Il filò

 

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IN QUESTO SCRITTO HO CERCATO DI ANALIZZARE E DESCRIVERE IL “ FILO’ “ CHE ERA UN MODO DI INCONTRARSI E SOCIALIZZARE DEI MIEI TEMPI QUANDO NON C’ ERA LA TELEVISIONE E LA RADIO ERA UN LUSSO CHE POCHI SI POTEVANO PERMETTERE.

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il filò

 

credo che la parola “ filò “ trovi la sua giusta collocazione etimologica nel verbo filare, tanto usato nel passato per raccontare il lavoro umile ed importante di tante donne che con infinita pazienza filavano la lana ed altri tipi di filato come il cotone ed il lino, per poter dare un vestito al proprio uomo ed ai propri figli. Forse non ci abbiamo mai pensato a quanto sia stato utile nei secoli questo lavoro , questo impegno femminile, che sapeva creare da una materia prima organica o vegetale , dapprima i tessuti per gli abiti per ripararsi dal freddo e dalle intemperie per poi arrivare con la genialità tipica delle donne a dei veri e propri capolavori artistici come i tappeti ed i variopinti abiti che la tradizione di ogni cultura ci propone con le tante e variopinte varianti. Da questo lavoro meticoloso della filatura che spesso vedeva le donne i comunità con la possibilità di scambiarsi idee, consigli e parlare della vita di tutti i giorni con tutti i suoi aspetti, dalla dolcezza di una donna innamorata e gelosa del proprio uomo, alla gioia infinita e legittima di una giovane madre, al sorriso dolce e beffardo di una donna che ha avuto l’ amore. Alla tristezza di quella che è stata lasciata dal suo uomo, fino al dolore senza fine di una vedova che ancora giovane cerca un amore ma che certe leggi di un’ assurda e medioevale morale glielo vietano.

Ci si trovava la sera sulle immancabili panchine esposte all’ ingresso di quasi tutte le abitazioni a raccontarci la vita che era scorsa quel giorno nel paese, e l’ argomento che dapprima poteva essere banale , come l’ analisi del tempo atmosferico o i convenevoli di rito, piano, piano si faceva più dettagliato quando qualcuno proponeva un argomento o un fatto recente di comune interesse che suscitava la curiosità, ed a volte anche la morbosità, di tutti. Il filò era come una specie di telegiornale fatto in casa dove la notizia nel maggior numero dei casi era tutt’ altro che certa e se anche lo fosse stato difettava e discordava nei dettagli tra una panchina e l’ altra, allora, nell’ incertezza e con la curiosità delle femmine, una trovava sempre una valida scusa per spostarsi da una panchina all’ altra per poter carpire maggiori dettagli e segreti per poi venderli a caro prezzo alle comari di un altro rione.

Tutto era regolato da leggi mai scritte e da limiti invalicabili quali il buon senso e la segretezza di certi argomenti che era possibile sentire ma guai a chi li avesse ripetuti ad altri. Così era possibile che un argomento restasse il segreto assoluto di proprietà di coloro che frequentavano una determinata panchina e che venisse poi reso obsoleto dopo pochi giorni e poi completamente archiviato dal cervello attivo e fervido delle comari assetato di altre novità da discutere ed elaborare. Tra le numerose notizie ce non sapevo e che tramite il filò sono venuto a conoscere è quella dolorosa e tragica per quei tempi, di una mia cara amica che aveva subito violenza sessuale da un bullo del paese, fatto che mi fa profondamente turbato perché alle violenze domestiche ero ampiamente abituato a sentire le urla dei mariti che tornati ubriachi dai bar non di rado picchiavano e violentavano le donne ma tutto questo restava rigoroamnte dentro le mura domestiche.

Il filò aveva però anche il suo aspetto positivo e sociale, innanzitutto favoriva le relazioni umane tra gli abitanti di questa comunità ed anche di quelle limitrofe, perché non era difficile trovare su una panchina un ragazzo proveniente da un paesino vicino al nostro, arrivato magari a piedi o se era fortunato in bicicletta od in moto e potevate stare certi che su quella panchina c’ era anche una ragazza, tirata a nuovo con i capelli ben pettinati un cenno di rossetto sulle labbra ed un profumo violento che lo sentivi a dieci metri di distanza, serviva anche a coprire l’ immancabile odore di stalla che tutti ci portavamo addosso e per le femmine certi odori che in primavera con il tepore del solo si ravvivavano , allora non erano disponibili gli assorbenti intimi e tutta quella gamma di prodotti per l’ igiene intima della donna, c’ erano sole delle pezze ricavate da vecchie lenzuola di cotone o di lino, che finito il loro lavoro non venivano buttate ma venivano lavate a mano alla fontana e riutilizzate.

Un altro valore che io trovo giusto attribuire al filò, era quello della solidarietà umana che passava anche quella attraverso il filò, era quasi impalpabile come il vento di primavera che , ancora fresco ti ricorda che tornerà l’ inverno con tutti i disagi che si porta appresso. Così nasceva con le semplicità e l’ onestà di chi ancora dormiva lasciando la porta di casa aperta il concretizzarsi di azioni di umana solidarietà, con il legittimo orgoglio di poter dare una mano a chi in quel momento ne aveva effettivamente bisogno, una gara di solidarietà verso il prossimo, che poteva essere un abitante del posto, di un paese vicino o un problema più grande come gli incendi delle case che allora erano una piaga, per arrivare alle grandi tragedie mondiali come la fame o i terremoti e le guerre.

E la risposta era unanime e generosa, perché tra quella gente tutti erano poveri, tutti avevano visto almeno una guerra e tutti avevano dei congiunti emigrati. Ognuno dava con il cuore quello che era nelle sue disponibilità e nessuno poneva mai dei dubbi sulla destinazione finale dell’ offerta, era un altro mondo, un mondo fatto di gente semplice ed onesta che si sapeva accontentare di quello che aveva, che non si sarebbe mai permessa di rubare qualche cosa al vicino di casa, povero come loro, che non avrebbe mai pensato di finire in un mondo fatto di amministratori incapaci , disonesti e ladri, che hanno saputo carpire la loro buona fede solo speculando sui drammi della guerra appena trascorsa che aveva provocato lutti e divisioni ideologiche non ancora sanate perché ancora oggi alimentano le divisioni e favoriscono il malgoverno e la corruzione nella classe politica locale e nazionale.

Benedetto filò…

 

Bruno Agosti