Unione Sportiva Livo

 

Negli anni ’70 quando il paese era in grande espansione e crescita economica, ed il sistema sociale era molto più aperto ed attivo di adesso e permetteva degli ottimi rapporti umani tra le persone, un dialogo schietto ed un continuo mettersi in discussione senza timore che l’ altro non ti capisse o facesse prevalere il suo stato economico o sociale per garantirsi di avere sempre ragione, in paese erano nate delle belle Associazioni come la Pro Loco e l’ Unione sportiva.

L’ Unione sportiva fu una bella e sana associazione che introdusse di fatto lo sport organizzato per tute le età dei bambini e dei ragazzi. L’ attività sportiva si sviluppava in due branchie : l’ atletica ed il calcio, devo dire che nel settore dell’ atletica dove mi ero impegnato a lavorare assieme ad altre valide persone che ricordo con molta stima ma che svito di nominare per non dimenticare nessuno, si era riusciti a raggruppare circa 60 bambini e ragazzi di tutte le età a partire dai cuccioli fino ai seniores che praticavano il podismo ed in modo specifico ed organizzato molto bene da Comitato di valle, la corsa campestre.

Era uno sport “povero” al quale potevano accedere tutti, bastavano un paio di scarpe da ginnastica ed una tuta. Per i bambini che non potevano disporre dell’ auto dei genitori, ci eravamo organizzati con il pulmino che portava i bambini alla scuola materna con l signora Amelia Alessandri, che li portava per i vari paesi della valle dove le locali Associazioni avevano organizzato una prova del Campionato valligiano di corsa podistica nel loro paese. Abbiamo organizzato più volte nelle 4 frazioni di Livo delle gare di campionato con esiti molto lusinghieri e con l’ unanime plauso di organizzatori ed atleti di tutta la valle.

Allora l’ Unione sportiva non disponeva di una sede sociale propria, ci si riuniva in delle salette messe a disposizione nei vari locali pubblici della zona ed era una necessità urgente alla quale si diede una concreta risposta chiedendo ed ottenendo dal Comune la disponibilità del locale che era stato adibito a bottega del calzolaio che ho ampiamente descritto nei minimi particolari in un capitolo a parte e che ora, con la dismissione dell’ attività si era reso disponibile.

Fu un bel lavoro di recupero e di restauro della vecchia bottega al quale contribuirono molti artigiani e muratori della zona, in modo del tutto volontario e gratuito, tutti mossi da un comune pensiero mirato ad una causa nobile e socialmente molto utile, quella di dare a tutti i nostri giovani la possibilità di fare dello sport sano ed a poco prezzo.

Si lavorò per un intero inverno fino alla primavera successiva ed alla fine ne risultò un bel locale arredato con mobili di recupero con delle panche di legno ai lati di tre pareti che servivano per le assemblee o per ospitare dei Dirigenti o dei Responsabili di altri sodalizi.

Le pareti erano state intonacate e tinteggiate, rifatto il pavimento con mattonelle, bene illuminato da luci al neon, una bella e massiccia scrivania in legno, un armadio e in alto sopra le panche un giro di mensole dove erano esposti i trofei e le coppe vinte nelle varie discipline e categorie.

L’ Unione sportiva Livo ebbe così la sua bella sede sociale, in un locale ristrutturato dal lavoro prezioso e gratuito di tanti volontari che avevano saputo credere nei valori della solidarietà e dell’ amicizia che lo sport povero porta con se ed avevano capito l’ importanza sociale e culturale dello stare assieme per fare comunità e per crescere insieme e percorrere la via della giovinezza intrisi di valori veri e duraturi nel tempo che poi sono quelli che fanno la differenza nella vita adulta. Venne inaugurata nell’ estate dell’ anno successivo alla presenza del sindaco di allora signor Carlo Penasa, delle persone che vi avevano lavorato e degli atleti del sodalizio.

Con il crescere del benessere economico però si è assistito ad un graduale lento declino della Società sportiva, come della società civile del mio paese, con il conseguente lento declino di tutte le forme associative organizzate, poi le vecchie scuole vennero acquisite dall’ ITEA ed ora nella vecchia e gloriosa sede dell’ Unione sportiva Livo, nuovamente ristrutturata e molto più grande della precedente, ci sono gli Alpini del Gruppo di Livo.

Mi piace concludere con un dato di fatto che costringe ad una conseguente riflessione :

In quelli anni ruggenti e fortunati per lo sport di massa della val di Non, faceva parte del Comitato Valligiano Corsa Podistica anche una società di un paesino dall’ altro lato della valle al confine con la provincia di Bolzano, la società sportiva Novella di Tret, alla cui guida c’ era Alessandro Bertagnolli.

Ma mentre la nostra Società sportiva ed anche civile da noi rallentava e perdeva quote di valore sempre più importanti fino alla completa staticità, dall’ altro lato della valle, dove finisce la coltura delle mele ma è rimasta e si è rafforzata la cultura dello sport e dell’ ospitalità, il signor Bertagnolli assieme al suo staff ha saputo inventare una nuova e redditizia attività sportiva che è cresciuta negli anni fino a vedere attualmente la partecipazione di oltre seimila atleti provenienti da tutta Europa ed oltre.

La manifestazione si chiama Cjaspolada.

 

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