La signora Arnoldi Giovanna

 

 

 

Premessa e omaggio a Bresimo

 

 

C’è un paesino che si chiama Bresimo, incastonato nei meravigliosi monti del Trentino, circondato da pascoli dal colore verdeggiante e punteggiati da fiori dai policromi colori e dall’ intenso profumo che solo nei prati alpini puoi respirare a pieni polmoni assieme all’ intenso e deciso odore dei boschi di conifere che si inerpicano sui ripidi pendii sempre più in alto fino a morire lentamente per lasciare poi spazio a larghe distese di rossi rododendri che sembrano coralli che decorano i larghi pascoli alpini solcati da numerosi ruscelli dalle ardite cascatelle che sembrano dei fili d’ argento che tagliano il pascolo alpestre.

In questo paesino viveva molti anni fa una anziana signora che si chiamava Maria ma che tutti in loco chiamavano Mariotta, era una donna semplice che aveva sempre fatto la vita nei campi lavorando duramente dall’ alba al tramonto come era a quei tempi la vita del contadino.

La signora Mariotta aveva anche la stalla con delle mucche, pecore e conigli che governava due volte al giorno, il mattino presto e la sera, dando agli animali il cibo e l’ acqua e provvedendo alla mungitura delle mucche e delle pecore ed alla pulizia della stalla con la rimozione del letame ed a preparare il posto dove poi avrebbero dormito le mucche cospargendolo di “ brocon “.

Come in tutte le stalle di allora calde ed accoglienti anche in quella della signora Mariotta viveva una numerosa famiglia di topolini che avevano trovato la loro casa naturale nei numerosi buchi che costellavano le pareti del locale e rapidi uscivano a raccattare dei pezzetti di cibo che i conigli lasciavano cadere dalle gabbie o che la signora Mariotta volontariamente distribuiva loro.

Con il tempo i topolini iniziarono a non avere più alcun timore della donna e piano piano si affezionarono fino al punto che lei riuscì poco a poco ad entrare nel loro mondo ed insegnare loro a chiedere il cibo con le zampette anteriori unite come se chiedessero per favore… avete presente Gas Gas e gli altri topolini di Cenerentola nel cartone della Disney ? bene era più o meno così.

La buona Mariotta parlava con i topolini come fossero delle persone, li chiamava a mangiare dopo aver finito la mungitura e loro uscivano veloci e si alzavano sulle zampette per ottenere il cibo; ogni tanto Mariotta per poter ultimare i lavori li doveva allontanare dicendo loro :

- stet an dre se no ve sghisci ! –

( State lontani altrimenti vi schiaccio ! )

 

La signora del racconto si chiamava DEPEDER Maria nata a Bresimo (TN) il 09. 11. 1917 e morta il 13. 08. 2004. ( Qui sotto la sua memoria

La signora Mariotta

 

 

I topolini della Mariotta

 

Sono fermamente convinto che tutto quello che fa parte del fantastico mondo delle favole, con tutti i suoi personaggi incredibili ed invisibili agli occhi dei grandi, siano monopolio e prerogativa esclusiva dei bambini e dei vecchi che sono in grado di guardare e vedere con gli occhi del cuore. Loro hanno il pensiero libero della fantasia lasciata volare tra le nuvole senza che si pongano tanti inutili perché, destinati soltanto a porre dei limiti e dei freni alle avventure e a tutte quelle piccole cose che sfuggono inesorabilmente all’attenzione degli adulti assuefatti ormai da un ritmo di vita veloce. Un ritmo che mira solo al profitto e non trova più il tempo per osservare ed apprezzare le piccole cose che sono i veri valori della vita, come invece ha fatto Giovanna: una vispa ragazzina di un paesino montano nelle Alpi, che appreso da una sua amichetta l’incredibile storia dei topolini addomesticati della signora Mariotta, come tutti i bambini volle appurare di persona quanto ci fosse di vero in questo racconto fantastico ed una sera assieme all’amica si recarono nella stalla dell’anziana donna.

Fantastico ed incredibile fu lo spettacolo al quale potettero assistere... Alla fine della mungitura la Mariotta preparò una piccola ciotola di latte caldo appena munto ed alcuni pezzetti di pane e formaggio; depose il tutto sopra la gabbia dei conigli, ma tenne in mano la ciotola del latte, poi chiamò con dolcezza i topolini che stavano rintanati nei loro buchi dicendo: - Dai nide fora …- (dai venite fuori …)

E i topolini sbucarono rapidamente dai fori dei muri e salirono sopra la gabbia , alzandosi sulle zampine come per chiedere che la donna desse loro il latte che teneva ancora in mano nella ciotola. Mariotta allora parlava loro chiedendo notizie della famigliola, mentre depositava la ciotola vicino a loro che cominciarono a mangiare avidamente. – Mangiate piano, non spingetevi che ce n’ è per tutti ! – diceva loro Mariotta.

Poi si abbassò e come per insegnare loro qualche cosa di nuovo alzò il dito indice, proprio come quando si vuole attirare l’ attenzione giacché si sta per dire un concetto della massima importanza e i topolini smisero di mangiare e le prestarono l’ attenzione. Allora lei con atteggiamento solenne riprese - vedete miei cari se su questa terra non ci fosse gente che spreca il cibo perché ne ha troppo e lo sapesse dividere con chi non ne ha tutti avrebbero di che sfamarsi … - i topolini la osservavano interessati e sorpresi, ma poi ripresero a mangiare e consumarono tutto fino all’ultima briciola, affinché nulla andasse perduto.

La donna che conosceva la famigliola di topolini spiegò a Giovanna che c’ erano: la vecchia nonna, la mamma che era incinta e i suoi quattro figli piccoli, i quali mangiano per primi. - Vedrai che dopo mangia anche lei e la nonna! - disse la Mariotta…

Giovanna tornò ancora a rivedere i suoi topolini per molto tempo e accadde che una sera dopo che Mariotta ebbe chiamato i suoi piccoli ospiti, dai buchi uscirono solo la vecchia nonna con i quattro nipotini che corsero festanti verso la donna dicendole che la mamma aveva partorito numerosi fratellini e che non era uscita, perché li doveva accudire. La signora Mariotta fu molto contenta e depose un pezzo di formaggio vicino alla nonna che si affrettò a raccoglierlo per poi sparire rapidamente dentro il buco, per portarlo alla novella mamma.

E così trascorreva il tempo nella dolcezza di quel lindo paesino incollato alle montagne, le stagioni si susseguivano con il loro ritmo cadenzato da un potere eterno che trascina lentamente con se le vite e muta nel suo trascorrere le cose come le stagioni che portano i fiori a primavera maturano i frutti nell’ estate, un caleidoscopio di colori l’ autunno poi tutto ricopre la neve dell’ inverno.

La signora Mariotta si era fatta vecchia ed acciaccata come pure nonna topolina e quando si incontravano le sere d’ inverno si raccontavano dei loro malori di vecchiaia.

Una sera aveva chiamato come di consueto i topolini e con grande stupore vide uscire dai buchi soltanto una frotta di ragazzini, ops scusate di topolini tutti tristi ed i più piccini avevano le lacrime agli occhi… Raccontarono a Mariotta che la nonna era molto malata e che le avrebbero portato un po’ di cibo. Allora la donna appena rientrati i topolini mise la ciotola del latte caldo vicino alla tana, affinché la vecchia nonna potesse berne un po’.

Tutti erano tristi quella sera e Giovanna piangeva…

Al mattino la Mariotta trovò nonna topolina morta accanto alla ciotola del latte con attorno tutta la famigliola che la vegliava in lacrime. Mamma topolina spiegò ai piccoli che quella era la ruota della vita e per dimostrarlo li mise tutti in cerchio in ordine di età dal più grande al più piccolo e lei tenne in braccio l’ ultimo nato.

- Verrà anche la mia ora – disse sommessa Mariotta suscitando un mare di lacrime del topolini più piccoli che protestarono dicendo – no, tu non devi morire !!! –

La donna scavò in un angolo della vecchia stalla una piccola fossa e poi prese con dolcezza nonna topolina e ve la depose dentro piano , piano, mentre tutti guardavano con gli occhi rossi il corpicino che veniva ricoperto di terra.

- La vita dà e la vita toglie – commentò sottovoce l’ anziana donna.

Passarono ancora alcuni anni in armonia ed amicizia tra i topolini e la signora Mariotta e tutto sembrava essere tornato alla serenità di un tempo, anche se la donna faticava sempre più ad accudire le mucche e gli altri animali, perché le gambe non la reggevano più ed era costretta a numerose e dolorose pause. Ciononostante, alla fine della giornata, non si scordava mai dei suoi piccoli amici che erano cresciuti in dimensione e numero.

 

Un brutto giorno la signora Mariotta venne nella stalla accompagnata da due uomini che prelevarono le mucche e le portarono via con un camion e così fecero il giorno successivo con le pecore; rimasero nella stalla soltanto i conigli. Quando Mariotta chiamò i suoi topolini la sera per dar loro da mangiare, con le lacrime agli occhi disse loro che non sarebbe più scesa nella stalla e che era forse buona cosa se si fossero trovato un posto da un'altra parte in un luogo più sicuro e dove avessero potuto trovare del cibo. - Ho pensato che potreste chiedere ospitalità alla famiglia di topi che abita nella stalla qui vicino… si sono topi del deserto arabi, quelli arrivati da poco nei barconi, ma è brava gente e sono certa che vi ospiteranno volentieri e poi è noto che i poveri sono sempre solidali … - disse la signora Mariotta, concludendo la frase con un sospiro.

Li salutò poi ad uno ad uno con dolcezza. Mamma topolina volle baciare la mano della donna in segno di riconoscenza e poi, piano piano, uscirono in fila indiana dalla porta della stalla e si avviarono alla ricerca di un altro alloggio, mentre stava calando il buio della notte.

La famigliola trovò così un altro alloggio nella stalla vicina dove già abitava la famiglia di topolini arabi e divennero presto amici, ma non scordarono mai la stalla della Mariotta ed il buon latte caldo che lei dava loro al mattino ed alla sera e quando vennero a conoscenza della morte della loro amata benefattrice mamma topolina scese al cimitero con i figli più piccoli e sostò sulla tomba di Mariotta augurandole di poter passeggiare nelle grandi praterie del suo cielo.

Poi rivolgendosi ai suoi figli disse loro - Questa è la ruota della vita … -

Da questa fantastica esperienza la piccola Giovanna seppe trarre delle importanti lezioni per la sua vita futura, prima fra tutte l’ amore ed il rispetto per ogni forma di vita animale e del ambiente che ci circonda.

 

© copyright Bruno Agosti

 

Un sentito GRAZIE! alla signora ARNOLDI Giovanna per avermi raccontato questo episodio. 

 

Questa fiaba per bambini ha partecipato al concorso " Per mangiarti meglio " indetto dalla Casa editrice Tracce per la meta in ocasione di EXPO 2015 ed è stata ritenuta meritevole di essere pubblicata nell' antologia “ FIABE E FILASTROCCHE “