La festa degli alberi

 

Una ricorrenza che ricordo con tanto piacere, era la festa degli alberi. Tutti gli anni, verso la fine dell’ anno scolastico, a primavera inoltrata, gli insegnanti, in accordo con le Atorità comunali e delle ASUC , sceglievano una giornata da trascorrere nei boschi vivono al paese, dedicata alla natura, agli alberi ed al loro rispetto. Naturalmente la festa veniva preparata prima nelle varie classi, con delle piccole recite o delle poesie in tema. Arrivato il giorno stabilito, ci si doveva presentare a scuola con un abbigliamento idoneo alla giornata che si andava a trascorrere, scarpe grosse, calzettoni ed una maglia pesante in caso di maltempo.

Veniva consegnata la bandiera nazionale ad uno dei ragazzi di quinta che si metteva alla testa del corteo, poi si partiva alla volta del bosco, rigorosamente a piedi e cantando delle allegre canzoni popolari o di montagna. Per arrivare al bosco più vicino, ci si impiegava un oretta scarsa, quando si arrivava, si trovava il posto già preparato ed attrezzato dagli uomini della forestale, ASUC e del Comune, erano state preparate numerose buche dove si sarebbero messi a dimora degli alberelli di abete che gli uomini della Forestale avevano portato con loro dai vivai.

L ‘ operazione di messa a dimora delle piantine, era preceduta da una breve cerimonia, dove veniva messo in evidenza l’ importanza dei boschi e della flora selvatica, per la salute dell’ uomo, per il suo relax e per le innumerevoli quantità di prodotti che il bosco offriva, dalla legna da ardere, a quella per uso industriale, ai piccoli frutti del sottobosco.

Seguivano poi le scenette e le poesie che ogni classe aveva preparato per l’ occasione ed infine , ad ogni bambino e bambina, veniva consegnata una piantina di abete e veniva aiutato a metterlo a dimora nella terra smossa delle buche.

Era un fatto emozionante, specie per i più piccoli, il sapere di avere un abete di loro proprietà era affascinante e, molti, segnavano la piantina con un filo di lana colorato, per distinguerlo dagli altri e poi ne seguivano la crescita per anni.

Per pranzo, ci veniva fatto omaggio di una sacchetto di carta che conteneva un panino imbottito con salame o formaggio, una bibita ed una mela, ci si sedeva sotto i grandi abeti del bosco e si mangiava in allegria.

Alla sera si ritornava a casa, stanchi da morire, per le corse tra i boschi, i giochi e la strada percorsa a piedi, ma con il cuore felice per questa estemporanea scampagnata.