INTRODUZIONE

 

A 100 anni dalla Grande Guerra che ha avuto inizio il 28 luglio 1914, intendo ricordare in questo modo i miei compaesani che ho avuto modo di conoscere, che hanno combattuto in questo conflitto.

E’ il ricordo di persone chiamate dalla loro Patria a compiere il loro dovere di soldato, scesero in campo per onorare questo patto, senza indugio, con un solo desiderio nel cuore : poter tornare al paese natio.

Molti non tornarono, altri tornarono resi invalidi dalla guerra, ma tutti tatuati a fuoco dal ricordo della tragedia della guerra.

 

 

 

Agosti Luigi

 

02. 11. 1897

 

( Mori )

 

Dopo aver ampiamente descritto il signor Luigi nella sua vita civile, con l’ ausilio prezioso della figlia Luisa ora mi piace ricordarlo giovanissimo soldato dell’ Imperatore Francesco Giuseppe d’ Asburgo.

Fu chiamato alle armi nel 1915 subito dopo l’ entrata in guerra dell’ Italia ce avvenne il 24 maggio dello stesso anno, aveva allora solo 17 anni.

Lo mandarono come tutti i sudditi di origini italiane dell’ Impero, a combattere contro i Russi dove si ammalò per l’ aggravarsi di una ernia e fu rimpatriato prima a Vienna e poi a Innsbruck.

A Innsbruck ebbe modo di conoscere un sergente che aveva in gestione i trentini che parlava anche l’ italiano ma che preferiva sempre dare gli ordini i tedesco, era un tipo molto severo ed amante della disciplina militare e pretendeva che tutti i suoi subalterni rigassero dritto.

Luigi si era anche trovato una morosa a Innsbruck che si chiamava Cilly…

La guerra come ho avuto modo di conoscere in questo mio hobby, questa mia passione di rievocare di ricordare gli eventi bellici, è un enorme crogiolo di popoli dalle diverse culture, provenienti da nazioni molto diverse tra loro in cultura, lingua e tradizioni, ma quando un uomo è rovesciato in questo crogiolo lui diventa un numero tra i tanti mandati a morire per delle cause che non sono sue, per una Patria che magari gli va anche stretta e di lui rimane la solitudine dei numeri primi liberi di esprimersi dando il meglio o il peggio di loro.

Così Luigi poté conoscere anche l’ avventura di essere mandato in Romania dove ebbe modo di vedere con i suoi occhi le differenze tra il piccolo ed impervio Tirolo e le grandi e feconde pianure dell’ est dove cresceva rigoglioso il grano in abbondanza tanto che poté mandare ben 24 cassette di farina alla sua famiglia di Livo.

Luigi fece ritorna a guerra finita e riprese il suo lavoro di agricoltore a Scanna di Livo, era anche socio del caseificio Turnario di Scanna dove si produceva il formaggio ed il burro.

Un giorno che si doveva vendere del burro presso il caseificio e si attendeva un noto commerciante valligiano era presente anche il signor Luigi e quando si presentò il compratore lui lo riconobbe subito:

era il sergente imperioso di Innsbruck un suo convalligiano di Castelfondo di nome Cologna… - aaah ! se lo avessi conosciuto prima – sospirò Luigi – forse avrei potuto fare meno guerra …

 

Un grazie sentito alla figlia Luisa per la preziosa collaborazione.