, ma poco importa, il contenuto era e resta sempre lo stesso. Quando ero piccolo, io dormivo con mia nonna, nella stessa stanza dove dormo ora, solo che adesso le finestre e le pareti sono isolate, allora no, e mia nonna , quando sentiva questi rumori, mi diceva sempre : - Senti, el Perolin fa  la cassa al…” e quanti nomi ricordo sono passati scorrendo il rumore del Perolin.

Un ricordo piacevole di Pietro era il suo hobby che esercitava solo di domenica o i qualche altra rara festività, lui suonava la fisarmonica,così, per diletto, con semplicità, senza tante pretese, e dalla sua fisarmonica uscivano delle note gradevoli di vecchie canzoni … Gondolì gondolà, Piemontesina, La domenica andando alla messa, ecc. ed ascoltando quella musica, gli ho un po’ rubato la sua arte, mi sono innamorato dell’ armonica a bocca che a tutt’ oggi mi diletto di suonare, con tutta umiltà come faceva Pietro con la sua fisarmonica.

 

ARCANGELO AGOSTI