BL' morar di " Tripoi "

 

( il gelso della famiglia Zanotelli )

 

Proprio dove si incontrano le due strade che tagliano l’ abitato di Scanna, al lato est della casa vecchia dei “ tripoi “ appena dentro il bel cancello in ferro battuto che recinta tutto il piazzale interno, cresce un gelso secolare e di proporzioni notevoli. I vecchi della famiglia Zanotelli proprietari della casa di cui fa arte integrante il secolare gelso, affermano che i loro nonni sostenevano di averlo visto sembra così, maestoso e fiero, osservare immobile e silenzioso il trascorrere del tempo che si trascina dietro con se la vita delle persone e le abbandona poi quando il loro tempo è scaduto, ma come una grande ruota che gira senza mai fermarsi non ha un inizio ed una fine ed è pronto ad accompagnare novelle vite nel percorso obbligato dell’ esistere, dove tutto comincia con un atto di amore reciproco e finisce accolti dall’ Amore divino.

La lunga vita del gelso si deve, a mio parere, anche alla sua posizione strategica vicino alla strada ed alla casa dei proprietari, sommando infatti questi due fattori si può evincere che non sono mai esistite delle vere ragioni o delle cause per le quali si sarebbe dovuto sacrificare la pianta che è potuta vivere in buona salute, accudita amorevolmente dalla dinastia Zanotelli fino all’ epoca nostra e c’è da scommettere che morirà di vecchiaia e vedrà passare ancora numerose generazioni delle famiglie che compongono la saggia, silenziosa e laboriosa comunità di Scanna.

Un episodio in particolare merita di essere citato per l’ alto senso civico della famiglia Zanotelli nella difesa e salvaguardia del vecchio gelso,

alcuni lustri or sono della nostra storia più recente, i signori Zanotelli decisero di dotare la propria casa agricola di un moderno ed ampio garage per i mezzi da lavoro e per le automobili. Nessun problema od ostacolo di qualsiasi genere impediva di fatto la realizzazione di quest’ opera, anche per il semplice fatto che il garage veniva realizzato interamente interrato. Questa opzione deve aver provocato un senso di angoscia e smarrimento al grande gelso dalle lunghe radici, profonde e diramate, che gli hanno garantito la sua sopravvivenza durante i secoli, ma con un ingegnosa operazione di aggiramento e messa in sicurezza che ha impegnato il progettista e la Ditta di costruzioni, il gelso venne così protetto e salvato .

il gelso ha da sempre esercitato su di me un grande fascino e per questo pel lui ho una speciale devozione come per un grande vecchio silenzioso che custodisce dentro il suo animo nobile i segreti di un intero paese, le gioie dei matrimoni e delle nascite, il trascorrere della vita dal ritmo lento e tradizionale dei tempi passati dove il trascorrere del tempo era scandito dalle stagioni che segnavano il momento della semina e quello del raccolto e c’ era pure il tempo per fare filò, alla frenesia del movimento che contraddistingue la gente dei mostri tempi, sempre di corsa, sempre con il telefonino in mano senza più una meta, senza più un ideale, uno è solitudine, due sono troppi, e via su fb o su twitter a cercare nuove amicizie senza manco salutare quello che gli cammina al fianco…

Non so spiegarmi la ragione ma quando passo davanti al maestoso gelso, l’ animo si rasserena ed un grande senso di pace mi pervade, sarà che il gelso nota che sto invecchiando e che la grande ruota del tempo si avvicina inesorabile.

 

Bruno Agosti

 

Brano tratto dal romanzo autobiografico I giorni delle bacche acerbe.

 

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