Il tenente e i partigiani russi

 

Premessa

 

Io ho avuto la grande fortuna di avere alla scuola elementare un maestro che aveva una grande e dolorosa esperienza di vita vissuta: era stato combattente nella seconda querra mondiale ed aveva partecipato alla tragica campagna di Russia come tenente di complemento con gli alpini della Tridentina.

Raramente parlava a noi scolari della scuola elementare di Varollo di Livo, delle vicende belliche da lui vissute, le ferite della guerra non erano ancora chiuse e continuavano a sanguinare...

Lo spunto per raccontarci qualche episodiobellico lo trovava a contatto della natura nei boschi della zona quando la classe usciva per farelezione all' aperto.

Tutti insieme sceglievamo la radura ideale, sempre in prossimità del torrente, siedevamo tutti in circolo ed iniziava una vera e propria lezione di vita con la natura che ci viveva attorno e ci regalava mille argomenti di approfondimento e di discussione.

Fu in uno di quei momenti felici che il tenente Ernesto Fauri ci raccontò l' episodio bellico che ora vado a rievocare.

 

Il racconto

 

Dopo aver partecipato alle operazioni belliche nei Balcani e nella Grecia, le truppe alpine vennero inquadrate nell' ARMIR e destinate al fronte Russo.

Era l' estate del 1942 quando ancora le truppe italiane avanzavano verso il bacino del Donez e verso il fiume Don. La vittoria allora sembrava a portata di mano, ancora alcune spallate delle forze corazzate germaniche, ci diceva, e la guerra si sarebbe infallantemente conclusa con la vittoria dell' Asse, come campeggiava scritto sulli annulli postali dele letttere che arrivavano dall' Italia del Duce.

Una spina nel fianco delle armate che avanzavano, erano i partigiani russi, che tendevano imboscate infliggendo perdite con morti e feriti, facevano saltare i ponti o le linne telefoniche. Erano per lo più giovani e ragazze che avevano ingaggiato una guerra parallela contro chi invadeva con le armi il loro paese. Per quei figli della rivoluzione bolscevica ed indottrinati da Stalin, era anche una guerra ideologica contro un nemico che aveva giurato di cancellare il comunismo dalla faccia della terra.

Si facevano tutti i giorni più spavaldi provocando uno stillicidio di morti. Gli italo – tedeschi per bonificari il territorio, di tanto in tanto procedevano a dei rastrellamenti, fu in uno di questi che un gruppetto di partigiani venne catturato dagli alpini del tenente Fauri, che li fecero prigionieri, li disarmarono e li riportarono, impauriti e rassegnati al loro destino, nelle linee italiane.

Qui bisogna precisare l' aspetto giuridico dell' ordinamento di polizia militare vigente negli eserciti di allora, per capire il dramma umano dei prigionieri e dei soldati che li avevano catturati.

Secondo il codice di giustizia militare in vigore negli eserciti di allora, i civili che fossero stati responsabili di atti ostili alle truppe di occupazione , come la guerriglia ed il sabotaggio, se catturati con le armi in pugno venivano subito passati per le armi.

E questo fù l' ordine che ricevette iltenente Fauri che aveva fatto prigioniero i partigiani russi: li avrebbe dovuti far fucilare dai soldati al suo comando.

Nella mente del mio buon maestro i pensieri erano divenuti un turbinare tempestoso, in conflitto tra la sua etica di soldato di dover obbedire agli ordini ricevuti e la sua coscienza di uomo profondamente credente e rispettoso della Legge Divina.

Prevalse la seconda tesi ed il tenente Fauri si rivolse al suo Colonnellocon le seguenti parole:

signor colonnello, … mi no l' fago . ( signor Colonnello,... io non lo faccio. )

purtroppo per i partigiani russi la sorte non cambiò, dopo un po' di tempo arrivarono gli alleati tedeschi e dopo un breve cociliabolo con gli italiani presero in consegna i russi e si diressero verso il vicino bosco di betulle, delle lunghe raffiche di maschin pistol misero la parola fine a questo triste episodio di guerra. Ogni volta che ripenso a questo epiaodio mi sembra di vedere le scene del film Italiani brava gente diretto da Giuseppe de Santis dove viene rivissuto un episodio bellico simile a questo.

Queste erano le lezioni all' aperto del mio maesto, il tenente degli alpini Ernesto Fauri: lezioni di vita vissuta …

 

Bruno Agosti