Le ustioni

 

Un giorno, di domenica, quando mia madre e mia nonna si erano assentate per andare alla S. Messa delle 7, io e mio fratello più piccolo ci alzammo e decidemmo di fare il caffè.

Allora, non esisteva la moka, ma lo si preparava con un pentolino nel quale si faceva bollire l’ acqua e poi si aggiungeva un cucchiaio di caffè macinato con un macinino a manovella.

Non ricordo bene come sia successo, forse il mo braccio instabile, o non so, il pentolino mi scivolò dalle mani e l’ acqua bollente mi si rovesciò sulle gambe provocandomi delle serie ustioni di primo grado, sopra il ginocchio, con delle vesciche che crescevano a vista d’ occhio. Mio fratello mi mise dell’ olio da cucina sulla parte ustionata, poi corse a chiamare mia madre e mia nonna, che erano ancora in chiesa e che, alla notizia, si precipitarono a casa.

Mia madre mi portò a Livo, dal dottor Tenaglia, il quale mi medicò e mi applicò una pomata adatta alle ustioni, poi disse che sarei guarito , lentamente, da solo, bastava tenere pulite le piaghe che non si infettassero. Ci volle un periodo lungo e doloroso, bisognava cambiare le bende due volte al giorno, togliere le incrostazioni e mettere nuova pomata.

Tornai a scuola e la mia maestra si preoccupò in ogni modo di farmi sentire a mio agio e mi lasciava tornare a casa per la medicazione diurna.

Dopo parecchie settimane, sono guarito dalle ustioni e ho potuto riprendere a pieno ritmo la scuola, e sono così, rapidamente trascorsi i primi tre anni, era giunto il momento di passare nell’ altra aula per frequentare la quarta e poi la quinta elementare.