Il mio Maestro

 

Ero divenuto più grandicello, più vispo e monello, alle classi superiori era insegnante un maestro che si chiamava Fauri Erneso, pure lui proveniente da Bresimo, ara un uomo severo ma molto buono e comprensivo, aveva combattuto in Russia durante la seconda guerra mondiale, era tenente degli alpini e spesso ci raccontava degli episodi di quella sfortunata e tragica avventura bellica, come le battaglie sul fiume Don e la famosa battaglia di Nikolajewka.

Quando perdeva “ le staffe “ come usava esprimersi lui, tante volte usava come metodo di convinzione, il metro, quello di legno, per capirsi, eravamo dei veri e propri monelli, sempre pronti ai dispetti ed agli scherzi, anche pesanti, ma mai cattivi.

Ricordo tutti i miei compagni, uno per uno, ricordo anche le ragazzine, eravamo tutte classi miste, con i loro camici neri, che indossavano sopra le gonne, nessuna, allora, vestiva con pantaloni o jeans, tutte avevano sotto il camice la gonnellina.

I maschi vestivano con pantaloni lunghi fino a maggio, poi , verso la fine della scuola i pantaloncini corti, nessuno sapeva che cos’ era un capo firmato, ma tutti avevamo almeno una toppa sui calzoni.

Si è sposato con una donna di Varollo che si chiamava Ravina Bice verso la fine degli anni ’50, ed ebbero due figli maschi Pierluigi e Gabriele, ricordo che alla nascita del primo figlio, i nostri genitori fecero una colletta e comprarono un completino per il neonato, ricordo che venne incaricata la nostra compagna Gina assieme a Rodolfo per la consegna del regalo che avvenne una mattina all’ inizio delle lezioni appena entrato in classe i miei due compagni si alzarono e portarono al maestro il regalo dicendo che era da parte di tutti noi. Lui ringraziò tutti visibilmente commosso fino alle lacrime e disse che lo avrebbe fatto indossare al piccolo al momento del battesimo.

Del mio maestro ricordo pure che anche dopo aver finito gli studi ho sempre mantenuto una bel rapporto di grande amicizia e stima fino alla sua morte,

quando venne a conoscenza delle mie simpatie politiche di destra, un giorno sorridendo, mentre stavamo discutendone con il figlio maggiore Pierluigi, ci disse. – basterebbero alcuni giorni di Russia o di Albania per farvi passare di colpo queste idee!

Non ho cambiato la mia scelta politica, ma ho sempre ricordato le parole del mio maestro come una grande lezione di vita e durante tutto il mio percorso umano, sociale e politico ho sempre avuto il massimo rispetto per le scelte e le opinioni politiche e no degli altri, ho imparato a capire ed apprezzare le altre forme di cultura, la diversità delle razze e dei popoli e le ragioni degli altri.

Devo annotare con un filo di amarezza, che pochi dei miei compaesani hanno saputo e voluto fare altrettanto nei miei confronti, molte volte sono stato vittima della loro ignoranza socio politica e della loro endemica povertà culturale causata dalla loro sete insaziabile di denaro, di profitto a tutti i costi che alla fine li ha resi schiavi della loro stessa condizione.