Deja vu

 

Finì in fretta di pettinarsi i lunghi capelli neri Concita, se li sistemò a coda di cavallo legati alla nuca da una fettuccia rossa, poi si spruzzò un po’ di lavanda, si guardò allo specchio facendo un rapido giro su se stessa con le braccia leggermente in alto.

La mamma alzo lo sguardo verso di lei mentre era intenta a preparare il latte per la colazione, < quanto sei bella ed elegante > esclamò mentre le versava il latte nella tazza, < fatti vedere … > e Concita fece di nuovo un rapido giro di danza facendo roteare la lunga gonna rossa fino a formare un grande papavero rosso sangue.

< fatti vedere Concita, > chiese una voce stridula di donna proveniente da una porta laterale. < Vergine de Guadalupe! Quanto sei bella chica … > sospirò la vecchia nonna non appena la ragazza si pose alla sua vista.

< mi ricordi i bei tempi di quando… >

< di quando eri innamorata del tuo Paco , lo so nonna > proseguì la ragazza mentre faceva roteare nuovamente la lunga gonna.

Quante volte la nonna le aveva raccontato di Paco, quel ragazzo cow boy che era sceso dall’ Arizona fino al Messico con la sua mandria e lei se ne era subito innamorata e le calde sere d’ estate lui la portava in riva al fiume a guardare la luna che si affogava dentro.

Poi un giorno il ragazzo era balzato in sella ed assieme alla mandria era ripartito per l’ Arizona e non lo aveva più rivisto. Ogni volta che finiva il racconto, la nonna sospirava ed osservava il fiume con uno sguardo intenso quasi ad evocare un miraggio un desiderio profondo, poi univa le manie le sue labbra ormai secche mormoravano una sommessa preghiera ad un Dio lontano dei Maya.

Concita ebbe come la netta impressione di aver visto ancora in un'altra occasione il ragazzo che era appena entrato nel saloon dove lavorava, e si sforzava mentalmente per voler ricordare il luogo o l’ occasione dove lo aveva visto la prima volta, ma niente non riusciva a dare una risposta a quella sua percezione che l’ aveva presa.

Il ragazzo si levò il cappello e si avvicinò lentamente al bancone del bar sotto gli occhi incuriositi degli altri avventori che non si aspettavano di vedere un militare nel locale e si allargò facendo strada al suo incedere.

Notò presto che la ragazza non lo mollava un attimo con lo sguardo e quando le fu vicino le sorrise e la guardò intensamente negli occhi.

Concita arrossì un attimo, poi si riprese e chiese : < in cosa posso servirla ? > < mi può dare una coca > rispose il ragazzo, e poi avvicinandosi alla donna le sussurrò all’ orecchio : < quanto sei bella chica ! >

Lei le sorrise quasi imbarazzata e poi replicò : < anche tu sei bello soldato… >

E subito le ritornò quella strana sensazione che non fosse la prima volta che vedeva quell’ uomo, era come se si fossero incontrati in un altro posto ed era per lei una piacevole sensazione, una sensazione che le infondeva una tranquillità ed una pace interiore, era come se quel soldato fosse stato mandato dal destino a sua protezione.

Quando ritornò a casa la sera, Concita raccontò alla mamma ed alla nonna l’ episodio accaduto durante il suo lavoro al saloon ed il fatto che a lei quel giovanotto era sembrato di conoscerlo e di averlo incontrato nella sua vita ma non si ricordava dove, la mamma ascoltò la storia e poi sorrise alla figlia mentre la nonna pareva assorta nei suoi ricordi passati e stava con gli occhi socchiusi e le mani sulle ginocchia dondolandosi sul suo seggiolone.

Il soldato tornò ancora al saloon dove lavorava Concita, tornò per tante sere, raccontò alla ragazza di chiamarsi Frank Ramirez di origini ispaniche e di essere un soldato delle truppe speciali che sarebbero intervenute in Iraq contro i terroristi e che erano nel deserto dell’ Arizona per l’ addestramento, al par suo Concita gli raccontò la sua vita assieme alla mamma ed alla vecchia e saggia nonna e non mancò di fargli notare il fatto curioso che a lei sembrava di averlo visto ancora prima d’ ora ma non si sapeva spiegare dove… il ragazzo sorrise ed affermò che questo era impossibile visto che per lui era la prima che veniva in Arizona.

Erano una coppia stupenda, alla serata danzante, lui in uniforme di gala e lei con il suo abito lungo rosso, stretto alla vita da una larga cintura nera, i suoi lunghi capelli bruni legati con un nastro giallo con una rosa rossa che sbocciava tra la chioma fluente sulle spalle.

Finita la festa Frank volle accompagnare a casa Concita che acconsentì volentieri, anche per appagare la curiosità delle due donne che la aspettavano in ansia dopo la prima volta che era uscita con lui ed erano curiose di vedere quel soldato che lei aveva loro descritto.

La mamma aspettava seduta davanti al televisore acceso, mentre la nonna si era appisolata sul suo seggiolone ma continuava a dondolarsi come per inerzia, la grossa jeep si fermò davanti a casa i due scesero e si diressero verso l’ ingresso dove ad attenderli si era affacciata la mamma ed entrarono. La nonna continuava ad essere assopita sulla sua sedia che dondolava con un leggero cigolio, lei che ci teneva tanto a vedere quel giovane soldato del quale Concita le aveva tanto parlato… la ragazza sorrise e poi piano piano si avvicinò alla nonna e la accarezzò adagio per svegliarla. La nonna aprì gli occhi lentamente come se si risvegliasse da un bel sogno, incrociò subito lo sguardo del ragazzo e la sua curiosità si mutò in un esprressione di grande stupore seguita da un sorriso di immensa dolcezza, lo guardò a lungo in silenzio.

Il ragazzo subito gli sorrise e si presentò dicendo : < buona sera signora, sono il tenente Frank Ramirez, ma mia madre mi chiama Paco… >

 

Bruno Agosti

 

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