BUna vita salvata

 

 

Forse era l’ anno 2003 ma non ricordo con esattezza, ma non ha tanta importanza la data di questo evento, è più importante il suo lieto fine.

Era una sera , fredda d’ inverno,la temperatura era molto bassa, meno 10 o giù di lì, erano circa le 18 quando mi accorsi che mi mancava qualche cosa che dovevo andare in cooperativa a prendere, mi misi il giaccone, il berretto di pelo e mi avviai con le mani in tasca verso il negozio. Che facesse tanto freddo, lo dimostrava il fatto che il fiato che usciva dalla bocca vaporoso, ghiacciava immediatamente sul viso e sulla barba ancora da fare. La cooperativa di consumo alimentare, dista da casa mia circa 70 metri, e si trova all’ ingresso dell’ abitato di Varollo sul lato destro della strada, prima della curva a gomito che porta verso Livo, a metà strada si trova l’ abitazione della signora Laura Depetris, ora da poco deceduta, ma che all’ epoca dei fatti aveva circa 80 anni.

Le strade erano deserte, perché tutti se ne stavano al calduccio delle loro case ed uscivano solo se necessario, come avevo fatto io quella sera. Quando arrivai alla casa della signora Laura, ed avevo già superato l’ angolo del fabbricato di fronte piccolo giardinetto, mi sembrò di udire una voce che mi chiamava, mi fermai un momento ma non udii più nulla.

Pensai che fosse una mia sensazione o che magri il cappuccio imbottito della giacca a vento avesse distorto qualche suono proveniente chissà da dove.

Il richiamo non si ripeté più ed io ho proseguito la strada verso il negozio. Lì, non c’ era nessuno al di fuori della commessa, che mi servì in fretta anche perché era presto l’ ora di chiusura.

Presi la roba e mi riavviai con passo svelto verso casa, avevo appena superato l’ angolo della casa della signora Laura, quando sentii nuovamente questo richiamo, qualcuno che mi chiamava da quella direzione e questa volta il richiamo era nitido, pensai che non mi sarei potuto confondere per due volte di seguito e che qualcuno mi chiamava per davvero.

Mi fermai ad ascoltare meglio, era la signora Laura che chiedeva aiuto, quell’ angolo di casa era nel buio più fitto, neppure la luce della strada riusciva ad illuminarlo, chiamai allora per nome la signora, mentre cercavo di capire quale fosse la strada giusta per arrivare a lei , mi rispose dicendo che era caduta e non riusciva a rimettersi in piedi, le dissi allora che non riuscendo a vedere, sarei andato a chiedere aiuto dalla signora Rita che abitava a due passi da casa sua.

Suonai il campanello di casa della signora Rita che fortunatamente mi rispose e si affacciò alla finestra, le chiesi allora se avesse una torcia elettrica e di seguirmi per farmi luce mentre cercavo di soccorrere la signora in difficoltà. La signora Rita mi segui con la grossa torcia che illuminava la strada e raggiungemmo la signora Laura che era scivolata ed aveva strisciato con la fronte sul muro ruvido , procurandosi delle escoriazioni superficiali che però le avevano sporcato di sangue la faccia, vista così, faceva una certa impressione, ma avendo partecipato ad un corso di pronto intervento, la cosa mi sembrò normale e non tanto grave. Chiesi, per ogni buon conto, alla donna se sentisse dolore in altre parti del corpo e lei mi assicurò di no, allora la aiutai ad alzarsi, mentre l’ altra donna mi illuminava la zona con la grossa torcia, dissi alla signora Laura di appoggiarsi a me e piano, piano la riaccompagnai al suo alloggio, tutta intirizzita dal freddo ma in buone condizioni, suoni il campanello e scese la nuora che alla vista del sangue rimase molto shoccata, ma si riprese subito e le prestò i primi soccorsi in attesa dell’ ambulanza che arrivò dopo poco dal vicino ospedale di Cles.

Al calduccio, accanto alla stufa che ardeva, la donna si rianimò e riprese a parlare come prima, raccontò che era andata a chiudere le persiane della stanza all’ esterno della casa nel giardinetto buio, che era scivolata ed era caduta tra il muro e le piante di rose, ed era incapace di alzarsi da sola, certo ce se fosse rimasta lì in quel posto per un po’ di tempo con quella temperatura di meno 10, sarebbe morta assiderata, ma il destino ed il caso vollero che in quell’occasione, io abbia sentito il suo flebile richiamo di aiuto, sarebbe bastato che in quel momento fosse passata un automobile ed avrebbe coperto la sua voce.

La signora Laura mi ringraziò e mi considerò come il suo salvatore, mentre io sono convinto che non era destino che lei quel giorno morisse, il destino, invece l’ ha chiamata all’ ultimo appello nel settembre del 2011, e mi piace sapere che sul letto di morte una figlia le leggesse il libro delle mie poesie, A CHI.