Agosti Ilda

 

 

 

La storia di Ilda è una di quelle avventure che la vita ed il destino sembrano confezionare ed arte, un arte triste e tragica, che molto fa pensare e discutere, con una serie di pensieri filosofici , di diversa estrazione e di diversa cultura, che però non hanno mai dato risposte a questi drammi personali ed a tratti sembrano quasi essere una scusante per giustificare il tutto,cercando e trovando tutte le colpe e tutte le cause nel destino.

Ilda è figlia del defunto Luigi e di Zadra Ester che proveniva dal vicino comune di Cis è nata nell’ anno 1924 ed è tutt’ ora vivente nella sua casa di Scanna, a due passi dalla fontana e dalla chiesette dell’ Immacolata concezione.

Aveva sposato un uomo che si chiamava Gieseppe Zanotelli del casato dei “ Tripoi “ nel primo dopoguerra che come tutte le famiglie dell’ epoca viveva di agricoltura e zootecnia, in parole più povere aveva alcuni prati e un paio di mucche nella stalla.

Quello che non è mai mancato in casa Zanotelli, erano le bocche da sfamare, tante per l’ epoca di magra di quel tempo, la signora Ilda, infatti, aveva ben 8 figli, 5 femmine e 3 maschi, una famiglia numerosa come molte di quei tempi.

Il signor Giuseppe, pur con tanti sacrifici e tanto lavorare, era sempre riuscito, con grande dignità, a sopperire ai bisogni della sua grande famiglia, bisogna dire che a quel tempo tutti sapevano accontentarsi dello stretto necessario dia nell’ alimentazione che nell’ abbigliamento che passava dal figlio più grande a quello più piccolo con il ruotare delle stagioni e con il crescere dei figli, era un continuo ereditare la roba dei fratelli maggiori, fino alla totale usura del capo

Nessuno allora si poteva permettere dei lussi, come abbigliamenti firmati o degli alimenti che non fossero prodotti in casa, si acquistavano solo i prodotti che non si potevano produrre come l’ olio, il sale, e pochi altri, per il restante si consumavano prodotti di produzione propria.  Perfino il sapone per lavare i panni veniva prodotto in casa con il grasso di maiale e la soda caustica e lo si usava anche per la pulizia del corpo.

Il destino bussò alla casa di Ilda il 25. aprile 1964, quando il marito Giuseppe assieme al figlio maggiore Elio si reco sul monte Avert a fare la legna per l’ inverno, aveva infatti avuto la sua “ Brosca “ in quella località impervia. Durante i lavori di taglio e di accatastamento della legna, il signor Giuseppe perse l’ equilibrio e cadde da una roccia ferendosi in modo molto grave.

Il figlio Elio che era con lui, corse a valle per dare l’ allarme, arrivò stremato in paese e raccontò il fatto.

Sono subito scattati i soccorsi dei VV, FF. e dei volontari che quando raggiunsero il posto il signor Giuseppe era già morto.

Io a quel tempo ero in collegio e fui informato da un frate che era un lontano parente del signor Giuseppe, mi ricordo che scrissi una lettera al mio coetaneo ed amico Elio, ma come tutte le parole o gli scritti in quella drammatica occasione,ben poco servono e non hanno il potere di cambiare gli eventi, forse ti possono far sentire la solidarietà e la vicinanza delle persone che ti vogliono bene ma niente di più.

Così la signora Ilda restò sola con sette bocche da sfamare un una vita che portava in grembo, tutti minorenni, tante bocche da sfamare.

La signora Ilda, ha sempre avuto una profonda Fede nel Signore e credo che questo sia stato il carburante per darle la forza ed il coraggio di andare avanti, con tanta dignità . La sua devozione alla Beata Vergine della chiesetta di Scanna, lei l’ ha sempre dimostrata con il suo servizio svolto per la nostra chiesetta, dalla ricerca alla posa dei fiori, assieme alla Rina di Orsi e poi quando la Rina non è stata più presente, da sola porta ancora avanti questo suo mandato, senza chiedere nulla in cambio, se non la protezione della Madonna.

Gente d’ altri tempi, gente che era cresciuta con la vocazione di donna e di mamma, che sapeva così affrontare anche le avversità della vita con uno spirito di coraggiosa forza di rinascita, di dovercela fare, per amore dei figli di quelle numerose bocche che ogni giorno dovevano venire saziate. Mai una recriminazione, mai una ben che minima forma di odio verso la società, ha accettato quello che era un suo diritto, senza elemosinare o speculare sulla sua situazione di vedova con una famiglia numerosa a carico.

Mi sarebbe facile, citando l’ esemplare  vita della signora Ilda, fare dei confronti e dei paragoni con delle situazioni familiari  in profonda crisi, che vedo in questa nostra società, mi sarebbe facile e la signora Ilda ne uscirebbe come un esempio da imitare, come un simbolo di amore per il suo uomo e per i  suoi figli, un esempio di dignità e consapevolezza del vero ruolo della donna che non è asservita all’ uomo ma che ama l’ uomo in tutte le sue sfaccettature, con i suoi pregi ed i suoi difetti, che è vissuta in un tempo dove le cose si sapevano e si dovevano aggiustare e per nessun motivo al mondo si sarebbero buttate. Erano altri tempi, è vero erano tempi in cui la vita sociale era scandita ed ordinata da valori che miravano alla stabilità della famiglia che è la cellula fondante della società, negli anni successivi non si è riusciti a crescere di pari passo conservando ed adattando al mutare dei tempi quei valori che non sono passati di moda, forse a taluni sono sembrati restrittivi della libertà personale, del proprio egoismo e della folle corsa al materialismo ed al consumismo sfrenato.

I valori non hanno colore politico, non hanno una fede religiosa, sono solo un frullato di esperienze e di buon senso. Non  invecchiano mai, ma ci aspettano al varco dei nostri errori ed al fallimento delle società che pensano di poterne fare a meno !

E’ a donne come la signora Ilda che noi uomini dobbiamo toglierci il cappello al loro passare, a quelle donne la cui semplicità ed umiltà rende speciali ed uniche, rare da trovare in questi tempi moderni dove tutto sembra dovuto, anche il rispetto che certe persone non meritano ma che viene aquiseto con il denaro e con il potere, cose del tutto effimere nell’ ottica di vita ispirata al fulgido esempio della signora Ilda.