La boteja del Manuele

 

La boteja del Manuele

 

Dove ora sorge la sede del Comune di Livo che ora si chiama palazzo Aliprandini – Laifenthun, aquisito dal Comune di Libo negli anni ’90 da singoli privati che per alterne vicende storiche ne erano venute in possesso dopo la fine della dinastia del Livo che attribuirono anche il nome al Borgo anitato, oltre alle varia famiglia Zanotelli, Bondì che bi abitavano, al piano terra c’ era un negozio con annesse bar gestito dal signor Alessandri Emanuele dei peluchiani .   Il negozio ed il bar erano comuncanti tra loro ed erano situati nello scantinato dell’ edificio, per essere precisi il bar era un locole basso con il tetto piano in cemento inequivocabilmente aggiunto in tempi molto più recenti, al imponente edificio del castello.

Il gestore del negozio e del bar era il signor Alessandri Emanuele il quale era esercente esperto ed un ottimo enologo, nel suo  negozio infatti di potevano trovare i prodotti più svarati dai prodotti alimentare in genere, agli attrezzi agricoli rastrelli, forche ceste, prede, falci, ecc. a prodotti chimici come il carburo di potassio.

Il carburo era un componente chimico che veniva usato per generare gas infiammabile dalla fiammo molto forte che serviva pe lo più ad alimentare le lampade dei minatori che erano costretti a lavorare nelle viscere della terra.

Il carburo era un prodoto solido grigiastro che veniva venduto in scglie dimili a piccoli pezetti di pietre.

Questo prodotto a contatto con l’ acqua, generava una reazione chimica che esalava un gas infiammabilissimo e con un odore particolare inconfondibile.

La vendita era libera a tutti e noi ragazzini si andava a comprare il carsuro