Il prigioniero Dimitri

 

In una casetta al centro del paesino, anche questa parzialmente in muratura e la parte dello “ stabel ” in legno, linda ed ordinata come tutte con alle finestre i rossi grani ad abbellirla davanti ai copri vetri a scacchi bianchi e rossi, abitava Martha una giovane sposa il cui marito era stato chiamato alla guerra come tutti gli uomini validi del paesino.

La signora Martha aveva una figlia di pochi mesi che si chiamava Erika, e quando lei si recava al lavoro nei campi la piccola era accudita dalla nonna materna, le due donne erano sole in casa i genitori di suo marito erano morti molto giovani e suo padre era emigrato negli Stati Uniti ed era morto bruciato dal grisù di una della tante miniere di carbone nelle quali venivano fatti lavorare come topi gli immigrati provenienti dal vecchio continente.

Le due donne faticavano molto a mandare aventi ds sole la piccola azienda agricola, dovevano arrangiarsi a fare il fieno per le due mucche, a mungerle mattina e sera ed a tenere pulita ed ordinata la casa.

Furono le prime in paese a vedersi assegnare un prigioniero tra i tanti che arrivarono in paese catturati al fronte russo. Si chiamava Dimitri era un giovane alto e ben piazzato, con i capelli biondi e gli occhi verde mare, uno sguardo intenso penetrante un po’ malinconico, in patria aveva frequentato le scuole di ingegneria idraulica a San Pietroburgo ed aveva iniziato a lavorare come direttore dei lavori alla costruzione di un acquedotto che avrebbe potenziato il bisogno di quella metropoli.

Per le due donne quell’ inatteso lavoratore alle loro dipendenze, fu una vera e propria manna dal cielo, era forte come un toro e capiva al volo tutte le situazioni di lavoro in cui si trovava dando una rapida soluzione a tutto. L’ unica pecca che aveva, non era capace di mungere suo padre era un commerciante e lui non aveva mai provato a mungere una mucca.

Ormai per i lavori nei campi bastavano lui e la signora Martha, la nonna poteva accudire la piccola tutto il giorno e quando la portava in campagna si sedeva all’ ombra di un albero e faceva giocare la nipotina. Un giorno arrivò alla signora Martha un dispaccio della posta militare che la informava che suo marito risultava tra i dispersi o prigionieri dopo uno scontro violentissimo con la cavalleria cosacca, Martha pianse molto, sperò che il marito le desse sue notizie tramite la Croce rossa internazionale ma i mesi passavano ed il soldato non diede più notizie di se. Dopo varie lezioni di mungitura impartite dalla donna, anche Dimitri fu in grado di svolgere quella mansione, così il lavoro veniva svolto in metà tempo e senza che Martha si stancasse troppo, mungevano tutti e due assieme e nel frattempo cercavano di scambiarsi qualche parola che con l’ andare dei mesi Dimitri era riuscito ad imparare con molto impegno lui nell’ apprendere e lei nell’ insegnare. Man mano che i giorni passavano quelli occhi verdi e malinconici cercavano sempre di più gli occhi neri di Martha e quando si incontravano lei sentiva un brivido sulla pelle, cercava di non dare peso a quello sguardo ma poi era lei ad andarlo a cercare…

Sentiva che era una cosa sbagliata, che non doveva assecondare il suo istinto, la sera prima di coricarsi, si inginocchiava davanti alla Madonnina che teneva sul cassettone e chiedeva la forza di resistere a quella continua tentazione e prometteva di essere fedele a quel suo marito disperso che non aveva più dato notizie di se.

Ma appena si appisolava, nel domi velia, quelli occhi tornavano nella sua mente come un ossessione allora si stringeva la piccola Erika al petto e così riusciva a prendere sonno. Di tanto in tanto si svegliava tutta sudata e pensava : ma se non tornasse più… o se fosse morto anziché disperso ? e mille pensieri come tanti folletti le turbinavano in mente, riusciva a dormire molto poco a causa di quel tormento interiore.

Venne maggio il mese del taglio del primo fieno, il mattino Dimitri si recò da solo, di buon mattino, a falciare il fieno in un prato confinante con il bosco di gradi abeti dall’ ombra rinfrescante e dal profumo intenso di resina. Sotto le sue possenti braccia la falce tagliava rapida l’ erba bagnata di rugiada mattutina, che cadeva a terra formando grandi “ antane ” che subito si coprivano di una leggera nebbia formata dal vapore della rugiada che si scioglieva al sole.

Il prato era pianeggiante per un poco per poi scendere dolcemente verso valle dove scorreva fragoroso il torrente, Dimitri arrivato in fondo con una fascia si girò, affilò la falce, si levò la camicia bagnata dal sudore ed i muscoli pettorali brillarono al sole coperti da una miriade di goccioline di sudore, e riprese il lavoro, arrivato in cima dove inizia la parte pianeggiante, notò Martha che aveva iniziato a spargere l’ erba con il forcone perché si seccasse rapidamente al sole già forte di maggio.

Gli occhi dei due si incontrarono di nuovo, improvvisamente, Dimitri prese l bottiglia del vino che Martha aveva portato per lui, la aprì lentamente senza mai togliere lo sguardo dalla donna, bevve avidamente un lungo sorso, poi lo sguardo si fece più intenso e penetrante come di chi chiede quasi esige, la donna già sudata per la fatica cercò affannosamente il fazzoletto nelle tasche della gonna senza trovarlo, allora Dimitri tolse il suo dai pantaloni, le si avvicinò e le asciugò il volto sfiorandola con il suo petto nudo quello della donna che ebbe come un sussulto e fece per arretrare ma lui le si avvicinò di nuovo e le sbottonò il corpetto fino a vedere il seno con il fazzoletto lo asciugò piano lei tentò di dire una parola ma non vi riuscì tanto il respiro si era fatto affannoso, Dimitri sollevò di peso Martha tra le sue braccia erculee e la strinse forte a se , i suoi lunghi capelli si erano ormai sciolti ed ondeggiavano fluenti fino a toccare i fiori del prato ed i seni prosperosi sbocciavano dal corpetto ormai del tutto aperto della donna, mentre l’ uomo la portava lentamente nel fitto del bosco, a condividere dolcezza ed amore, lontano da sguardi indiscreti.

Trascorsi quattro mesi, nonostante i disperati tentativi di nascondere la sua gravidanza, tutti in paese si accorsero della pancia grossa di Martha che dopo i primi momenti di imbarazzo decise di non far più caso ai pettegolezzi gratuiti delle comari del villaggio e fu perfino fiera di essere madre ancora una volta. A mettere fine al suo imbarazzo ed alle chiacchiere della gente , fu la notizia giunta tramite la Croce rossa della morte per tifo del marito in un campo di prigionia russo in Siberia, la nuova venne accolta da Martha come una liberazione che la riabilitava agli occhi dei suoi bigotti ed ipocriti compaesani che non poterono più apostrofarla come una puttana.

Nacque a suo tempo un'altra bella femminuccia che venne chiamata Tanya come la mamma di Dimitri, bionda con gli occhi verdi pure lei, così la nonna ebbe un ulteriore carico di lavoro e di responsabilità.

Alla notizia del rimpatrio dei prigionieri russi, Martha pianse ed implorò in ginocchio il comandante austriaco che il suo uomo potesse restare a casa sua che si sarebbero sposati a guerra finita, ma fu tutto invano. Le leggi militari in tempo di guerra sono severissime ed intransigenti ed il prigioniero Dimitri dovette suo malgrado salutare Martha e la figlioletta Tanya e ritornare nella sua terra mentre nel resto dell’ Europa la guerra continuava violenta.

 

Brano tratto dal romanzo Monika.

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