Mamma Teresa da Piné

 

 

 

Di

 

Bruno Agosti

 

 

 

 

La storia che ora  voglio raccontare , è una di quelle che sembrano uscite dal libro  Cuore di Edmondo De Amicis , o da una di quelle telenovelas che la televisione spesso ci propone e che , nonostante la finzione,  ti prendono e ti appassionano e fai di tutto per non perdere nemmeno una puntata, con la differenza che questa è una storia vera con molti protagonisti ancora in vita ed ambientata nei nostri paesi .

Il 15 febbraio 1943 , in pieno tempo di guerra , con i conseguenti disagi che purtroppo tutte le guerre si portano dietro , nella clinica Santa Maria di Cles ( la clinica del Dott. Professor Enrico Nardelli ) , la signora Pancheri Celestina moglie del signor Facini Luigi residente in  Preghena , Comune di Livo,  dava alla luce il suo quarto figlio : Giovanni .

Fino qui il racconto potrebbe sembrare un normalissimo atto di nascita , ma proprio qui inizia la storia di Facini Giovanni , una storia fatta di eventi tragici e dolorosi , ma con un costante filo conduttore : il grande rispetto per la vita, la solidarietà e l’ amore di persone materialmente  povere, ma interiormente  ricche di tanta carità  cristiana .

Dopo tre giorni dal parto, la signora Celestina,  mamma di Giovanni muore di polmonite , lasciando il marito Luigi solo con quattro bambini piccoli da accudire e mantenere , un compito troppo difficile ed oneroso per un padre ; in un primo tempo il signor Luigi affida il piccolo Giovanni alle cure della signora Mary , zia del bambino , che abitava a Dres frazione di Cles per un periodo di circa due mesi .

Venuta a mancare l’assistenza della zia Mary , papà Luigi si trova  a dover accudire di nuovo il figlio più piccolo assieme agli altri tre: una cosa impossibile per un uomo che non riusciva ad avere il tempo materiale per assistere i bambini , ed il lavoro di agricoltore . Il signor Luigi sente allora parlare di famiglie che nel Pinetano accolgono dei bambini di altre famiglie che si trovano in particolari situazioni di disagio , come si trovava lui in quel momento .

 

 

 

 

In questa vicenda triste e dolorosa , entra ora come protagonista la figura nobile e santa di mamma Teresa Valentini moglie del signor Ambrosi Giacomo abitanti a Piazze di Pinè  che con una decisione spiegabile solo dall’ istinto materno e da una fede incrollabile , assieme ai suoi famigliari decide di accogliere  il piccolo Giovanni , per il tempo necessario fino a quando non fosse stato più grandicello da poter ritornare alla sua famiglia di origine.

Mamma Teresa aveva già di suoi undici figli , ed insieme al signor Giacomo vivevano di agricoltura come la maggior parte della gente di allora, dove la povertà era la compagna stabile nelle famiglie rurali di quei tempi , assieme ai tanti figli , e non faceva eccezione nemmeno la famiglia Ambrosi ; nonostante questa situazione mamma Teresa accolse nella sua casa , oltre al piccolo Giovanni, altri due bambini di famiglie che si trovavano in gravi difficoltà.  A rendere ancora più drammatica la vicenda , il 24 luglio 1943 moriva Giacomo Ambrosi , così mamma Teresa rimase da sola a dover pensare alla sua numerosa famiglia , tante bocche da sfamare e soprattutto tanti piccoli da accudire.

Giovanni Facini ricorda con sincera riconoscenza la figura dolce e semplice di mamma Teresa , ricorda la sua infinita bontà e pazienza , in particolare con i bambini che aveva in affidamento, mai una parola di troppo, mai uno schiaffo , anche se a volte dice che se lo sarebbe meritato….   Così Giovanni trascorre la sua vita di fanciullo nella Grande e numerosa famiglia Ambrosi sotto la tutela amorevole di mamma Teresa e dei suoi numerosi  “ fratelli “ , fino all’ età di sette anni , quando fu riportato a Preghena per frequentare la scuola . Il 16 giugno 1966 , mamma Teresa di Piazze di Pinè , lasciava questa valle di lacrime, per salire in  Paradiso al cospetto di quel Dio al quale aveva dato in tutta la sua vita una prova di profonda fede , con la sua esemplare carità cristiana .

L figura di Teresa valentini ci ricorda quella generazione di mamme trentine ed italiane che  nel secolo scorso, hanno fatto della famiglia e della maternità una missione , svolta sempre in silenzio , con immensi sacrifici , tanti figli e tanta , tanta fedeltà .

Il piccolo Giovanni

 

 

Senza voler fare della retorica sulla vicenda narrata, mi sembra utile cogliere alcuni aspetti che si prestano ad una riflessione :

La figura nobile di mamma Teresa ci ricorda, con la generosità del suo gesto , che non serve poi molto per fare del bene , le occasioni si presentano a noi  tutti i giorni , sta ad ognuno di noi saperle accettare o rifiutare , l’ uomo di per se non è ne buono ne cattivo , sono le svariate occasioni della vita che lo possono rendere talvolta buono e talvolta cattivo , a volte basta un non nulla per essere condizionati a fare il bene o a fare il male , ma una cosa è certa per tutti : Alla fine tutto quello che resterà di noi sarà il ricordo del bene o del male che abbiamo saputo e voluto fare in vita.