I FILMINI

 

Le scuole di allora, erano state dotate di apparecchiature visive che servivano ad integrare le lezioni con delle immagini, erano i primi e primordiali proiettori di diapositive slide, non come quelli attuali, che hanno il caricatore con diapositive singole ed avanzano automaticamente, ma la pellicola, dentellata, era tutta intera ed era contenuta negli appositi barattoli cilindrici con il coperchio di protezione. La messa a fuoco era manuale e l’ avanzamento pure. Con questo sistema, si poteva vedere l’ esperimento scientifico, la storia , la geografia, ecc.

Il proiettore era di proprietà della direzione didattica di Revò e veniva dato , in comodato d’ uso, alle scuole della sua giurisdizione, c’ era un solo apparecchio che serviva sia per la scuola di Livo che per quella di Varollo. Quando l’ apparecchio era nella scuola di Livo, qualora il maestro decideva di fare delle proiezioni, lo si doveva andare a prendere alla scuola di Livo.

Nella maggior parte dei casi, il maestro incaricava me ed il mio compagno Dolfo, allora ci si avviava per i sentieri di Gaggià verso la scuola di Livo, dove , ad attenderci c’ erano le maestre “ Crozze “ credo fossero sorelle, ma non ne sono certo, erano, anche loro, provenienti dal paesino di Bresimo, noi le conoscevamo solo di nome, ma a sentire i loro scolari, erano severe. Si portava il proiettore a scuola e poi, il giorno seguente, il maestro ci proiettava le immagini inerenti la lezione che avevamo in programma. Per poter avere delle immagini, però, bisognava prima oscurare l’ aula, si chiudevano allora tutte le tapparelle anche con l’ ausilio di grosse tele di pesante stoffa rossa, per avere un maggior oscuramento.

A quel punto, nella semi oscurità, si scatenavano i giochi più fantasiosi ed i dispetti più subdoli, specie tra i ragazzi più grandi di quarta e quinta, con risate estemporanee o gridolini di gioia, finché il maestro non perdeva “ le staffe “ ed accendeva la luce, all’ improvviso, con il metro di legno in mano, pronto a colpire il malcapitato che si fosse fatto beccare fuori posto.