Il dottor Tenaglia

 

Una volta al mese, veniva a far visita alla scuola il nostro medico condotto che si chiamava Giovanni Battista Tenaglia, era un uomo severo e lunatico, aveva aderito al fascismo ed era un gerarca locale, era molto amante del radio ascolto ed era sempre aggiornato su quanto succedeva in Italia e nel mondo.

Ricordo che fu lui a portare la notizia della grande catastrofe naturale del Vajont.

Entrava in classe e si impossessava subito del metro, poi, scendeva tra i banchi e ci chiedeva di mostrare le mani, mettendole disteso sul piano del banco, se le trovava pulite tutto passava liscio, se invece erano sporche colpiva le mani del malcapitato con il metro e che dolori erano. A volte, ci spiegava come si propagano le malattie, ci diceva dei batteri e dei virus, e ci diceva dell’ importanza della pulizia del corpo e della disinfezione delle piccole ferite.

Un paio di volte all’ anno, si presentava a scuola con tutto l’ occorrente per fare le vaccinazioni: aveva una siringa di vetro molto grande, con lo stantuffo di metallo lucido, aveva un fornelletto elettrico, di quelli che si vedevano le resistenze che scaldandosi diventavano rosse, una vaschetta di alluminio che riempiva di acqua e poi ci metteva tre o quattro aghi, che a pensarci mi vendono ancora i brividi da come erano grossi e lunghi, quando l’ acqua bolliva, con una pinzette prendeva un ago e lo metteva sulla siringa. La riempiva di siero vaccino ed iniziava la vaccinazione di massa. Separava i maschi dalle femmine e poi faceva entrare prima le femmine tutte in un aula, mentre i maschi aspettavano fuori nei corridoi o giù nel piazzale, finite le femmine toccava a noi, ci faceva mettere in fila, in ordine alfabetico, per via dei documenti che poi compilava, ci faceva abbassare i calzoni e le mutandine, prendeva un ago bollito e sterilizzato dalla vaschetta ed iniziava con il primo, che ero sempre io, per via del cognome e nome A B, iniettava una dose di siero guardando le tacche sul vetro della siringa, appena finito con un bambino, toglieva l’ ago e lo sostituiva con uno sterilizzato dall’ acqua che bolliva, finito il vaccino nella siringa, faceva il pieno da un grosso flacone che teneva in disparte nella sua borsa in un luogo fresco.

A volte penso alle tante, forse troppe precauzioni che si prendono adesso, alle tante denuncie per mala sanità, se ripenso a quei tempi, credo che saremmo tutti da vaccinare se si fosse stati obbligati a rispettare solo la legge della privacy, guai a chi si lamentava per la puntura o mostrava di aver paura, allora erano Madonne da sprofondare il cielo… siamo tutti ancore vivi e chi non c’è più non è certo per colpa del burbero ma capace dottor Tenaglia.

 

Trascorreva così, il mio tempo nella scuola, il tempo in cui mi veniva dato l’ apprendimento delle cose elementari, quelle che poi ti serviranno nella vita che hai davanti, nei contatti con il mondo, nei rapporti con la gene che ti circonda, e , secondo la mia opinione, è proprio in questa fase della vita che ricevi una certa istruzione, uno stimolo per essere migliore in una delle tante materie che ti vengono insegnate, e questo, secondo me, dipende molto dall’ atteggiamento di chi insegna, dalla sua sensibilità, dal suo modo di esporre la materia, dell’ entusiasmo che ci mette per farsi capire, dipende l’ apprendimento facile o refrattario dell’ alunno, chi insegna, secondo me, deve avere in se un carisma, un talento speciale, deve saper trascinare l’ alunno in quel mondo fantastico della ricerca, tipico dell’ essere umano, che ha un desiderio innato ed ancestrale di conoscere il mondo che lo circonda, di sapere da dove viene e dove và, di sapere sempre di più, perche questo è il principio, il destino , la differenza tra l’ essere umano e l’ essere animale : la conoscenza, il sapere di esistere, la cognizione di causa, il saper essere consapevoli e responsabili delle proprie azioni, del proprio agire, nel bene e nel male, lì essere consapevoli che ci aspetta una fine, che tutti siamo destinati a morire, questa è la differenza che fa di noi umani una “ razza padrona “, inferiore a tutte le altre specie animali, perché , con l’ intelligenza che ci è stata concessa, non siamo stati in grado di superare in AMORE tutte le altre specie animali, dotate solo dell’ intelligenza dell’ istinto di conservazione.